Murlo Cultura n. 1 - 2004 |
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Sperimentazioni
urbanistiche
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Lupompesi,
ex colonia etrusca di fine Era Contadina, si conferma terreno e campo fertile
di sperimentazioni e di sperticanti innesti architettonici ed urbanistici,
puzzle avveniristico ed ispirato di balistiche parabole creative. Con la fine della classica famiglia contadina, allattata alle mammelle della lupa e tenuta coesa agli ideali della terra dal vincolo di parentela con Velthune, Lupompesi si era ritrovata stanca, vuota, silenziosa, apatica. Niente nuovi figli, case vuote, quartieri dormitorio e silenzio. Un dolce crepuscolo appena scalfito dal sordo rintocco dell'ultimo chiodo infisso nell'ispida parete del tempio di Northia, che al tempo in cui ancora ci si riconosceva segnava così l'arrivo di una nuova primavera. I suoi colori erano l'azzurro, il rosa ed il viola (inutile dire che nessun sacerdote del dio si vantasse di essere anche discepolo di Trussardi-n.d.r). Leggenda vuole che all'esaurimento dello spazio sulla parete per nuovi chiodi si esaurisse anche il tempo per la colonia etrusca. Ma la fine di un destino è figlia della caparbietà di un condottiero che, in un'epoca troppo avvezza alla paura ed all'indecisione, squarciò la parete del tempio e con opportuni e mirati strumenti urbanistici ed architettonici ampliò, come nuove ed immortali tavole del tempo, l'orizzonte degli eventi che, oggi, così meravigliati ammiriamo. Cosa saremmo stati oggi senza una tale mirabile impresa? Un marchio a perdere? Un'icona putrefatta del passato? Un popolo in cerca di autore? Oggi siamo tutt'uno con un simbolo, quotati alla borsa internazionale del feticcio storico, conformi ai più stringenti requisiti della denominazione di origine controllata, certificata e protetta, dichiarati patrimonio del turista mondiale. Cosa sarebbe rimasto dell'impianto urbanistico originario? Poche case frananti? Qualche strada dissestata? Qualche ammennicolo posticcio? Padre di un disegno pionieristico nella nuova architettura il comune di Murlo si è fatto promotore di una rivoluzione culturale che trova la sua massima aspirazione nella nuova costruzione detta "la scalinata sulla strada". Nessun esponente dell'avanguardia modernista si era spinto così in avanti concependo la possibilità di incorporare la funzione viaria di una curva con la funzione di accesso di una scala. Qualcuno lo ha definito "decostruttivismo astratto", una nuova disciplina che prendendo elementi architettonici - funzionali li scinde ricombinandoli a nuova simbiosi. |
Così
una porta, la cui funzione ara l'accesso di persone, può ricombinarsi
con una nuova funzione e divenire parcheggio, verticale.
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