MURLOCULTURA n. 1/2005 |
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Anche per la "Pieve Vecchia" si appresta
l'ora della fine? "Lo stato
attuale di S. Maria a Carli
lo lascia prevedere" di Luciano Scali
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Qui
si tratta di “morte annunciata”, di un’entità più
volte arrivata sull’orlo del collasso ma sempre salvata in extremis
nel corso dei secoli, vuoi per volontà di qualche anima buona oppure,
perché no, della Madonna miracolosa che vi si venerava. Le strutture
della chiesa sembrano ancora in buono stato ma il tetto comincia a dare
segni di cedimento con infiltrazioni di pioggia che aggraveranno le sue
condizioni entro breve tempo. Quali siano le intenzioni della proprietà,
a conoscenza della situazione esistente a Pieve a Carli, non è dato
di capire. E’ vero che a questo mondo, tutto ha un principio ed una fine, ma occorre distinguere: “Una cosa è accettare il principio naturale del nascere e del morire, ma permettere la profanazione di un luogo di culto millenario e la sua rovina solo perché ormai inutile allo scopo per il quale venne edificato, suscita un senso di riprovazione e di sconforto.” L’effige della Madonna si trova oggi vicino a quella di S. Giusto e al trittico di Montepertuso nella Chiesa di S. Fortunato, in un ambiente asettico e innaturale, più museo che Chiesa vera. Senza voler nulla togliere alla sacralità del luogo, come si sentiranno quelle effigi abituate da secoli al fumo delle candele e all’atmosfera raccolta dei luoghi originari? Nessuno sottovaluta la presenza di tanti “cleptomani” o affaristi in giro alla ricerca di “ricordi” e lo stato d’abbandono di Pieve a Carli induce alla tentazione di procurarsene con facilità qualcuno, ma il trasloco delle cose senza preoccuparsi di quanto accadrà a ciò che resta, assomiglia sempre di più ad una strategia volta a preparare l’ennesima dismissione di luoghi di culto da riciclarsi poi ad usi più profani e redditizi. Purtroppo Resi, Valleranno, S. Giusto stesso ed altre realtà nel circondario, insegnano. Al termine di queste brevi considerazioni occorre essere realisti e domandarsi: “Quanto conta ancora Pieve a Carli per ogni abitante di questo Comune?” La risposta dovrebbe essere data guardandosi direttamente negli occhi e accantonando, una volta tanto, ogni recondita convenienza politica o personale. Se i cittadini hanno a cuore quanto resta della loro memoria legata a questa Pieve, allora debbono attivarsi affinché non vada perduta, e così pure le Amministrazioni: Comunale, Provinciale e Regionale; gli Enti, le Banche, i Circoli e le Associazioni tutte. Quanti soldi ogni anno si volatilizzano in feste, festicciole, iniziative che alla fine non risolvono nulla, portando qualche beneficio a pochi, disagio a molti e lasciando in fondo con la bocca amara. Riflettiamoci su e chissà che l’ennesimo miracolo della Madonnina di Pieve a Carli sia ancora una volta possibile! |