MURLOCULTURA
n. 3/2006 |
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Adesso è il turno di Montepescini
di Luciano Scali |
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si è ancora spento il segnale di allarme sulle condizioni di
stabilità della Pieve a Carli, che l’attenzione si sposta
oggi verso una situazione di estrema emergenza rappresentata dal crollo
di una parte del tetto dell’antica Chiesa dei Santi Pietro e
Paolo a Montepescini. Da informazioni assunte il crollo ebbe luogo nel
dicembre 2005 e da quella data, nessun intervento materiale è
stato posto in atto per coprire in forma provvisoria un vano di oltre
quindici metri quadrati apertosi nel tetto. Il collasso di altre parti
di copertura è da ritenersi imminente visto lo stato precario
delle tre capriate che la supportano. L’errata realizzazione di
quest’ultime favorisce, anziché eliminarle, le spinte
esercitate dal tetto sulle pareti laterali innescando un processo di
rotazione di quella orientale come dimostrano le preoccupanti lesioni
comparse in facciata. Commenti in merito è inutile farne
perché non portano da nessuna parte e non servono a cambiare
minimamente le cose. Si può solo prendere atto di vivere con
grande tristezza una stagione da “fine epoca” dove nelle
vesti di spettatori impotenti si assiste alla caduta di riferimenti
millenari ritenuti a pieno titolo, ancora parte del patrimonio storico
e culturale del nostro Territorio. L’abbandono porta gli uomini e
le cose ad una prematura fine, li fa morire anzitempo. Solo fra molti
anni verrà in mente a qualche curioso di rispolverarne la
memoria riaccendendo così interessi e polemiche col risultato di
recriminare sull’incuria di chi non c’è più e
prendere atto della scomparsa di un bene che poteva essere salvato.
Quella di Montepescini è una chiesa antica, più volte
lesionata dalle guerre ma sempre risarcita dalla fede dei parrocchiani
del tempo. Curiosamente oggi, senza una guerra alla quale attribuirne
la responsabilità rischia la sua scomparsa definitiva. Secondo
Enzo Carli fu proprio per questa chiesa che venne dipinta da Duccio di
Boninsegna l’immagine della Madonna col Bambino, poi trasferita
all’Eremo di Montespecchio e da questi a Crevole fino a trovare
oggi la sua definitiva collocazione presso il Museo dell’Opera
del Duomo. Sempre per essa Neroccio di Bartolomeo Landi realizzò
nel 1492 la tavola raffigurante la Madonna in trono col Bambino e Santi
che oggi trovasi presso la Pinacoteca Nazionale di Siena. Non vale certo dilungarsi sull’argomento anche per non innescare inutili polemiche, ma piuttosto esortare la proprietà e le Soprintendenze che tutelano i Beni Culturali a recarsi sul posto per prendere visione dello stato in cui la chiesa versa. Con tutta probabilità non saranno a conoscenza dei dettagli dell’accaduto, altrimenti dopo un sopralluogo seppur sommario qualche provvedimento d’urgenza sarebbe stato senz’altro preso, se non altro a salvaguardia dell’incolumità di chi potrebbe avventurarsi nei paraggi. Da non dimenticare che l’accesso fino alla porta della Chiesa è consentito a chiunque poiché nel piccolo cimitero antistante, si tumula ancora. |
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