MURLOCULTURA
n. 1/2007 |
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L'Angolo della Poesia
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A Montespecchio
Nella fitta nebbia del tempo
si perde il ricordo del viver puro e tocca queste pietre con lo sguardo solo il bosco il profumo degli alberi delle foglie secche. Eremo che dormi nascosto come i tuoi segreti e sopravvissuti i tuoi resti spuntano dalla terra come il tenero grano dai campi. Piante ti circondano e proteggono dal pazzo cammino del mondo intorno…. il tempo è sospeso in un sospiro figure si disegnano sulle mura impregnate dello spirito di chi vi ha vissuto tutta l’esistenza semplicemente rendendo incantato questo posto dove il tempo si dilata e tutto,anche la vita diventa surreale. Il mi babbo 'ol diavolaccio
Il mi poro babbo un aveva mai niente dentro il sacco e cosi la mi nonna gli diceva: “Un si mangia niente nemmeno stasera!”. Ma il mi babbo un si fece spaventare e cosi si mise a pensare… prese pece, corda e un lumino e un sacco pe’ il bottino. Una martellata di qua e di la e la sorpresa si po’ fa. Da solo un poteva stà e cosi si mise a chiamà il su’ cugino e il su’ fratellino. La truppa era pronta per partire ma chissà se la zuppa potranno mangià. Il più piccino teneva il sacco, il mi babbo il lumino e la trappola 'olla pece il su’ cugino. Scuoti l'alberello così esce l'uccello poi vede il lumino e… con la pece s’attacca, cosi il mi babbo prepara il pentolino stasera sicuro si mangia anche 'ol pane e vino. Cosi nacque il diavolaccio fatto dal mi poro babbo quand’era un poveraccio. Simpatica composizione di Giada Paolucci, alunna della 2a Media di Murlo, la quale racconta la sua personale versione della nascita del “diavolaccio”. Con altro spirito, con un occhio rivolto al passato e con tanta nostalgia, il Gruppo “LiberaEtà” annovera nel suo repertorio di canzoni popolari queste quartine “a dispetto”, in voga mezzo secolo fa prima che la televisione togliesse alle persone quella creatività che dalle nostre parti era innata. Spesso le ripropongono per la curiosità dei giovani e per ricreare nei vecchi, seppure per pochi attimi, l’illusione di essere tornati indietro nel tempo... Ho seminato un campo di carote,
te sei venuta e te le sei mangiate, te sei venuta e te le sei mangiate, e t’è rimasto il giallo sulle gote! la mamma ‘un vole, un vole, un vole che faccia l’amor con te, ma vieni amore quando la mamma un c’è. Ho seminato un campo di carciofi, l’ho seminati e mi so’ bell’e nati, l’ho seminati e mi so’ bell’e nati, ma belli come te ‘un mi so’ venuti! la mamma ‘un vole, ecc. Ho seminato un campo d’accidenti! Se la stagione me li tira avanti. se la stagione me li tira avanti ce n’è per te e per tutti i tu’ parenti! la mamma ‘un vole, ecc. |
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