MURLOCULTURA n. 1/2007
Stemma Chigi-ZondadariLE RICETTE DEL VESCOVO

a cura di Giorgio Boletti



Rubrica semiseria di suggerimenti, notazioni pratiche, banalità, quisquilie, pinzillacchere, ecc. che, per la trentesima e, forse, ultima volta vi racconta di...
Associazione Culturale di Murlo
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AMARCORD
(più ...amar che ...cord)

Ricordate Bastianino? Quel cittino un po' tonto e un po' testardo che s'inventò le "bietole del bigonzo", ricetta pubblicata su questo foglio nel numero tre del 2002? Ebbene, qualcuno l'ha incontrato di nuovo, un po' cresciutello (vedrai, son passati cinqu'anni) e quindi un po' più serioso. E, parlando, è venuta fuori anche la storia dei ...dieci anni: sì, quella di "quelli di Vignali" che arrivarono a Murlo proprio nel maggio di dieci anni fa!
“Ma allora si fa festa!” disse Bastianino, con gli occhi che già brillavano all'idea d’una sana mangiata! "Ma che festa vuoi ‘he facciano quelli lì? Un so’ mia di ‘ueste parti! Se rimanevano a casa sua era meglio (e gli s’era anche detto!). Niente! So’ voluti venì quì per forza a chiappà per du’ soldi la nostra robba; e gli s'è anche detto che si dovevano adeguà ai nostri modi, a doventà come noialtri, mica sempre a scrive per ogni bischerata. Da noi un si scrive, un c’è bisogno, siamo fidati; si chiacchera senza tante cerimonie, e... basta la parola!”                                                                                                                                 “Sì, d'accordo”, replicò Bastianino, “ma loro, nel rispetto della tradizione, hanno ricuperato dei valori: il casolare, il podere che s'erano lasciati andare in rovina. E poi si son dati da fare, partecipando, collaborando, organizzando, contribuendo, dalla Festa a Montepescini al Cinema sotto le stelle, dal Merendone al Banchetto etrusco, dalla Festa in collina alla Corsa dei cavalli, da Murlo Cultura alle Letture in Chiesa, ecc. ecc. E poi mi risulta che a Sua Eccellenza gli garbava parecchio di fa' la parte del Vescovo nella Festa Medievale dove qualcuno l'ha pure scambiato per un prete vero! “Ma forse è anche per questo che s'è messo un po’ dapparte! Sempre a lamentassi quando gli si va a coglie l’asparagi sotto casa e, qualche volta anche nell'orto; sempre a brontolà perché si sciupa la strada dove tutti ci passano e nessuno la riaccomoda! Oddio, il prim'anno s'era promesso di mandagli, la breccia tutti l'anni, questo è vero (però un s'era mia scritto niente, eh!). Se poi gli vanno le peore nell’uliveto si lamenta; se i maiali gli vanno a grifà nel frutteto si rilamenta; e se i cani corrano dietro la lepre torno torno alla piscina continua a lamentassi. Poi, senza di’ niente, piglia e chiude il su’ campo pe’ un facci passà le macchine, ma mia quelle agriole, quell’altre che s’usa pe’ andacci a caccia o a cercà i funghi …hai ‘apito? E dopo vorrebbe che si salutasse quando s'incontra, tutti contenti, col risolino sulle labbra e magari a scappellassi anche!” “Ma, aspetta un momento”, interloquì Bastianino; “a ripensarci bene però un si dovrebbero mica lamentà troppo perché in fin dei conti, almeno due bei ricordi mi sembra che ce l’abbiano: di quando finirono di ristrutturà Vignali e del Vescovo, proprio lui, quello che poi dette il nome a questa rubrica!”


C'ERA UNA VOLTA
C'era una volta un rudere a Vignali,
dimora di pastori ed animali,
circondato da quattro ulivi stenti e tanti sassi!
Un giorno, padre e figlio, arrivarono i Fracassi:
con Giorgio, Mimmo, Angelo e Refi del Kosovo
per rimetter Vignali tutto a nuovo.
C'era il Sani a dirigere i lavori
e a controllar pure gli umori
del Mario che, tra un morsetto e un motto spiritoso,
pur s'incazzava, essendo permaloso.
Sempre presente, stakanovista senza pari,
c'era il Giovanni a installare sanitari
mentre Faleri, con l'Anselmi, posavan pavimenti
e il Losi, un po' in ritardo, montava i serramenti.
Tutto imbiancava intanto il Beattini
mentre Bobby creava le scalette, col cotto sui gradini.
Anche torno torno venne posato il cotto,
mentre letame ben maturo portò Giotto
perché, sul terreno da Fabio ben spianato,
potesse Sesto seminare il prato.
Ora Vignali è tutto nuovo e bello
ma io non riesco a ridere per quello
perché Giuliana, in combutta con l'Umberto,
nel portafoglio mio han fatto un gran deserto.
Stasera in allegria, col vin santo ed un cantuccio,
la gran botta finale me la darà l'amico Duccio!

Osteria da Duccio, Vescovado di Murlo, 20 giugno 1998



Sua EccellenzaImprovvisamente a Bastianino gli squillò il cellulare: “Sì, pronti. Ah è lei, Eccellenza? Mi dica. Sì, sì, ho capito! Grazie sarà fatto!”
“Oh, gli saranno fischiati l'orecchi”, disse Bastianino, “Era quello di Vignali: s'è raccomandato di rivolgere un commosso pensiero a quelle meravigliose persone che abbiamo citato e che purtroppo non sono più con noi; e poi di ringraziare tutti quelli che li hanno accolti con simpatia, cordialità e disponibilità e li hanno onorati e li onorano della loro amicizia. Ma ora s'è fatto tardi! Boia!, Vò via, vò a casa di corsa! Ti saluto eh? Alla prossima!









E per questa volta, probabilmente l'ultima, abbiamo scelto per voi una ricetta molto speciale, creata da un famoso ristorante di una nota località del Trentino.

RICETTA MILDAS
Gli ingredienti sono sempre a portata di mano perché sono dentro di noi, ma non è facile da eseguire: è la ricetta dell'amicizia!
    gr. 300 di comprensione
    gr. 300 di pazienza
    gr. 300 di dolcezza
Tanta affettuosità...
Mescolare a lungo...
Aggiungere un pizzico di allegria...
Cucinare a fuoco lento....
… per tutta la vita

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Bastianino ha ricordato “a modo suo” la ricorrenza dell’arrivo a Vignali di Giorgio e Giuliana avvenuta dieci anni fa, e a loro volta i ricordati, la commemorano con questa bellissima ricetta che era assai meglio che non ce l’avessero mandata poiché ha tutta l’aria di un commiato. Forse questi originali amici hanno intenzione di ritornare “a casa sua?” Spero proprio di no dal momento che per almeno per uno dei due, la propria casa è questa, nel luogo dove legalmente risiede. Il problema, se tale si può chiamare è d’altra natura e risiede nel carattere di tutti noi. Da che mondo è mondo, i nuovi arrivati in seno ad una comunità sono guardati con diffidenza e posti subito sotto esame ove ogni qualsiasi comportamento che differisca da quello autoctono viene subito giudicato “in modo critico”. Inutile affannarsi per modificare una innata tendenza, meglio cercare la strada per arrivare a conoscersi più da vicino. Per riuscirvi, non occorre strafare ma trovare il linguaggio ed i comportamenti giusti che riescano a far conciliare opposti punti di vista, ed anche la pazienza per aspettare che l’auspicato incontro avvenga davvero. “Altro dire non so”. Mi auguro di cuore che per i miei amici dirimpettai, finisca piuttosto il periodo scalognato che li perseguita da troppo tempo,in modo da riacquistare la serenità di quando ci siamo incontrati per la prima volta.
L.S.


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