MURLOCULTURA
n. 3/2006 |
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La primavera “regala” un imprevisto evento ai “castellani” di Murlo G.P.L. tra i nuovi Etruschi di Luciano Scali
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A
Murlo il mistero è di casa, fa parte della sua natura e chi vi
abita non se ne scandalizza affatto, anzi, in certi casi ne fa quasi un
motivo di orgoglio. Addirittura l’etimologia del suo nome
è incerta: c’è chi l’associa alla terra, chi
a “luogo murato” e chi ai topi di cui il suo blasone
talvolta si fregia. Ultimamente queste bestiole non troppo amate sono
state sostituite nello stemma dai lupi, come se questi, ormai
scomparsi, fossero stati oggetto nel passato di benevole effusioni. Che
dire poi delle origini? L’avranno fondato gli etruschi o la sua
nascita risale all’alto o al basso medioevo? Il suo aspetto
originale come sarà stato? C’è forse rimasto
qualcosa di allora? Di certo nessuno lo sa… si può solo
immaginare poiché, quanto di scritto si trova in giro, non
è sufficiente a dare un quadro leggibile del passato.
Esistono poi le storie tramandatesi verbalmente che parlano di gallerie
scavate nel “tischio” per portare lontano, per servire da
possibili vie di fuga in caso di assedio ed anche per rifornirsi, e
resistere così ad oltranza. Ma guarda caso, di questi fantastici
cunicoli non rimane traccia e la sola memoria certa riguarda invece
alcune cisterne via via riempite di macerie e calcinacci perché
ritenute obsolete e inservibili. Tracce visibili di antiche aperture si
trovano in ogni costruzione facendo immaginare aspetti diversi nel
tessuto del castello, ma insufficienti per poterne prefigurare almeno
uno. Da qui il mistero, come quello del mitico passaggio del Vescovo
all’interno del castello prima della sua suddivisione in
altrettante unità abitative. I residenti di Murlo si sono
abituati a convivere con i misteri da non farci più caso fino
all’aprile di questo anno allorché, nel cuore della notte
vennero svegliati e fatti evacuare dalle loro case, a causa di una
pericolosa fuga di gas. Da quel momento, e per più di tre settimane, attorno al piccolo borgo in cima al poggio è stato un avvicendarsi di autorità e di esperti tutti tesi a tenere sotto controllo l’evolversi dell’evento e, soprattutto, a neutralizzare il pericolo di possibili deflagrazioni. |
Sembra proprio che siano
riusciti nel loro intento, dopo avere effettuato importanti lavori
sotto la pavimentazione del castello. In questa occasione
l’Amministrazione Comunale si è data molto da fare per cercare di
alleviare il più possibile il disagio dei “profughi” e, per quanto mi
riguarda, sento il dovere di ringraziarla sinceramente. Però, Murlo non si smentisce, ed ancora una volta ha approfittato dell’occasione per aggiungere un “nuovo enigma” al suo già nutrito carnet di misteri. Il pericolo per la pubblica incolumità sembra scomparso, ma le domande che durante i ventitré giorni di forzata assenza dalla propria abitazione ciascuno ha avuto il tempo di farsi, sono rimaste senza risposta. Chiunque abbia una infarinatura di scuola sa che “ogni effetto ha sempre la sua causa” ma nessun esperto è stato in grado d’indicarne una credibile. Se questo sia grave, non sono in condizione di affermarlo, ma se un pericolo esisteva e adesso è scomparso, qualcosa deve essere successo. Non credo che il rimedio sia avvenuto per caso, e nemmeno che l’effetto sia apparso spontaneamente senza una causa ben precisa. Per me, vecchio ancora in via di sviluppo, è ininfluente conoscere la verità, per gli altri: non ho idea. Forse mi piace di più pensare ad una qualche burla degli antenati di Poggio Civitate, per divertirsi alle spalle dei propri discendenti convinti di essere gli etruschi del duemila. Preso da tale pensiero, m’è parso anche di vedere nottetempo personaggi altissimi, con mantelli e cappelloni aggirarsi furtivi per le stradette buie di Murlo, trascinandosi dietro oggetti misteriosi. Dove andassero e cosa facessero non lo so, però ho avuto l’impressione che indossassero le maschera antigas, come quelle del tempo di guerra! Ma sarà vero o l’avrò solo sognato? |
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