MURLOCULTURA n. 1/2011 | ||
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Murlo terra di boschi: qualche numero di Barbara Anselmi |
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Le
recenti tecnologie informatiche e geografiche, unite alle
potenzialità di internet, hanno messo a disposizione di tutti una
enorme mole di dati territoriali. Abbiamo trovato assai interessante
consultare, tramite il sito della Regione Toscana, le foto aeree di
tutto il nostro territorio, dal 1954 al 2010. Affascinante e fino poco tempo fa
impensabile, è anche la possibilità di consultare le mappe del
Catasto Leopoldino, archivio dei primi anni dell’Ottocento che,
come scrive Luciano Scali in apertura, ci mostra le antiche vie di
comunicazione (oltre 200 km nel solo territorio di Murlo) e ci dà la
possibilità di studiarle, percorrerle anche a scopo turistico e
provare a ricostruire i collegamenti tra le diverse Comunità a quel
tempo. Estensione dei tagli boschivi nel Comune di Murlo come risultano dalle foto aeree del 2002-2005-2007-2010. In arancione sono riportate le strade del Catasto Leopoldino.
Considerando che da questo conto sono esclusi i tagli avvenuti nell'inverno scorso (2010-2011) e che i tagli eseguiti negli anni per i quali non sono disponibili le foto possono essere sfuggite alle analisi perché non più riconoscibili dalle foto, possiamo dire senza errore che nel territorio comunale sono stati tagliati oltre 1.000 ettari in soli 8 anni. Non ci sembra poco visto che la superficie forestale del Comune ammonta a circa 7.400 ettari, dei quali molti sono boschi non utilizzabili perché di scarso valore (es. macchie e pinete) o perché interni alla Riserva Naturale Basso Merse. Nel 2010 i tagli sembrano essere aumentati anche come estensione delle singole tagliate, come ci si accorge semplicemente guardando il Poggio del Casalino e il Poggio di Casenovole, con tagliate che arrivano anche a 39 ettari di estensione. Immagine da foto aerea (2010) dei tagli cedu eseguiti tra il 2008 e il 2010 tra Poggio del Casalino e Poggio di Casenovole (loc. Farnese. In tutto la superficie tagliata ammonta a 39 ettari. Si tratta quasi esclusivamente di tagli cedui, eseguibili ogni 18 anni, con i quali si cerca di massimizzare la produzione di legna e i profitti, spesso a danno della manodopera (che in Toscana risulta irregolare per il 50%, come mostra anche l'ultimo rapporto della Regione), dell'ambiente, delle strade "leopoldine" e in generale della sentieristica, compresa quella pagata con soldi pubblici. E' quanto è successo sul sentiero della Ferrovia della Miniera, dove il tracciato, il letto del Crevole e le tombinature della seconda metà dell'Ottocento sono state rovinate negli ultimi anni dal passaggio di mezzi di esbosco sempre più grandi e incuranti. La denuncia fatta dalla nostra Associazione, come molte altre, deve ancora avere una risposta e, in questo periodo di prescrizioni, rischia di non avere un epilogo. La tendenza quindi ci preoccupa molto, perché se non viene posta una efficace regolamentazione sia alle modalità di taglio che a quelle di esbosco e se non ci sono controlli, rischiamo di veder scomparire velocemente sentieri vecchi e nuovi, e con loro interi pezzi di paesaggio e di storia, per il profitto di pochi. Ecco perché è preoccupante qualsiasi iniziativa che incentivi il taglio del bosco, come gli impianti per la produzione di energia da biomasse di cui tanto si parla, se prima non viene posta in essere una gestione forestale adeguata. Murlo ad esempio, proprio in funzione del ruolo multifunzionale che vi hanno i boschi, potrebbe farsi promotore di una certificazione forestale (FSC), capace di tenere insieme e tutelare interessi economici generali (non solo di chi taglia ma anche di chi ha attività turistiche e di molti altri), ambiente e testimonianze storiche.
Fonti consultate
Anno
Internazionale delle Foreste
www.un.org/en/events/iyof2011/index.shtml Per le elaborazioni grafiche e l’analisi dei dati è stato utilizzato il software gratuito Quantum Gis: www.qgis.org
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