MURLOCULTURA
n. 3/2007 |
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La storia del territorio attraverso i documenti conservati
nell’Archivio Comunale di Murlo Campione delle strade, e fabbriche comunitative della nuova Comunità di Murlo, e suoi Comunelli annessi 1779 a cura di Giorgio Botarelli Prima parte
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Con motuproprio
emanato il 5 gennaio 1778 dal granduca di Toscana Pietro Leopoldo
d’Asburgo Lorena è sancita la fine del plurisecolare
dominio dei vescovi di Siena sul comprensorio di Murlo che, inglobato
nel Granducato e definitivamente sottoposto alle sue leggi (1),
vede l’avvio del processo di riorganizzazione del territorio e
della sua amministrazione sulla base dei nuovi regolamenti
comunitativi, varati dal governo lorenese sette mesi prima e
cioè il 2 giugno 1777 per le comunità della Provincia
Superiore dello Stato di Siena. Le sette comunità in cui era
precedentemente suddiviso il Vescovado (Murlo, Lupompesi, Montepertuso,
Resi, Crevole, Casciano e Vallerano) e che, separatamente, con organi
propri, si amministravano - dovendo però rendere conto del loro
operato al vicario vescovile - con la legge di riforma vengono riunite
nella nuova Comunità di Murlo e vengono abolite tutte le loro
vecchie magistrature (priore, camarlingo, consiglio generale, sindaco
dei malefizi, viajo, stimatore). A dirigere la neonata comunità viene posta una magistratura denominata gonfaloniere e priori, formata da un gonfaloniere e sei priori, eletti annualmente per estrazione da una speciale borsa nella quale rientravano quei possessori di beni stabili, nel distretto della comunità, il cui ammontare corrispondeva a un minimo di massa d’estimo (il titolo di gonfaloniere era attribuito al primo estratto). Questa nuova magistratura comunitativa era affiancata nell’amministrazione da un consiglio generale, formato a sua volta da dieci consiglieri estratti annualmente dalla borsa generale di tutti i possidenti nel territorio. Con la riforma comunitativa promossa dal granduca Pietro Leopoldo, ai soli proprietari e in quanto tali, veniva così riconosciuto il diritto esclusivo di rappresentare l’intera comunità e di partecipare agli organi amministrativi locali. A Murlo, i possidenti estratti, chiamati a comporre la prima nuova magistratura, furono: Biagio Ricci (Casciano), gonfaloniere; priori: Giulio Spannocchi (patrizio di Siena), Iacomo Tommi (Lupompesi), Ferdinando Magnoni (Siena), Ansano Malocchi (Casciano), Marco Monti (Vallerano) e il convento di Crevole (i padri agostiniani che provenivano da Montespecchio). Consiglieri: Lorenzo Paronchi (Resi), Anna Maria Benedetti (Resi), eredi Ercolani (Murlo), Agnesa Cipriani (Casciano), la compagnia dell’Assunta di Resi (in effetti si tratta della compagnia di Santa Maria Assunta, detta dei Celesti, eretta presso l’omonima chiesetta alla Befa e con proprietà nella Comunità di Resi), Oliva Cipriani (Casciano), Iacomo Bellini, Giovanni Pietro Guanguari, Lorenzo Becalli e Antonio Gorini (tutti residenti fra Murlo, Tinoni e Antica) (2). Un camarlingo, sorteggiato anch’esso ogni anno dalla borsa dei gonfalonieri e priori, si occupava del comparto economico della comunità; per l’anno 1778 fu nominato Iacomo Grazi di Casciano (3). Inoltre, tra tutti coloro che, appartenenti a qualsiasi classe e condizione, si proponevano per la carica, veniva eletto per tre anni un provveditore delle strade e fabbriche a cui era affidata l’incombenza di tenere sotto controllo lo stato delle strade, dei ponti, delle fonti, dei pozzi, dei canali e di tutte le altre strutture di proprietà della comunità, di proporre eventuali lavori di manutenzione e di verificarne l’esecuzione una volta finanziati. Il governo centrale eleggeva invece direttamente un cancelliere comunitativo con il compito di redigere tutte le delibere delle suddette magistrature e di garantire l’osservanza delle leggi granducali. Tra gli atti della nuova dirigenza della Comunità di Murlo, nei primi anni dal suo insediamento, è la stesura del Campione delle strade, e fabbriche comunitative della nuova Comunità di Murlo, e suoi Comunelli annessi, dettagliata relazione sulla consistenza della rete viaria e delle proprietà che in passato erano gestite e curate in maniera indipendente dalle comunità soppresse del Vescovado e che nel 1778 erano divenute di competenza comunitativa. Fig.
1 - Il Campione delle strade e fabbriche comunitative della nuova
Comunità di Murlo e Comunelli annessi: frontespizio.
Fig.
2 - Il Campione delle strade e fabbriche comunitative della nuova
Comunità di Murlo e Comunelli annessi: prima pagina.
Il documento è conservato presso l’Archivio Comunale di Murlo, sezione storica (4) e si presenta sotto forma di registro cartaceo, legato in cartoncino marrone con costola in carta celeste (Fig. 1), composto di nove pagine: la prima non numerata contiene l’intitolazione (Fig. 2), poi ci sono sette pagine numerate, manoscritte e una pagina bianca finale senza numero. Il testo è suddiviso nei capitoli: - Campione delle strade, e fabbriche comunitative della nuova Comunità di Murlo, e suoi Comunelli annessi; - Fabbriche esistenti in Murlo, Tinoni, Antica ridetti (sottocapitoli: Murlo, Tinoni, Antica); - Fabbriche esistenti nel Comunello di Lupompeso; - Fabbriche esistenti nel Comunello di Casciano delle Donne; - Fabbriche esistenti nel Comunello di Vallerano; - Fabbriche esistenti nel Comunello di Resi; - Fabbriche esistenti nel Comunello di Monte Pertuso. In calce al documento, le firme: del cancelliere comunitativo Francesco Preziosi, che ne è il redattore materiale e che appunta in data 17 giugno 1779 la sua presentazione al magistrato comunitativo; di Giuseppe Vallesi, uno dei priori del magistrato comunitativo; di Ansano Pancanti, primo provveditore di strade e fabbriche, al quale evidentemente vanno attribuite tutte le rilevazioni effettuate per la compilazione del Campione. All’interno del registro è allegata una carta sciolta, a firma di Agostino Nardi Perito, sullo stato di conservazione di alcuni edifici appartenenti alla Comunità di Murlo. A partire dal prossimo numero, seguirà la trascrizione completa del Campione, corredata, alla fine di ogni capitolo, di opportune annotazioni e appunti su elementi di rilievo o di interesse per la storia locale presentati dal testo. (Continua)
NOTE (1) Una sorta di indennizzo dell’ammontare di duecentocinquanta scudi, da corrispondere annualmente in perpetuo alla mensa arcivescovile di Siena, fu concordato come risarcimento per la perdita di ogni diritto dei vescovi sul territorio di Murlo. L’arcivescovo Borghesi, scrivendo al Papa per avere l’approvazione dell’accordo fatto con il governo granducale, lo giudicava ...vantaggioso alla mitra giacchè le piccole riscossioni quasi tutte in grano per lo più di inferiore qualità che si ricavano da moltissime persone la maggior parte povere, per lo più scemavano molto quello che si poteva retrarre... (Archivio Arcivescovile di Siena, Mensa, n.4266, c.221v). (2) Archivio Comunale di Murlo (ACM), Libro di memorie e consigli, n.3 (3) ACM, Entrate e uscite della nuova Comunità di Murlo 1778, n.102. (4) ACM, Campione delle strade e fabbriche, Murlo, n.113. |
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