Murlo Cultura n. 1 - 2004

Opinioni

Sperimentazioni urbanistiche
post-coloniali

Attività costruttive a Lupompesi


di Andrea Bechi

Lupompesi, ex colonia etrusca di fine Era Contadina, si conferma terreno e campo fertile di sperimentazioni e di sperticanti innesti architettonici ed urbanistici, puzzle avveniristico ed ispirato di balistiche parabole creative.
Con la fine della classica famiglia contadina, allattata alle mammelle della lupa e tenuta coesa agli ideali della terra dal vincolo di parentela con Velthune, Lupompesi si era ritrovata stanca, vuota, silenziosa, apatica. Niente nuovi figli, case vuote, quartieri dormitorio e silenzio. Un dolce crepuscolo appena scalfito dal sordo rintocco dell'ultimo chiodo infisso nell'ispida parete del tempio di Northia, che al tempo in cui ancora ci si riconosceva segnava così l'arrivo di una nuova primavera. I suoi colori erano l'azzurro, il rosa ed il viola (inutile dire che nessun sacerdote del dio si vantasse di essere anche discepolo di Trussardi-n.d.r). Leggenda vuole che all'esaurimento dello spazio sulla parete per nuovi chiodi si esaurisse anche il tempo per la colonia etrusca.
Ma la fine di un destino è figlia della caparbietà di un condottiero che, in un'epoca troppo avvezza alla paura ed all'indecisione, squarciò la parete del tempio e con opportuni e mirati strumenti urbanistici ed architettonici ampliò, come nuove ed immortali tavole del tempo, l'orizzonte degli eventi che, oggi, così meravigliati ammiriamo.
Cosa saremmo stati oggi senza una tale mirabile impresa? Un marchio a perdere? Un'icona putrefatta del passato? Un popolo in cerca di autore?
Oggi siamo tutt'uno con un simbolo, quotati alla borsa internazionale del feticcio storico, conformi ai più stringenti requisiti della denominazione di origine controllata, certificata e protetta, dichiarati patrimonio del turista mondiale.
Cosa sarebbe rimasto dell'impianto urbanistico originario? Poche case frananti? Qualche strada dissestata? Qualche ammennicolo posticcio?
Padre di un disegno pionieristico nella nuova architettura il comune di Murlo si è fatto promotore di una rivoluzione culturale che trova la sua massima aspirazione nella nuova costruzione detta "la scalinata sulla strada". Nessun esponente dell'avanguardia modernista si era spinto così in avanti concependo la possibilità di incorporare la funzione viaria di una curva con la funzione di accesso di una scala. Qualcuno lo ha definito "decostruttivismo astratto", una nuova disciplina che prendendo elementi architettonici - funzionali li scinde ricombinandoli a nuova simbiosi.

 

Così una porta, la cui funzione ara l'accesso di persone, può ricombinarsi con una nuova funzione e divenire parcheggio, verticale.
Concetti che sfidano anche le menti più abili ed aperte tanto che aree conservatrici ed integraliste si sono chiuse in un ostinato silenzio. L'efficienza del nuovo impianto è tuttavia innegabile, in una sola curva cieca (handicappata dalla nascita, secoli fa) sono stati integrati ben quattro accessi privati di cui due di residence-ristorante! Un capolavoro unico di miniaturizzazione che ha trovato il culmine con l'inserimento in extremis anche di due scale sulla strada (da qui il nome del complesso) che raccordano l'unità dell'impianto e lo amplificano nell'intimo rapporto del pedone con la strada, ultimo mito dell'uomo moderno, quello della fuga a piedi dal caos, dagli incidenti, dagli ingorghi, dall'ansia di parcheggio, dalle zone a traffico limitato.
La folla acclama una lapide commemorativa alla concessione edilizia.

Il solerte comune la sta già preparando, si attendono soltanto i volontari che per primi si immoleranno sul set de "l'incidente perfetto".
Al fine di scongiurare problemi alla circolazione nel periodo dei lavori è stato installato un sistema di rallentamento passivo degli autoveicoli. Sulla carreggiata è stato infatti installato un fosso rallentatore che impone una velocità massima di "a piedi si fa prima". Anche in tale ambito quindi il comune ha mostrato sensibilità ed attenzione oltre che "decostruttivismo astratto", trasformando un fosso, la cui funzione originaria è rompere le sospensioni delle auto in un rallentatore del traffico. Geniale e poco costoso per le tasche dei contribuenti, aspetto questo da sempre tenuto in grande considerazione dal comune. Le tasche, voglio dire. Così, dopo aver decostrutturato un residence trasformandolo in una industria con tanto di ciminiera rombante, dopo aver decostrutturato una zona a traffico limitato trasformandola in zona a parcheggio incondizionale e l'illuminazione pubblica a "occhio di bue" teatrale ecco che anche la strada cambia. Non più supporto per il moto ma moto di supporto alla scena. Che la commedia abbia inizio, le gradinate del teatro sono quasi pronte!


 
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