Resti di paesaggio
Come saprà chi ha seguito i precedenti articoli su questo tema, dal 27 febbraio è in atto un'iniziativa singolare nel nostro Paese: il forum nazionale "Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori", al quale ha aderito anche la nostra Associazione Culturale di Murlo, ha inviato una richiesta a tutti gli 8.101 Comuni italiani per sollecitare la compilazione e restituzione di una particolare scheda di censimento. I risultati, ad oggi, sono a dir poco deludenti: solo 177 Comuni hanno finora risposto e, di queste risposte, ben 55 sono assolutamente negative, 62 sono parziali e solo 60 sono le schede debitamente compilate. Tra i Comuni che non hanno risposto c'è, purtroppo, anche il nostro. Quindi, nonostante l'iniziativa sia promossa da quasi tutte le principali associazioni nazionali (WWF, Legambiente, LIPU, T.C.I., Slowfood ecc.), si è rivelata per ora un pesante insuccesso. Il Forum fa però notare che le poche schede restituite con tutti i dati da parte di alcuni Comuni (Padova, Imperia, Faenza, Casasco...) mostrano che la compilazione era possibile e "l'unico "problema" è la non-volontà delle amministrazioni comunali.". E continuano: "[...] la pianificazione del territorio corrente non considera un metodo[...], non dispone di dati sul consumo di suolo già avvenuto, non è interessata a considerare l'enorme patrimonio edilizio che, in ogni Comune, resta non utilizzato." Sono frasi che mi fanno pensare ad alcune costruzioni fatiscenti del nostro territorio, come gli edifici abbandonati da anni di Borgo Montepescini che deturpano la vista di quelle colline, o come i più recenti appartamenti in via P. Borsellino a Casciano, non terminati per fallimento e che vedono andar deserte le aste per il loro acquisto mentre, al contempo, si iniziano nuove costruzioni a fianco. Questi "mostri" abbandonati potrebbero rimanere così per decenni ad imbruttire il nostro territorio, mostrando impietosamente quello che accade quasi ovunque: il decadimento di una società che non sembra né interessata né in grado di ripristinare zone deturpate, né di riutilizzare tali edifici in altro modo. Una grande differenza la fanno anche i materiali utilizzati di recente (principalmente cemento) che rispetto a quelli del passato danno sensazioni diverse alla vista.
I ruderi di cemento e materiali moderni ci provocano infatti un certo disgusto mentre basta pensare alla nostra Rocca di Crevole, costituita ormai da solo un paio di pareti centenarie di vecchi sassi, per capire come questi siano invece in grado di infondere sempre un grande fascino. Ma le riflessioni migliori sul tema del danneggiamento del paesaggio sono forse di Pier Paolo Pasolini, nel cortometraggio "La forma di Orte" [1] dove, già nel 1974, faceva notare come il territorio italiano iniziasse ad essere pian piano rovinato dalle costruzioni "moderne, dall'aspetto... non dico orribile, ma estremamente mediocre". L'autore ci dice: "Io ho scelto una città, la città di Orte [...], ho scelto come tema la forma di una città, il profilo di una città. [...] Io ho scelto un'inquadratura che prima faceva vedere soltanto la città di Orte nella sua perfezione stilistica, cioè come forma perfetta, assoluta, ed è più o meno l'inquadratura così; basta che io muova questo affare qui, nella macchina da presa, ed ecco che la forma della città, il profilo della città, la massa architettonica della città, è incrinata, è rovinata, è deturpata da qualcosa di estraneo, che è quella casa che si vede là a sinistra. La vedi?"
Edificio a Casciano, via Paolo Borsellino. |
Borgo di Montepescini. |
Suggestiva silhouette della Rocca di Crevole |
Note
[1] Video: "La forma di Orte" di Pier Paolo Pasolini, RAI TV, 1974 - http://www.youtube.com/watch?v=UA-t9OPYQBY