MURLOCULTURA n. 1/2008

In ricordo di Don Mino Marchetti

di Luciano Scali

Associazione Culturale di Murlo
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E'di qualche giorno fa la notizia della morte di don Mino Marchetti, sacerdote a Vagliagli. La sua scomparsa è una grave perdita, non solo per chi ebbe modo di conoscerlo e apprezzarlo, ma soprattutto per la cultura e la ricerca storica. Diverse pubblicazioni parlano per lui e proprio ad esse numerosi studiosi e appassionati della storia della Diocesi di Siena, hanno guardato da sempre come insostituibile punto di riferimento. Ricordo la prima volta che ebbi modo d’incontrarlo alla presentazione del suo libro sulle parrocchie della Diocesi senese, presso la sede della Banca di Credito Cooperativo a Sovicille. A dire il vero la serata non aveva nulla di speciale e mi stavo disinteressando a quanto autorità, critici e non so chi altri stavano dicendo quando prese la parola un prete piuttosto male in arnese che nel suo breve intervento mutò l’atmosfera annoiata della sala. I suoi argomenti erano chiari e ben esposti e nel sentirlo riferirsi a episodi lontani con dovizia di particolari ebbi l’impressione che ci avesse riportati indietro nei secoli per mezzo di una ipotetica macchina del tempo. Nella sala si era fatto un silenzio assoluto e quando ebbe finito ognuno si noi si accorse di possedere qualcosa in più rispetto al momento in cui era entrato. Scomparve subito dietro al gruppo di coloro che lo avevano preceduto con i discorsi e ben presto l’atmosfera ritornò quella di prima, piena di retorica fra le tartine del rinfresco. Lo rividi qualche tempo più tardi, nel 2002 al matrimonio di mio nipote e stentai a riconoscerlo per quanto si era smagrito.  Gli feci qualche domanda che lo interessò e subito mi fece entrare in casa ove parlammo a lungo. Mi regalò alcuni suoi libri in uno dei quali mi scrisse la dedica. Da allora la nostra Associazione non ha mai cessato di spedirgli Murlo Cultura che in seguito mi confessò di leggere con interesse e di divertirsi ai commenti a corredo delle ricette culinarie del nostro “particolare e indimenticabile vescovo” dottor Giorgio Boletti.
Se n’è andato rapidamente e in silenzio senza disturbare portandosi dentro chissà quante cose che avremmo voluto conoscere e che probabilmente non sapremo mai come il contenuto del libro che curava da tempo ma mai pubblicato per chissà quali ragioni. Spero proprio che riposi finalmente in pace. Mancherà molto a chi ebbe modo di conoscerlo e di apprezzarne l’operato e senza dubbio verrà ricordato per quel tanto che seppe dare contro quel poco che ebbe, invece in cambio.



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