MURLOCULTURA n. 3/2008

Lavori alla pieve dei S.S. Pietro e Paolo

a Montepescini

di Luciano Scali

Associazione Culturale di Murlo
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Domenica 8 giugno, in occasione dell’annuale festa presso la frazione di Montepescini, non ho mancato di recarmi alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo dove sono stati eseguiti importanti lavori di restauro del tetto. Dopo le mie critiche apparse sul quaderno culturale n°3/2006, mi sono sentito in dovere di spendere due parole sui lavori che sono stati eseguiti per rendere nuovamente agibile la chiesa. Le condizioni in cui la Chiesa si trovava appena pochi mesi fa, apparivano oltremodo preoccupanti sia per la porzione di tetto franata che consentiva alla pioggia libero accesso all’interno, sia per lo stato precario della restante copertura con le sue sollecitazioni crescenti esercitate direttamente sulle strutture murarie esterne. Per quanto è possibile osservare dal basso, si può senz’altro affermare che il lavoro è stato eseguito con competenza nel rispetto di quei principi statici essenziali ai quali ogni costruttore serio dovrebbe attenersi. Le capriate sono state sostituite com’era necessario con altre, utilizzando materiale non squadrato ed evitando così d’indebolirne la struttura seppure in misura minima. Anche al monaco è stata lasciata una “corsa” che ci auguriamo si stata calcolata compatibilmente con l’elasticità dei puntoni, affinché non giunga a far gravare sulla catena una buona parte del carico del tetto togliendole così la sua funzione come accaduto in passato. Dal basso non si arriva a scorgere bene come il puntone s’innesti nella catena ma si può supporre, vista la cura usata per il resto, che anche tale dettaglio abbia avuta la particolare attenzione del costruttore. Lavoro soddisfacente allora? Direi proprio di si anche se la posa in opera di almeno due catene metalliche avrebbe rassicurato maggiormente sullo stato della parete orientale togliendole definitivamente quella tendenza a ruotare verso il cortile innescatasi con la spinta anomala delle precedenti capriate. Un solo piccolo neo che nulla ha a che vedere con la statica: le mezzane del tetto sarebbero apparse molto più belle se fossero state sabbiate. Complimenti dunque per un lavoro fatto “come si deve” che consentirà ancora una volta, a questa chiesa quasi millenaria, di risorgere per testimoniare nel tempo la volontà del popolo di Montepescini di stringersi attorno ad essa come accadeva nei momenti difficili, per riaffermare una identità che seppure sopita, non è andata certamente perduta.


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