MURLOCULTURA
n. 1/2008 |
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Nel cinquantesimo anniversario della scomparsa Ricordo di Dario Neri di Carlo Cenni |
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Il
28 marzo ricorre il cinquantesimo anno dalla morte di Dario Neri.
Suppongo che molti, specie tra i giovani, non conoscano questo
personaggio, che pure è stato il più illustre cittadino
di Murlo. Dario neri infatti nacque a Vescovado nel 1895 in Piazza del
mercato (oggi denominata Piazza Umberto 1°) nell’ edificio
situato accanto alla Caserma dei Carabinieri. La famiglia era di
origine contadina diretto-coltivatrice, che si dedicò anche al
commercio, traendo soprattutto da questo un buon successo economico e
creando l’emporio di cui è continuazione l’attuale
“Appalto” gestito dalla famiglia Muzzi, nonché
l’intero “Palazzo Neri”. La Piazza del mercato era
stata nei secoli precedenti il luogo centrale dell’Andica, il
borgo che si era formato (come Tinoni, ma da questo distanziato, seppur
di poco, e differenziato come Comunità amministrata) fuori dalla
cinta del Castello di Murlo capoluogo del Vescovado, ossia del Feudo
del Vescovo di Siena.Oltre al mercato settimanale (ogni
mercoledì), ci si svolgevano altre importanti attività,
come l’amministrazione della giustizia. E’ interessante
annotare, solo di passaggio, che il Vicario del Vescovo nei giorni di
mercato si recava nella “Cancelleria”, situata nella
piazza, per regolare le controversie ed era assistito dal Corpo di
guardia, cioè da due uomini armati appartenenti al numeroso
gruppo di persone (60-70 in tutto il Vescovado) che erano denominati
“Arrolati”e costituivano una specie di squadra di Vigili,
per lo svolgimento di vari compiti di ordine pubblico, nonché
quello di battitori nelle cacciate. E’ interessante ed importante riportare alla memoria ed alla conoscenza dei cittadini (residenti e visitatori) la storia della nostra Comunità, che nella sua semplicità è assai ricca di significato (sia nel periodo etrusco che in quello medioevale e rinascimentale), in una parola ricostruire le nostre radici e la nostra cultura. A ciò serve anche ricordare e ripresentare la figura di Dario Neri, che con la sua fama e con la raffigurazione pittorica del paesaggio dei nostri luoghi da un contributo fondamentale alla continuità e alla dignità della nostra particolare civiltà. Non dobbiamo neppure dimenticare che Dario Neri ha dedicato al suo paese una notevole opera pittorica (del 1929) collocata nella Chiesa di Vescovado, che rappresenta un vero e proprio monumento ai Caduti in guerra. Dario Neri fu una persona eclettica e di grande valore, esercitò con successo varie attività ricoprendo incarichi di rilievo, come amministratore dell’Istituto Sclavo, fondatore della Casa editrice Electa di Firenze, Deputato del Monte dei Paschi ed anche Commissario prefettizio del Comune di Murlo. Ma l’attività più amata da Dario Neri e per la quale oggi è maggiormente ricordato ed apprezzato è quella artistica. Il noto storico e critico d’arte Enzo Carli ha giudicato Dario Neri come “il maggior pittore senese del novecento”, definendolo anche il “pittore delle crete”, facendo riferimento alle sue opere paesaggistiche, molte delle quali egli componeva dal suo osservatorio di Campriano , acquistato a suo tempo dal padre. Ma lo scopo di questo breve articolo non è quello di commentare l’arte di Dario Neri, bensì semplicemente di rendere omaggio al personaggio, ricordandolo alla popolazione del luogo da cui ha tratto i natali e la sua ispirazione artistica. Mi sembrerebbe opportuno che la Comunità murlese lo ricordasse degnamente e che l’Amministrazione comunale se ne facesse carico mediante qualche opportuna iniziativa. Mi permetto suggerirne una di facile ed immediata attuazione: porre una lapide in suo ricordo, facente riferimento al 50° della morte, nel luogo della nascita e nel contempo restituire al luogo il nome originario di Piazza del mercato dell’Andica. In tal modo si farebbe una intelligente operazione di congiunta ricostruzione di memoria storica. _________________ Nota La foto di Dario Neri è tratta dal sito della Contrada Capitana dell’Onda ove trascorse molti anni nella Dirigenza. Nel ruolo di Capitano, che rivestì per quindici anni, la condusse alla vittoria nel 1950 e ne realizzò i nuovi costumi della comparsa. Venne insignito del Mangia d’oro nel 1954. |
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