MURLOCULTURA n. 1/2009 | ||
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Come ci si divertiva noi vecchi quando "s'era piccini" I giochi dei nostri tempi di Luciano Scali 4a puntata
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Fra i giochi che ai miei tempi erano in voga e per i quali non occorreva attrezzatura alcuna ma solo voglia di giocare, faceva spicco “la Bella Insalatina”, un divertimento semplice guidato da una breve filastrocca che, al pari delle più blasonate “quadriglie”, comandava la successione delle fasi in rima. Il numero dei partecipanti non aveva limite ma di solito si attestava sui cinque o sei elementi per avere la certezza di un regolare svolgimento. La sostanza del gioco consisteva nel superare scavalcandolo, un partecipante che la conta destinava a fare da ostacolo passivo, ovverosia “il cane” (Fig.1). Fig. 1 Man mano che il gioco si svolgeva, veniva ravvivato da varianti
destinate a misurare l’abilità dei saltatori e… il limite di
sopportazione del tapino nel ruolo del cane. Se durante lo svolgimento
del gioco qualcuno commetteva un errore, ne pagava subito le
conseguenze andando a dare il cambio al cane mentre il gioco riprendeva
dal principio. Anche un divertimento così semplice poteva prestarsi a
qualche manipolazione come vedremo
in seguito, ma di solito non si verificavano irregolarità di rilievo.
Il primo concorrente iniziava a saltare recitando la prima strofa della
filastrocca ed i successivi la ripetevano durante il salto. Per capire
bene il gioco mi servirò di semplici disegni spiegando la sostanza
delle strofe guida della storiella. Il
gioco consisteva nell’effettuare ventinove salti per altrettante strofe che riporterò
dettagliatamente con le delucidazioni laddove siano richieste. 01 -
Alla bella insalatina (Fig. 2); Durante questi primi otto passaggi i
concorrenti si limitano a saltare ripetendo la strofa in corso. 09 -
Passo e lascio! Fig. 2 Ogni concorrente saltando lascia il proprio
fazzoletto sulla schiena del cane; 10 -
Passo e piglio! A partire dal concorrente che ha lasciato per
ultimo inizia il procedimento inverso per recuperare la pezzuola. Chi
non ci riesce o combina qualche pasticcio, commette ERRORE e incappa
nella punizione prevista. 11 -
Per la via del lanternino: Dopo questo salto il cane si prepara per la
tornata successiva passandosi una mano tra le gambe con l’indice
disteso in modo che appaia ben visibile sul retro; 13 - Passo e tiro! (Fig.3) Fig. 3
Durante il salto effettuato appoggiando una
sola mano sulla schiena del cane, il concorrente cercherà di “tirare, o
comunque toccare” in dito che sporge dal dietro. Chi
non ci riesce o sbaglia commette ERRORE punibile c.s. 14 -
Per la via del cucculo: 15 -
Quando ripasso do un calcio nel … culo! (Vedi nota alla fine) 16 - Passo e do! (Fig.4) Fig. 4
Mentre effettua il salto appoggiando ambedue le
mani sulla schiena del cane, il concorrente dovrà colpire col piede( di
solito il tallone), il sedere del cane senza però far danni con l’altra
gamba. Chi
non ci riesce o sbaglia commette ERRORE punibile c.s. 17 -
Per la via del lumicino: Fig. 5
Nel saltare, sostenendosi con una sola mano,
deve con l’altra dare un nocchino in testa alla vittima dopo averla
esortata a non tenere troppo “il capo in cassetta”. Chi
non ci riesce o sbaglia commette ERRORE punibile c.s. 20 -
Per la via del lampione:
Figg. 6-7 Questa fase si svolge in due tempi: il cane si
dispone lungo la linea di salto volgendogli la faccia, mentre il
concorrente nell’effettuare il salto curerà di non ricadere troppo
lontano dal sedere del cane in modo da potergli dare “una bella culata”
senza però muovere i piedi dal luogo di caduta.
Se lo farà, oppure si troverà impossibilitato a sparare la sua
cannonata perché troppo distante, commetterà ERRORE e sarà punibile c.s. 23 -
Per la via della tazza: Figg. 8-9 Figg. 10-11 Lo svolgimento di questa fase assomiglia ad una
vera e propria esecuzione contro “un povero cane” indifeso. Tre delle
punizioni promesse vengono somministrate alla vittima rassegnata stando
in piedi, mentre la quarta, la culatta, si propina saltando il cane a
metà e lasciandosi poi cadere bruscamente sulla sua schiena. La grancassa consiste nel
colpire rudemente con ambo le mani la schiena del cane (vedere Fig.10).
Chi
non esegue regolarmente o sbaglia, commette ERRORE punibile c.s. A
questo punto si passa alla fase finale, all’ultima prova che stabilirà
se il cane dovrà essere cambiato nel gioco successivo oppure se rimarrà
sotto qualora i concorrenti non commettano errori. 26 -
Per la via dello stoppino: Durante il salto il concorrente lancia il
fazzoletto dinanzi a se. Il concorrente successivo dovrà lanciarlo più
lontano e così pure gli altri ancora. Se
a qualcuno l’operazione non riesce commette ERRORE e viene punito,
altrimenti si procede col passo successivo alla operazione di recupero. 29 -
Passo e prendo! L’ordine di salto s’inverte una volta ancora e
sarà l’ultimo che ha tirato a dover recuperare il fazzoletto più
lontano senza poter muovere i piedi dal punto in cui è atterrato dopo
il salto. Se
non dovesse riuscirvi commetterebbe ERRORE divenendo così il futuro
cane nel gioco successivo, altrimenti, recuperati tutti i fazzoletti,
il gioco riprenderebbe daccapo col solito rassegnato cane. La
manipolazione del gioco consisteva nel costringere un concorrente
antipatico a commettere errore. Il mezzo più sicuro consisteva nel
lanciare il fazzoletto lontano in modo che il predestinato non potesse,
col suo lancio, superare la distanza che il precedente gli imponeva. Se
invece ci riusciva, le spese della silenziosa disputa le avrebbe fatte
il concorrente successivo. Ammesso per assurdo che la prova del lancio
avesse avuto successo, non sarebbe stato poi possibile a tutti riuscire
nel recupero e quindi il gioco era
fatto. Quello successivo avrebbe avuto inizio con un nuovo cane. …………………………… Ai
giorni d’oggi questo gioco può apparire prevaricatore ed anche un poco
scemo poiché alla fine della giornata “fare il cane” era toccato un po’
a tutti e quindi era difficile che qualcuno si vantasse di essere stato
più furbo degli altri. Per quanto riguarda il pericolo che qualcuno,
più piccolo o più tonto divenisse “il locco della veglia” ovverosia
fosse preso di mira per farlo restare perennemente cane, succedeva che
dopo un paio di volte o tre che uno lo aveva fatto, si rifaceva di
nuovo la conta escludendolo dal conteggio e quindi dal pericolo di
tornare sotto. ………………………….. Non
sempre il gioco era così complesso e poi non tutti lo sapevano
comandare ed anche chi comandava poteva incorrere in errore di sequenza
e quindi passare “dalle stelle alle stalle”
soltanto per aver sbagliato un verso. Se il luogo di ritrovo ove i
giochi venivano fatti era abbastanza spazioso, oppure si trattava di
trovarsi solo in strada, non era raro che se ne facesse anche un altro
chiamato “Passo e infilo l’ago”
molto più semplice ma anche più faticoso poiché presumeva di avere
fiato da spendere e, tutto sommato si risolveva con la progressiva
rinuncia dei partecipanti allorché non ce la facevano più a continuare.
Il loro numero era illimitato e questo costituiva un motivo d’impegno
maggiore poiché, con esso, veniva dato un notevole impulso alla
velocità del gioco. Questi consisteva nel disporre i partecipanti in
successione nella posizione indicata dalla figura uno della “bella
insalatina”. La conta stabiliva chi dovesse saltare per primo
e questi, quando lo faceva, doveva dire ad ogni salto: “Passo e infilo
l’ago” fino a quando non aveva saltato tutti e si era disposto a sua
volta nella posizione degli altri. Il primo partecipante che era stato
saltato, si tramutava egli stesso in saltatore recitando a sua volta la
stessa frase e così via in modo che l’occasionale spettatore si trovava
ad osservare una serie di ragazzi che saltavano in contemporanea per
andarsi poi a disporre in fila ed essere a loro volta saltati di nuovo.
Ricordo di aver partecipato
più volte a giochi del genere a Siena, in via del Sole e di avere
sentito dire, da persone che osservavano dalla piazzetta della Torre,
di aver avuta l’impressione d’aver visto avanzare velocemente un bruco
tanto strano era il comportamento della fila che si allungava
ondeggiando simile, appunto, all’esodo delle processionarie durante i
primi mesi primaverili. (continua) ........................................ Nota. - Mi scuso per la parola usata
che rispecchia la versione originale. Qualora avessi usata la più
pudica “sedere” non vi sarebbe stata più la rima. (L.S.) |
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