MURLOCULTURA
n. 1/2008 |
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LE RICETTE DEL VESCOVO Rubrica semiseria di suggerimenti, notazioni pratiche, banalità, quisquilie, pinzillacchere, ecc.. a cura di Giorgio Boletti |
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CAPITO....ZZATO MI HAI!
Questo
è il lamento, anzi il pianto, dei poveri tigli di Via Martiri di
Rigosecco nonché quello, postumo, del compianto Signor Morse,
che aveva sì chiesto dei pali telegrafici, ma per ben altri
scopi. Ci limitiamo a riportare, di seguito e senza commenti, le
conclusioni degli esperti in materia, non senza aver prima sottolineato
un altro scempio recentemente perpetrato sui cipressetti che… al
canile van dalla Costa in duplice filar, essenze che hanno subito
l'allucinante taglio totale di tutti i rami bassi. Controllare per
credere!
CAPITOZZATURA
Con
questo tipo di potatura straordinaria, intervenendo sulle branche, si
opera un'asportazione pressoché totale della chioma.
Questo tipo di intervento può trovare giustificazione in ben
pochi e determinati casi (gravi traumi e asportazioni massicce
dell'apparato radicale, vincoli urbani condizionanti che impongono
drastiche riduzioni della chioma), ben sapendo comunque che non risolve
il problema di vitalità e di stabilità meccanica
dell'albero, ma li differisce e li aggrava nel tempo. Con la
capitozzatura, infatti, si interviene su soggetti che a rigore,
sarebbero da abbattere, ma si intendono mantenere per non rinunciare
all'elemento verde anche in situazioni estreme. Tutto ciò
premesso, prendiamo in considerazione gli effetti a medio e lungo
termine che la capitozzatura determina sui soggetti così
trattati, in rapporto alla fisiologia dell'albero. Fonte: Manuale per tecnica del verde urbano - Città di Torino - Cap. 8°
Consoliamoci con questa banale ma folkloristica ricetta spagnola, da assaggiare con ...mucho gusto.
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