MURLOCULTURA n. 3/2008

Straordinarie affinità fra realtà architettoniche lontane

Le volte delle Cattedrali normanne
e quella di Cuna

Riflessioni di Luciano Scali


Associazione Culturale di Murlo
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Un viaggio in Normandia che oltre a mettere in contatto con realtà poco conosciute, riesce a fornire preziose conferme su intuizioni relative a particolari tipi di strutture architettoniche. Questo è quanto mi è accaduto nel maggio scorso durante la visita a Giberville in merito all’argomento esaminato nel quaderno trimestrale di marzo.

La Cattedrale di Bayeux

Le volte della Cattedrale di Bayeux

La questione riguardava la volta a ombrello della Grancia di Cuna definita come una notevole eccezione nell’architettura civile delle nostre parti ma che trovava interessanti riscontri nelle monumentali basiliche gotiche del nord. È stato così possibile fotografare alcune di queste eccezionali opere, adottate in prevalenza per la copertura delle parti absidali  delle chiese, seguendone il loro andamento curvo.
In questo caso l’imposta delle nervature veniva collocata tra una finestra e l’altra i cui archi ogivali definivano l’andamento degli spicchi che costituivano la volta, mentre la luce diurna filtrata dalle vetrate multicolori e riflessa dalle volte stesse creava un’atmosfera singolare e unica. La finalità di tali opere era dettata dalla necessità di coprire il catino semisferico dell’abside e di lasciare libere le finestre mentre nel caso della volta di Cuna si trattava di coprire totalmente un’area trapezoidale, forse originariamente aperta e da recuperare, adattandosi a situazioni preesistenti. Le nervature vennero impostate sulle strutture massicce del piano terra e sugli archi del passaggio costruiti nel medesimo tempo. Nell’interrogarsi sul motivo di adottare una volta così insolita per le nostre zone anziché affidarsi a volte più comuni, viene anche spontaneo pensare che forse abbia pesato nella decisione una certa ambizione estetica. Una sorta di sfida nel voler emulare le opere dei grandi maestri del tempo da parte di più modesti “mastri d’opera” ma abbastanza acculturati da sentirsi in grado di potersi cimentare in prove impegnative non comuni? Chi lo sa; ma a rifletterci bene, se assieme alla necessità del momento vi fosse stato anche un pizzico di questo spirito ad animare l’anonimo maestro di Cuna, non si può certo dire che abbia guastato ma piuttosto contribuito a realizzare un’opera che di per se stessa può dirla lunga sulle capacità professionali delle maestranze di allora.

 Le volte della Grancia di Cuna

Le volte della Grancia di Cuna

Le volte della Grancia di Cuna


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