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Nel
nostro Comune esistono luoghi straordinari resi tali dal felice
connubio tra persone, fatti e ricordi. Luoghi particolari?
Pittoreschi? Nemmeno per sogno; piuttosto comuni anzi, ma che
cambiano pelle ogni qualvolta si verificano i presupposti per
indirizzare l’attenzione di qualche fortunato verso eventi
appartenuti ad un passato ormai remoto. Infatti l’atmosfera che li
avvolge, agisce come l’onda di uno tsunami in miniatura sulle
memorie sopite delle persone presenti facendo riaffiorare episodi ed
emozioni relegati nel dimenticatoio. Uno di questi luoghi
insospettabili si trova proprio a Casciano sotto gli occhi di tutti e
tutti lo conoscono anche se ben pochi hanno la percezione della sua
straordinaria qualità. E’
ubicato nella piazzetta del paese, quella col giardino e il pozzo,
proprio di fronte al bar del Circolo. Da tempo immemorabile la
stanzetta sotto l’insegna di BARBIERE, apre i battenti ogni mattina
con un procedimento sempre uguale che non sgarra di un solo
millimetro da un giorno all’altro. I gesti e i tempi si ripetono
con lo stesso ritmo come se chi li compie lo facesse seguendo un
preciso rituale. Marcello è il sacerdote di questa cerimonia
quotidiana alla quale da luogo, senza sbagliare un passaggio né la
successione dei singoli movimenti come seguendo un copione scritto
sul suo DNA. Seguire la cronologia di questo rituale ormai
consolidatosi nel tempo, è un privilegio riservato a coloro che
arrivati prima dell’apertura, possono osservarlo con attenzione fin
dall’inizio riempiendosi ogni volta di meraviglia. L’atmosfera
che via, via si ricrea all’interno, si arricchisce con l’ingresso
alla spicciolata dei clienti e non, che senza distinzione alcuna, e
inconsapevolmente, diverranno essi stessi protagonisti di un evento
che si esaurirà nel giro di un taglio di capelli. Si tratta degli
abituali frequentatori di un minuscolo salotto che ricorda quelli dei
tempi andati, tanto cari ai rivoluzionari e ai patrioti, ove solevano
riunirsi per cospirare o più semplicemente per stare insieme. Nel
ritrovarsi tra persone ormai mature, non esiste alcuna velleità
eversiva né l’illusione di poter cambiare il mondo suggerendo
rimedi più o meno fantastici, ma piuttosto il desiderio di evadere
da una quotidianità asfissiante che poco spazio concede ai
sentimenti veri. C’è la voglia di parlare tra superstiti di eventi
lontani con il linguaggio diretto di chi non aveva bisogno di parole
sofisticate per farsi intendere ma usando la viva voce e guardandosi
negli occhi. Bastava ascoltarsi dentro senza farsi confondere dagli
argomenti dei giornali di parte o dalle TV piuttosto interessati a
spacciare “lucciole per lanterne”. Il negozio di Marcello,
dall’arredo spartano e essenziale ma ricco di foto, di disegni
illustranti scene di vita e pensieri venuti da paesi lontani,
rappresenta un luogo di cultura ove è possibile confrontarsi e
discutere su avvenimenti di quando la sopravvivenza si conquistava
ogni giorno aiutati solo della volontà e dalla speranza di poter
migliorare il proprio stato. E’ forse dalla presa coscienza di
quanto espresso, che la bottega di Marcello appare ai miei occhi come
uno straordinario punto di aggregazione che nulla ha da spartire con
pretenziosi negozi alla moda frequentati da personaggi snob, intenti
a dissertare su argomenti che trattano di massimi sistemi ma che non
portano da nessuna parte. Qui non si discute usando il linguaggio
forbito di colui che intenderebbe apparire diverso da quello che è,
ma solo con l’intento di dare risposte a interrogativi che la
realtà di oggi pone a coloro costretti a guardarla con occhi di
tanti anni fa. Ogni quattro o cinque settimane il rito del taglio dei
capelli si ripropone e, come ormai di consuetudine, si rinnovano gli
incontri con scambi di notizie, impressioni e commenti. Tutto avviene
così, semplicemente presso il salotto di Marcello a Casciano con la
certezza, tornandosene via, di ritrovarsi non soltanto più belli e
profumati, ma soprattutto più ricchi internamente di quando vi
eravamo arrivati.
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