Les
lichens donnet à leur manière la mesure de la salubrité de l’air”.
Così
affermava in uno scritto del 1866 William Nylander, riportando le sue
osservazioni sulla scomparsa dei licheni dal “Jardin du Luxembourg”
a Parigi ed evidenziando come a loro modo i licheni danno una misura
della qualità dell’aria. Da allora in poi, la possibilità di
utilizzare questi organismi come indicatori degli effetti
dell’inquinamento atmosferico ha fatto incrementare notevolmente le
conoscenze su questo gruppo di organismi, altrimenti piuttosto
trascurati. Al giorno d’oggi è ben assodato che i licheni sono
affidabili indicatori degli effetti biologici dell’inquinamento
atmosferico. Nel loro ruolo di indicatori biologici sono un utile
strumento di indagine per quanto riguarda gli effetti
dell’inquinamento, dell’eutrofizzazione, della gestione forestale
e dei cambiamenti climatici.
I
licheni possono offrire il loro contributo negli studi di valutazione
dell’impatto ambientale di opere di pubblico interesse che
potenzialmente rilasciano emissioni in atmosfera. Per rendersi conto
dell’importanza di questi organismi in Ecologia Applicata, con le
parole licheni e inquinamento atmosferico (“Lichens” and “air
pollution”), il database ScienceDirect (il più importante archivio
digitale delle riviste scientifiche), fornisce più di 4000 articoli
sull’argomento. In tal senso, val la pena ricordare che la ricerca
italiana è all’avanguardia per lo studio e l’applicazione delle
tecniche di monitoraggio biologico mediante licheni.
Che
cos’è un lichene? Un lichene è in definitiva un fungo
(“micobionte”) che vive in simbiosi con alghe verdi o
cianobatteri (“fotobionti”).
È
prassi comune dividere i funghi in base alle loro esigenze nutritive
in “saprofiti” (degradano sostanze non viventi di origine animale
o vegetale), “parassiti” (si nutrono di organismi viventi) e
“simbionti” (che attuano forme di parassitismo controllato, con
vantaggi anche per il loro ospite). Nella simbiosi lichenica i due
partner traggono mutuo vantaggio dalla vita insieme: con la
fotosintesi l’alga produce i carboidrati e le altre sostanze da cui
il fungo trae nutrimento, ricevendone in cambio protezione contro
l’essiccamento e le radiazioni solari nocive. La simbiosi porta
alla formazione di organismi peculiari per morfologia e fisiologia,
ovvero per la presenza di nuove strutture e la produzione di sostanze
(acidi lichenici), che né il fungo né l’alga singolarmente
sarebbero capaci di sintetizzare. In tal modo, i licheni sono in
grado di colonizzare ogni substrato, anche negli ambienti più
estremi, dai poli ai deserti. Li ritroviamo pertanto sugli alberi
(“epifiti”), sulle rocce (“epilitici” ed “endolitici”),
sul terreno (“epigei”), sulle foglie (“epifilli”) e sui
manufatti. La loro resistenza è da ricondurre alla capacità di
passare da uno stato metabolico attivo a uno latente attraverso una
rapida disidratazione. I licheni sono in grado di vivere in uno stato
di quiescenza anche per parecchi mesi, sino a quando condizioni
ambientali più favorevoli non consentano la ripresa della normale
attività metabolica. Diversamente dalle piante superiori, non
possiedono né radici, né una cuticola cerosa che li protegge e
dipendono esclusivamente dall’atmosfera per l’apporto di
nutrienti minerali. Queste caratteristiche, insieme al fatto che sono
in grado di crescere un po’ ovunque e alla capacità di accumulare
elementi in traccia ben oltre i loro fabbisogni metabolici, li
rendono ottimi indicatori biologici (“bioindicatori”)
dell’inquinamento atmosferico. Nel monitoraggio ambientale i
licheni consentono pertanto di individuare segnali di allarme in
quanto identificano le aree in cui il livello di inquinamento provoca
un effetto su un organismo sensibile, aree che possono perciò essere
oggetto di un più accurato monitoraggio strumentale. In pratica,
nelle aree inquinate, numero e diversità delle specie licheniche si
riducono notevolmente e i licheni tendono a scomparire. Al contrario,
diversità biologica e abbondanza delle specie risultano elevate in
aree con buona qualità dell’aria. In tal senso, è utile precisare
che i licheni non danneggiano gli alberi su cui crescono. Perciò
l’abbondanza e la varietà di specie licheniche sul tronco e sui
rami di un albero secco, ne riflettono sovente la maggiore
disponibilità luminosa, che conseguentemente favorisce la crescita e
la diffusione di specie eliofile, cioè amanti della luce.
Perché
scrivere di licheni in Murlo Cultura? Questa breve comunicazione è
dedicata a Lobaria pulmonaria (L.) Hoffm., anche conosciuto
con il nome di "polmonaria delle querce" o "lichene
polmone" (figure 1, 2 e 4).
Fig.
1 - Un bell’esemplare di Lobaria pulmonaria nella valle del
Crevole.
Fig.
2 - Particolare dei corpi fruttiferi (apoteci) di Lobaria
pulmonaria, nei quali vengono prodotte le spore.
Lobaria pulmonaria è il
risultato di una simbiosi fra organismi appartenenti a tre Regni
diversi: un fungo (ascomicete), un'alga verde e un cianobatterio. Si
tratta di un lichene epifita dalle dimensioni ragguardevoli (spesso
oltre 30 cm di diametro), la cui forma ricorda vagamente quella di
un'insalata. Poiché L. pulmonaria è estremamente sensibile
all'inquinamento atmosferico, vive in aree remote non inquinate e
caratterizzate da un elevato livello di umidità atmosferica. La
specie è influenzata negativamente sia dalla riduzione dell'habitat,
sia dalla gestione forestale, tanto che in Europa è considerata
specie rara e in forte declino. La presenza stessa della Lobaria
in un’area è quindi un indicatore positivo di qualità
ambientale.
In
tal senso, di recente è stata scoperta una popolazione di L.
pulmonaria numericamente impressionante nelle valli che
circondano la Rocca di Crevole, che meriterebbe uno studio
approfondito ai fini della conservazione di questo ambiente e di
habitat con caratteristiche simili. Durante alcune escursioni, sono
stati individuati circa 500 alberi colonizzati da Lobaria, in
particolare roverella, acero, carpino, frassino, leccio, pruno
selvatico e addirittura edera. L’area interessata, sulla base delle
conoscenze attuali, corrisponde alla rappresentazione di figura 3.
Fig.
3 - Area di distribuzione di Lobaria pulmonaria nella zona di
Crevole, sulla base delle conoscenze attuali.
I cerchietti indicano
le zone di ritrovamento.
Le
comunità licheniche caratterizzate da un’elevata presenza di L.
pulmonaria sono composte da specie fortemente igrofile, non
nitrofile, molto sensibili all'inquinamento e generalmente assenti in
aree antropizzate. Una
ricerca italiana (Nascimbene et al., 2010) ha dimostrato che
ecosistemi popolati da L. pulmonaria
ospitano immancabilmente anche altre specie rare di licheni che
condividono le stesse caratteristiche ecologiche.
I
delicati rapporti di equilibrio fra la diffusione di L. pulmonaria
e le caratteristiche ecologiche del suo habitat sono ancora oggetto
di indagine. Gli Autori riferiscono quanto segue: «.our findings
are in accordance with several floristic papers indicating that
stands with large populations of L. pulmonaria are core
areas for numerous nationally rare lichens. These types of stands
were indicated to have a conservation priority due to the higher
genetic variability and evolutionary potential of large Lobaria
populations compared to small-sized populations».
I loro risultati “concordano con vari studi floristici che indicano
come i siti caratterizzati da ampie popolazioni di L. pulmonaria
sono aree di primaria importanza per numerose specie rare a livello
nazionale. Questi siti hanno pertanto priorità in termini di
conservazione, grazie all'alta variabilità genetica e al potenziale
evolutivo che risiede in popolazioni ampie di Lobaria rispetto
a popolazioni di dimensione limitata". Ed è noto che la
ricchezza specifica e la presenza di specie rare sono fra i
principali criteri nella selezione di aree di interesse e con
priorità a fini conservazionistici (Nordén et al., 2007). Queste
considerazioni suggeriscono che anche l'area che circonda la Rocca di
Crevole possa racchiudere in sé le caratteristiche di un sito di
interesse a fini conservazionistici.
Fig.
4 - Gruppi di Lobaria pulmonaria su un singolo albero nella
valle del Crevolicchio.
LISTA
FLORISTICA DEI LICHENI DI CREVOLE
La
seguente è una lista floristica (non esaustiva) dei licheni epifiti
rinvenuti insieme a *Lobaria pulmonaria. La nomenclatura segue
il database Italic (Nimis & Martellos, 2008), l'asterisco
(*) indica specie molto o estremamente rare (Nimis & Martellos,
2008).
I
campioni sono conservati presso l’erbario SAV – Slovenská
Akadémia Vied, in Bratislava.
Anaptychia
ciliaris, Cladonia sp. div.,
Collema flaccidum, Collema furfuraceum, Collema subflaccidum, Collema
subnigrescens, *Degelia plumbea, Chrysotrix candelaris, Evernia
prunastri, Flavoparmelia caperata, *Fuscopannaria mediterranea,
*Gyalecta derivata, Heterodermia obscurata, Hypogymnia physodes,
Lecanora argentata, Lecanora carpinea, Lecanora chlarotera, Lecidella
elaeochroma, Lepraria sp.,
*Leptogium brebissonii, Leptogium lichenoides, Leptogium
teretiusculum, *Lobaria amplissima, *Megalaria laureri, *Nephroma
laevigatum, Normandina pulchella, Parmelia sulcata, Parmelina
quercina, Parmelina tiliacea, *Pannaria conoplea, *Parmeliella
triptophylla, Parmotrema perlatum, Peltigera praetextata, Peltigera
sp. div., Pertusaria
albescens, Pertusaria amara, Pertusaria hemisphaerica, Phlyctis
agelaea, Phlyctis argena, Physconia distorta, Physconia servitii,
Ramalina farinacea, Ramalina fastigiata, Usnea sp.
Bibliografia
Nylander,
W. 1866. Les lichens du Jardin du Luxembourg. Bulletin Société
Botanique de France, 13: 364-372.
Nascimbene,
J., Brunialti, G., Ravera, S., Frati, L., Caniglia, G., 2010. Testing
Lobaria pulmonaria (L.) Hoffm. as an indicator of lichen
conservation importance of Italian forests. Ecological Indicators,
10: 353-360.
Nimis,
P.L., Martellos, S., 2008. ITALIC - The Information System on
Italian Lichens. Version 4.0. University of Trieste, Dept. of
Biology, IN4.0/1 (http://dbiodbs.univ.trieste.it/).
Nordén,
B., Paltto, H., Götmark, F., Wallin, K., 2007. Indicators of
biodiversity, what do they indicate? – Lessons for conservation of
cryptogams in oak rich forest. Biological Conservation, 135:
369-379.