MURLOCULTURA n. 1/2005 |
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Il
Villaggio delle Miniere ------------------ Parte
1a di Luciano
Scali Capitolo
VI° Divergenze
sulla politica di gestione aziendale fra la Società e il
Direttore generale.
Dimissioni dell'Ing.Pirckher. Accantonamento dei programmi
d'ammodernamento per
difficoltà economiche crescenti. Continua
dal numero precedente |
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I risultati pratici della richiesta di
dati da parte del Ministero dell’Agricoltura, Industria e
Commercio alle
imprese operanti nell’ambito del territorio nazionale, si
evidenziarono con la
pubblicazione a cura del medesimo, di una statistica delle caldaie a
vapore
esistenti nel Regno. Di questa iniziativa ne trassero giusto profitto
aziende specializzate
nel settore le quali contattarono direttamente le Amministrazioni
Comunali per
avere notizie più dettagliate in merito, pregandole di rinviare
i questionari
all’uopo predisposti, debitamente compilati. Esiste in tal senso
una breve
corrispondenza da parte della ditta Ernesto Reinach di Milano avvenuta
nel
marzo del 1891 ed alla quale l’Amministrazione Comunale
fornì prontamente le
informazioni richieste ove erano comprese anche quelle riguardanti
locomobili
impiegate in operazioni di trebbiatura. Al di la del caso specifico
delle
caldaie, del quale si ha traccia negli atti conservati
nell’Archivio Comunale
di Murlo, è interessante rilevare come il giovane Stato
unificato cercasse di
mettere al corrente gli operatori economici delle realtà
imprenditoriali che si
venivano concretizzando nel territorio nazionale attraverso propri
organismi e
la pubblicazione di note statistiche riferite a vari settori
merceologici della
produzione e del commercio. Nel settembre del 1891 ci fu da parte della
Società
Generale per l’Industria delle Ligniti Italiane un interessamento
per
partecipare all’Esposizione di Palermo con i propri prodotti. La
lettera con la
quale detta Società richiedeva informazioni
all’Amministrazione Comunale
portava inspiegabilmente la firma dell’Ing.Pirckher ormai da
qualche anno
dimissionario dalla direzione della Società (32). Non si
hanno però
notizie in merito alla partecipazione o meno a detta Esposizione anche
se
appare evidente il desiderio, e probabilmente, la necessità di
aprire nuovi
mercati ai prodotti fabbricati nel villaggio delle Miniere. Con
l’anno 1892 si
assiste all’ennesimo sollecito da parte della Prefettura alle
Amministrazioni
Comunali di attenersi alle disposizioni di legge riguardo la
trasmissione al
Distretto Minerario di Firenze degli elenchi afferenti le statistiche
annuali
per quanto concerne: cave, miniere, officine metallurgiche, entro il
mese di
gennaio e rimaste, purtroppo disattese. Il 6 di marzo dello stesso anno
da
parte della Prefettura giunse una richiesta d’informazioni
riferita all’anno
1881. In essa si ricordava il mese di marzo di quell'anno,
allorché venne
rimesso alla Direzione delle Miniere un decreto del Ministero dei
Lavori
Pubblici relativo al progetto di una ferrovia privata dalle miniere di
Murlo alla
stazione delle Taverne sulla Centrale Toscana. Proseguiva poi,
riferendosi al
settembre del 1881, di aver rimesso anche l’elenco delle
correzioni da
apportare al progetto, ma da quella data (circa 11 anni) nulla era
pervenuto,
sia alla Prefettura che al Distretto Minerario. Si chiedeva di
conoscere le
intenzioni della Società in merito, vale a dire se il progetto
poteva essere
ancora d’attualità o se dovesse considerarsi accantonato.
Naturalmente nessun
lavoro doveva essere intrapreso nel frattempo visto l’assenza di
ogni richiesta
di permesso per inizio lavori. La risposta dell’Amministrazione
Comunale,
effettuata il giorno 18 dello stesso mese, nel confermare quanto la
Prefettura
aveva anticipato aggiungeva: La Prefettura nel prendere atto della informazioni ricevute chiese di nuovo all’Amministrazione di Murlo di attivarsi presso la Società gerente la miniera affinché la stessa le ritornasse i progetti non realizzati ed il decreto ad essi allegato, ma di questa pratica non se ne trovò traccia. Da tener presente che la stessa era stata istruita un decennio prima dall’allora Direttore Ing. Bidou per conto della Compagnia Francese delle Miniere di Pienza e pertanto poteva essersi smarrita durante i cambiamenti sopravvenuti nel frattempo. Ad ogni buon conto l’Amministrazione Comunale suggerì di rivolgersi direttamente alla Direzione Generale della Società sita in Roma via degli Artisti n°20 (34). Non era trascorso ancora un mese quando dalla Prefettura di Siena perveniva l’invito al Sindaco di Murlo di accertarsi se la Società gerente effettuasse, o avesse effettuato in passato, trasporti per conto terzi sulla propria ferrovia privata contravvenendo così alla Legge. Aggiungeva inoltre di voler essere informato se fosse stato elevato in passato, processo verbale di contravvenzione per tale mancanza. L’Amministrazione Comunale, dopo aver assunte le necessarie informazioni, riferì d’essere venuta a conoscenza di una contravvenzione contestata quattro anni prima dall’Ispettore Ferroviario al direttore della miniera Ing. Pirckher, ma di non sapere quale esito avesse avuto. Gli atti di quel verbale avrebbero dovuto trovarsi alla Pretura di Montalcino. Aggiungeva quindi: “Posso poi assicurarle che da diverso tempo la Direzione di quella Miniera non trasporta né merci né persone per conto di terzi, solamente alcuni mesi or sono trasportava del carbone alla Stazione di Monteantico, ma quel carbone che da alcuni si riteneva di proprietà di altri, effettivamente era per interesse della Società inquantoché questa aveva acquistato insieme ad altri negozianti un estensione per servirsi del legname da costruzione e il carbone che veniva ritratto da quel taglio era inviato per mezzo della ferrovia di Murlo. Questo è quello che mi è stato assicurato da persone alle quali ho stima di ritenerlo per verità. Di mia scienza poi posso assicurare la S.V. che la Direzione di quella Miniera non trasporta persone, tranne quelle del proprio personale.” La questione del trasporto per conto terzi effettuato dalle Società gerenti la coltivazione della miniera, le cave e gli impianti di produzione di calce e cemento, è cosa acclarata malgrado i timidi tentativi di negarla o comunque di minimizzarne la portata. La cosa più stupefacente sta nelle dichiarazioni delle Autorità di controllo del territorio: Comune e la stessa Prefettura le quali asseriscono di non esserne state a conoscenza quando, fin dal gennaio nel 1881, la normativa di tali trasporti era stata sancita dal Regolamento preparato dal Direttore stesso della miniera. Infatti nei “Regolamenti per i servizi del movimento e traffico e dei Magazzini” esiste al settore “Movimento e traffico” un intero paragrafo: il §.5 che tratta di “Trasporto per conto Terzi” composto di ben 11 articoli. I Regolamenti a firma del Direttore Generale Ing. Bidou vennero editi a Siena dalla Tipografia Sordo-Muti di L. Lazzeri il 1°Gennaio 1881. Era appena trascorsa una settimana dalla risposta dell’Amministrazione comunale, allorché la Prefettura faceva recapitare per conoscenza, un’altra lettera indirizzata all’Ufficio Distrettuale del Corpo Reale delle Miniere di Firenze, dove si diceva essere giunte al Prefetto informazioni, tra l’altro confermate dall’Arma dei Carabinieri, dell'uso di armature non idonee per le gallerie della miniera. Esse erano tali da non dare garanzie di stabilità e pertanto necessitava effettuare un sopralluogo per verificarne la consistenza e, nella fattispecie, se esistessero pericoli per l’incolumità pubblica (35). Nella risposta del 26 novembre 1892, l’Ingegnere Capo P. Toso del Corpo Reale delle Miniere, dopo aver provveduto ad inviare in ispezione un proprio funzionario, rassicurava il Prefetto di Siena sulle condizioni di sicurezza della miniera in ogni settore arrivando a dichiarare: “Il predetto funzionario procedé infatti alla visita della succitata miniera il giorno 16 del corrente mese, e dalla visita in parola è risultato che nelle lavorazioni e nelle armature della miniera di Murlo nulla vi è di allarmante, e nessun fatto giustifica le apprensioni pervenute a cotesta onorevole Prefettura. Dall'ispezione praticata si constatò come sulle lavorazioni di quella miniera viene eseguita un'assidua ed oculata vigilanza dal personale tecnico che vi è addetto. Le armature sono proporzionate alla resistenza da sopportare e vengono rinforzate e ricambiate ogni qualvolta il bisogno lo esige.” (36). L’intensificarsi dei controlli della Prefettura a partire dall’inizio dell’anno 1892 su argomenti relativi a presunte irregolarità, come quello dei trasporti per conto terzi, oppure a colpevoli inadempienze come la carenza delle armature nei lavori della miniera, fanno ragionevolmente supporre l’intervento di forze interessate a creare ulteriori difficoltà alla Società Generale delle Ligniti Italiane, già in notevole crisi per gravi ragioni di altra natura. I continui interventi fanno pensare a denuncie mirate con l’intento di danneggiare la Società costringendo le autorità ad intervenire anche in casi di sporadici trasporti ferroviari, probabilmente tollerati in passato visto che potevano favorire in qualche modo l’economia disagiata del territorio di Murlo da sempre afflitto da una carente rete di vie di comunicazione. Anche l'anno 1883 non si apre favorevolmente per la Direzione della Miniera di Murlo, e precisamente per il perdurare della polemica relativa ai trasporti per conto terzi effettuati sulla propria linea ferroviaria dalla Compagnia Mineraria e ritenuti abusivi dalla Prefettura. Nella sua lettera del 3 Gennaio 1893 il predetto Ente spiega nel modo seguente i motivi delle contestazioni: “...Però l'autorizzazione data alla Società, essendo limitata al trasporto di lignite proveniente dalle sue miniere, è evidente che qualunque altro trasporto eseguito in cointeressenza di terzi, è in opposizione alle disposizioni di legge relative alle Ferrovie private con lesione degli interessi dell'Erario per la mancata percezione delle tasse dovutegli” (37) ed esorta l'Amministrazione Comunale ad assicurarsi affinché tale abuso non si ripeta. Nei giorni successivi avvennero scambi di corrispondenza e contatti con la Direzione della Miniera la quale rilasciò un impegno scritto sulla questione dei trasporti. Ad una ennesima lettera di sollecito da parte della Prefettura nella quale si faceva, appunto richiesta di un documento che impegnasse a non effettuare più trasporti per terzi per trasmetterlo all'Ispettorato Generale delle Ferrovie, ed alla quale fece seguito l'invio di quanto richiesto da parte dell'Amministrazione, si chiudono le fonti dirette d'informazione sulla sorte della Miniera di Murlo a quella data. Era il 24 Gennaio 1893 e portava la firma del Sindaco Antonio Taddei. Nello stesso anno la Società Generale per l'Industria delle Ligniti Italiane abbandona ogni attività per gli alti costi di produzione ed è costretta a dichiarare fallimento. ---------------->>ooo<<---------------- Conclusione
della prima parte 32)ACM – Società Generale. Ligniti Italiane11/11/1891 33)ACM – Comune Murlo al Prefetto-n°296– 18/3/1892 “Ferrovia privata delle Miniere di lignite a Taverne.” 34)ACM – Comune Murlo al Prefetto-n°477- 12/4/1892 “Ferrovia privata di Murlo” 35)ACM - Prefettura di Siena.n°6959-26/10/1892 al Distretto Minerario Firenze ”Sulla Miniera di Murlo” 36)ACM – C.R.Miniere Distretto Firenze– n°681-29/10/1892—Al Prefetto Siena “Sicurezza dei lavori alla Miniera di Murlo” 37)ACM – Prefettura Siena a Sindaco Murlo n391-10089—3/1/1893 “Ferrovia Privata Murlo Montantico” Alla data del 13 Marzo 1898 è temporaneamente terminata l'acquisizione dei documenti riferiti alla prima fase dell'attività della Miniera presso le fonti consultate: vale a dire l'Archivio Comunale di Murlo, quello del Distretto Minerario di Grosseto, la Biblioteca Comunale di Siena oltre a quelli sporadici rinvenuti presso privati. Altre acquisizioni che sarà possibile reperire, verranno integrate in seguito nella presente raccolta. |
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