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Tra
gli argomenti trattati ultimamente presso le nostre scuole, ce n’è
stato uno che, a mio avviso, ha rivestito carattere di grande
importanza poiché ha cercato di focalizzare l’interesse delle
scolaresche verso l’elemento che assieme a pochi altri, influisce sulla
sopravvivenza di tutte le creature viventi: l’acqua. Come ebbi modo di
accennare su queste pagine qualche tempo fa, il problema dell’acqua non
appare agli occhi della gente nella sua vera drammaticità poiché ognuno
se la ritrova a portata di mano, in più punti della
casa e disponibile ad ogni richiesta. La sua importanza si ripropone
ogni qualvolta, venga improvvisamente a mancare gettando tutti nel
panico poiché nessuno è più abituato ad andarsela a cercare. Nel
passato la carenza d’acqua ed il modo per procurarsene, faceva parte
delle normali preoccupazioni quotidiane alle quali dover fare fronte.
La costante ricerca del prezioso liquido, la necessità di
razionalizzarne l’utilizzo e la sua possibile conservazione, erano
costanti che spingevano ogni individuo ad escogitare mezzi sempre più
raffinati per assicurarsene la fruizione ed il controllo. Se durante i
nostri spostamenti a piedi riusciamo a
prestare attenzione a quanto ci circonda, rileviamo ancora la presenza
di singolari strutture arcaiche in progressivo degrado delle quali oggi
ci sfugge la vera utilità e l’uso. Col mutare della qualità e delle
condizioni di vita, certi complessi un tempo indispensabili, hanno
perduta la loro funzione e, nel migliore dei casi, vengono adibiti ad
altri usi o lasciati degradarsi fino a scomparire. Una di queste
strutture era la fonte che, sotto il diretto controllo della Comunità,
veniva edificata ed adibita a pubblico uso in prossimità di acque
sorgive. Di solito esplicava più funzioni essenziali: fornire acqua da
bere e per uso domestico oltre a servire da abbeveratoio e da lavatoio.
La struttura era predisposta per il progressivo uso delle acque
nell’ordine indicato, a sua volta vincolato a semplici regole
comportamentali che prevedevano severe sanzioni per gli eventuali
trasgressori. Nei pressi del villaggio di Tinoni esiste ancora la fonte
originale della cui conservazione dobbiamo certamente ringraziare gli
abitanti del Poggetto e di coloro che si servono delle sue acque per
coltivare alcuni piccoli orti adiacenti. In tempi più remoti venne
forse utilizzata, per la propria attività, dall’antica fornace “da vasa” situata al limite del piccolo villaggio di Tinoni.
Ma ecco cosa riporta a tale proposito il “CAMPIONE delle FABBRICHE COMUNITATIVE” depositato
nell'Archivio della Cancelleria di Montalcino il dì 23 Dicembre 1844 e
di cui una copia si trova conservata presso l’Archivio storico di Murlo:
-Fonte Pubblica di Tinoni-
-Descrizione-
La Fonte pubblica di Tinoni è presso questo Villaggio. Vi si giunge per
una strada che vien descritta fra le Vicinali. La sua sorgente è di
filtrazione. Vi è una conserva, un lavatojo ed un abbeveratojo. Tutto
il terreno sodivo presso la predetta Fonte appartiene alla Comunità. La
Comunità non ha sino da vario tempo dato in accollo il mantenimento dei
muri della Fonte, Lavatojo.
-Luogo- A poca distanza dal Villaggio di Tinoni.
-Confini- Confina la Fonte e la sua Piazzetta con terre lavorative di privata proprietà. Vedi il nuovo catasto.-
-Adiacenze- Terreno sodivo circoscritto da macchie e capisaldi antichi fra i particolari e la Comunità.-
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