MURLOCULTURA
n. 3/2007 |
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La storia del territorio attraverso i documenti conservati nell’Archivio Comunale di Murlo Archivio Comunale di Murlo “Spoglio C della Comunità di Murlo” Alessandro Neri, postino del Vescovado di Giorgio Botarelli |
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Palazzina di Murlo, 14 dicembre 1774: il vicario vescovile Marcello Prosperini (1) annota sul registro di delibere e memorie della Comunità di Murlo siglato Spoglio C (2), il conferimento dell’incarico di postino del Vescovado ad Alessandro Neri dell’Andica (3),
primo postino ufficialmente istituito nel comprensorio. La nomina di un
postino locale, regolarmente retribuito e con mansioni ben determinate,
si era resa necessaria per ovviare alle difficoltà incontrate
nel far pervenire la corrispondenza ufficiale dalle magistrature di
Siena al Tribunale del
Vescovado e viceversa: fino ad allora, in assenza di un servizio
organizzato, ci si era dovuti affidare a corrieri improvvisati o a
persone che occasionalmente si spostavano tra le due località.
Il graduale intensificarsi dei rapporti con la città e le sue
istituzioni - tre anni più tardi avverrà
l’accorpamento del Vescovado al Granducato di Toscana - vede
nascere l’esigenza di una figura come quella del postino, in
grado, prima di tutto, di assicurare, con un efficiente ritiro,
trasporto e consegna della corrispondenza, il mantenimento di regolari
e rapidi contatti fra gli organi governativi centrali e quelli
periferici e, in secondo luogo, di intensificare, facilitandone gli
scambi epistolari, le relazioni fra i particolari
(la gente comune). All’epoca, e già da tempo, al di fuori
del Vescovado, ogni comunità del Granducato si serviva di uno o
più procaccia (detti anche procacci o procaccini)
per la raccolta della posta e il suo trasporto alla località
più vicina per la quale transitasse un regolare corriere
governativo, che percorreva a cavallo le principali vie di
comunicazione lungo le quali si trovavano, a intervalli abbastanza
costanti, le stazioni di posta, ad uso dei viaggiatori per il cambio delle cavalcature, per il ristoro o il pernottamento. I procaccia invece, viaggiavano in genere a piedi, solo di rado a cavallo, ed erano allenati a percorrere lunghe distanze, su stradelli o sentieri spesso disagevoli, e in qualsiasi condizione atmosferica. Il vicario Prosperini, come ricordato in principio, con la sua annotazione tramanda la memoria di un primo postino o procaccia ufficiale nel Vescovado: Al nome santissimo di Dio amen, l’anno del Signore 1774, il dì 14 dicembre. Ad effetto di torre la difficoltà che presentemente s’incontra dai Tribunali della città di Siena in mandare le loro lettere d’uffizio al Tribunale di questo Feudo di Vescovado Foraneo di Siena e da esso inviare le proprie ai Tribunali predetti, per non essere frequenti le occasioni, e per cui non soffra il buon servizio di Sua Altezza Reale, i magnifici Priori rappresentanti le Comunità di detto Feudo, signori Luca Pascetti, Tommaso Fanti e Giovan Battista Tafirri, Priori di Murlo, Pietro Silvestri, uno de Priori di Casciano, e signori Crescenzio Fazioni e Jacomo Tommi Priore e Camarlingo di Lupompeso, con precedente annuenza dell’illustrissimo Magistrato dei signori Quattro Conservatori di detta città di Siena, contenuta in due lettere, una del dì 26 novembre e l’altra del 6 dicembre detto 1774, lette a detti Priori da me Vicario infrascritto, e con mio consenso ancora, elessero e deputarono il magnifico Alessandro Neri dell’Andica di Murlo del Vescovado suddetto, che di ciò ne fece istanza, presente e accettante, per Postino di questo Feudo per un anno dal dì suddetto, con l’infrascritti pesi, obblighi ed emolumenti, cioè: primo, che detto Neri come Postino suddetto deva avere di suo annuo salario repartitamente dalle sette Comunità di detto Vescovado lire cinquantadue, ed ogni sei mesi la rata da pagarglisi dal Camarlingo della Comunità di Murlo, il quale dalle altre sei Comunità dovrà riscuotere le loro tangenti, come da basso; secondo, che detto Postino deva portarsi in Siena con le lettere una volta la settimana, o il lunedì e se impedisce il tempo ogni altro giorno di essa settimana a commodo del Tribunale di Murlo, con ricevere la sera antecedente dal detto Tribunale le lettere, e portarle nella valigetta da farsi a spese Comunitative, anzi già fatta, a Siena nella Cancelleria di detti signori Conservatori, lì lasciare le lettere spettanti al detto Uffizio e poi recapitare quelle che vi fossero agli altri Tribunali e al Palazzo Arcivescovile di detta città, dove sempre dovrà farsi vedere ancorchè non avesse lettere per detto Palazzo, e prendere da detti Tribunali e Palazzo le loro lettere, riporle nella detta valigetta e portarle fedelmente al Vicario di Murlo, nel di cui Tribunale, e non altrove, deve aprirsi la valigetta; terzo, che detto Postino possa portare nello stesso tempo e in essa valigetta le lettere dei particolari, tanto nell’andare che nel ritorno da Siena, e nel recapitarle possa da essi esigere per quelle una conveniente mercede per il suo incommodo, la quale però non ecceda una crazia per ogni lettera. E per osservanza di tutti i detti capitoli, il detto magnifico Alessandro Neri Postino obligò se stesso, suoi beni, eredi, e beni de suoi eredi, in forma renunziò; presenti ed approvanti i suddetti magnifici Priori, ed in fede, Marcello Prosperini Vicario (4). Le Comunità di Murlo, Casciano, Vallerano, Resi e Montepertuso devono contribuire allo stipendio del postino con 7 lire, 8 soldi e 8 denari ciascuna, mentre quelle di Lupompesi e Crevole pagano 4 denari in meno (totale: le 52 lire stabilite) (5). Il Neri porta a termine l’incarico ed esattamente un anno dopo, il 14 dicembre 1775, davanti al vicario Prosperini e agli stessi priori di Murlo, fa presente di ...non potere continuare in detto impiego per essere scarso il suddetto salario assegnatogli di lire 52. I priori, presi alle strette ...e considerato non trovarsi altro soggetto per eleggere al detto impiego in luogo di detto Neri, per essere tenue il detto onorario, e considerata la pratica che ha lo stesso Neri dei Tribunali di Siena… decidono di aumentargli il compenso a 58 lire per tutto l’anno seguente. Lui accetta e la cifra viene così ripartita fra le comunità: 10 lire a carico di quella di Murlo e 8 lire per ciascuna delle altre sei (6). Alessandro Neri manterrà l’incarico, con la nuova retribuzione, per altri due anni e mezzo circa, fino al maggio 1778, quando verrà rimpiazzato da Francesco Bellini, nominato il 9 di quel mese con lo stipendio ribassato tuttavia a 42 lire ...da durare d’anno in anno a piacimento del Magistrato Comunitativo, coll’obbligo di andare ogni lunedì a Siena, portare e riportare le lettere del Tribunale e del Cancelliere Comunitativo e Magistrato riguardanti l’uffizio, senz’altra mercede, e così al 9 maggio 1779. Il 19 maggio 1780 il consiglio generale ribassa il compenso per il postino a 35 lire annue e l’8 aprile 1781 elegge nella carica Antonio Gori ...per un anno da cominciare il 9 maggio 1781… col salario appunto di 35 lire (7). Ricevuta di pagamento del salario annuale di postino redatta da
Alessandro Neri per il camarlingo della Comunità di Murlo Cannoni: A dì
14 giugnio 1776. Io Alessandro Neri procaccia o ricevuto dal sopra
detto Cannoni lire cinquattotto per lintiero mio salario di detta
annata del Cannoni. Mano propria.
(Archivio Comunale di Murlo, Spoglio C della Comunità di Murlo, n.16, c.127r). NOTE (1) Il notaio Marcello Prosperini di Pienza fu vicario arcivescovile di Murlo dal 1759 al 1776. (2) Il registro Spoglio C della Comunità di Murlo è in Archivio Comunale di Murlo (ACM), n.16. (3) Alessandro Neri era nato all’Antica il 30 aprile 1722. Quando diviene postino del Vescovado ha quindi poco più di cinquantadue anni e mezzo. Sposato con Aurora Sforazzini nel 1746 avrà otto figli e morirà a Murlo il 31 marzo 1798 (i dati sono tratti dai libri parrocchiali della pieve di San Fortunato a Murlo in Archivio Arcivescovile di Siena). (4) ACM, Spoglio C della Comunità di Murlo, n.16, c.112v. (5) Ibidem, c.113r. (6) Ibidem. (7) Ibidem, c.139v. Nel frattempo, conclusosi il secolare dominio dei vescovi di Siena sul territorio di Murlo, questo, all’inizio del 1778, era stato incorporato nel Granducato di Toscana e sottoposto alle sue leggi, le sette comunità del Vescovado riunite nell’unica Comunità di Murlo, governata dal nuovo magistrato comunitativo formato da gonfaloniere e priori, affiancato nell’amministrazione da un consiglio generale. |
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