MURLOCULTURA n. 1/2013 | ||
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Antiquarium di Poggio Civitate di Luciano Scali |
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Il
museo di Murlo sta vivendo oggi una fase di transizione legata a
particolari congiunture politico-economiche delle quali è difficile
prevedere l’esito. Di veramente certo esiste solo la convinzione
che l’Antiquarium di Murlo rappresenta un “unicum” nel suo
genere e che, strano a dirsi, riesce seppur fra innumerevoli
difficoltà a far intravedere segnali di vitalità dei quali si era
perduta da tempo la memoria. Il museo di per se stesso non è altro
che una mostra nella quale sono ordinati reperti che, al pari di una
qualsiasi merce esposta in qualsiasi negozio, ha bisogno di
promozione per essere apprezzata e acquisita. Stranamente la cultura,
quella vera, sta diventando un bene raro sempre più difficile da
capirsi anche perché non si veste di abiti sgargianti che fanno
colpo a prima vista ma ha bisogno di essere avvicinata con
discrezione e con l’intento di comprenderla davvero. I temi che
l’Antiquarium offre sono aridi a prima vista ma rappresentano
frammenti di vita vissuta che nei reperti ricostruiti con sapienza
conservano buona parte del primitivo fascino. I frammenti parlano e
richiamano alla mente situazioni possibili anche se rapportate ai
tempi in cui si sono svolte. I luoghi hanno mutato aspetto ma restano
sempre i medesimi e le domande che oggi ci poniamo riescono ad avere
risposte che non potevano immaginarsi qualche secolo fa.
L’individuazione delle residenze succedutesi sul poggio hanno avuta
la capacità di mostrarcelo sotto una veste inedita, come quella di
un luogo ideale per una moltitudine di ragioni a partire da quella
della sicurezza proprio al limite dell’antico mare pliocenico,
dell’estremità orientale delle colline metallifere e nel cuore del
bacino dell’Ombrone. Tutto nato per caso oppure una condizione
particolare della quale tenere debito conto? Il periodo di
transizione che caratterizza il nostro tempo sta stimolando le nuove
generazioni che dopo averne preso atto tentano di venire fuori da una
“impasse” protrattasi per troppi lustri e che rischia di
trascinare la nostra società in una involuzione che non consente vie
di uscita. Le iniziative di questi ultimi tempi proposte dagli
“Angeli del Museo” ed alle quali anche la nostra Associazione ha
aderito con entusiasmo, oltre a dimostrare che è possibile
realizzare eventi “a costo zero”, riporta la mente ai tempi
lontani in cui la gente era solita riunirsi a veglia non solo per
raccontare storie o scambiare esperienze di vita ma soprattutto per
il piacere di stare insieme. Qualsiasi tema da trattare può essere
bene accetto in un programma culturale ove si voglia parlare d’arte,
di costume e quant’altro implichi la riscoperta di storie, luoghi,
oppure di linguaggio o di modi di dire.
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