MURLOCULTURA n. 3/2009

Una lodevole iniziativa del Circolo Arci di Torrenieri coinvolge con successo
alcuni Circoli  Arci di comuni limitrofi


DeskArt 2009
Spazio aperto graficateatrovideomusica


di Luciano Scali

Associazione Culturale di Murlo
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Lo scoprire determinate cose per caso, oltre a mettere di fronte ad una realtà sconosciuta o quanto meno persa di vista, riconcilia con la vita passata allorché non eravamo abituati a conoscere le condizioni del tempo del giorno dopo ma affidarsi piuttosto alla saggezza dei proverbi. Il trovarsi di fronte all’imprevisto provoca sempre una certa emozione e per me lo è stato allorquando ho voluto vedere il contenuto di una busta indirizzata alla nostra Associazione e che in un primo momento avevo scambiata per una delle tante pubblicità quotidiane. Il cartoncino giallo all’interno altri non era che l’invito a intervenire a “Spazio aperto grafica teatro video musica” indetto dal circolo Arci di Torrenieri con la partecipazione degli omonimi circoli di Ville di Corsano, Monticchiello e Vescovado di Murlo.  Ognuno di questi circoli si sarebbe presentato con laboratori diversi: Torrenieri con la grafica, Ville di Corsano con il video, Monticchiello con la musica e Vescovado di Murlo con il teatro. Nell’ampia sala dell’Arci di Torrenieri erano stati disposti tavoli colmi di dispense, brochures e DVD approntati per l’occasione assieme a numerosi posti a sedere per altrettanto numeroso pubblico presente.
Dopo una presentazione ad hoc dell’evento ha avuto inizio lo spettacolo. Di solito in casi del genere non mi capita di dilungarmi troppo in dettagli preferendo passare subito alla sostanza delle cose ma, non appena entrato nell’atmosfera particolare del momento, mi sono accorto che stava accadendo qualcosa di diverso meritevole di essere esplorato in profondità. E’ stato interessante scoprire come il laboratorio teatro prodotto dal circolo di Vescovado di Murlo fosse stato scelto quale “
collante” per legare i tre diversi video presentandoli in successione all’interno di una storia “dal vivo”, con protagonisti veri a diretto contatto col pubblico.
La “piéce du theatre” dal titolo “L’audace colpo dei soliti noti”, ambientata nel villaggio di Vescovado, prende avvio della scomparsa di un prezioso vaso etrusco. Viene abilmente usata dal regista per mantenere viva l’attenzione dello spettatore durante il suo vagare tra le tecniche diverse dei vari video. Il ricorso ad un vernacolo ormai in disuso, rafforza l’apparente drammaticità della vicenda rendendola per alcuni versi possibile allorché fanno capo accenni razzisti nell’addossare la colpa dell’accaduto a “gente venuta da fuori” e per questo da tenersi sotto controllo addirittura con ronde notturne. Come spesso accade sarà proprio il più arrabbiato persecutore di  extra-comunitari il vero colpevole di tutta una serie di malintesi anche se il suo attonito stupore di fronte alla realtà apparsagli completamente diversa da quella immaginata, induce più alla compassione che non alla voglia di punirlo.  La regia di Tommaso Innocenti fa sentire il suo peso nella riuscita della serata anche se per me incontrare fra i protagonisti alcuni “ragazzi cresciuti” avuti a scuola in un recente passato, ne è stata la vera scoperta. I nostri ragazzi, dopo la scuola secondaria, hanno persa buona parte della loro visibilità di sempre incamminandosi verso specializzazioni diverse che costituiranno la base delle loro future attività. Il ritrovarli uniti con lo scopo di realizzare un progetto comune è quanto di meglio ci si potesse aspettare da questi ragazzi ove la presa di cognizione del valore di “fare cose assieme”, unendo capacità e sforzi, è indubbio sinonimo di crescita. Il risultato ottenuto ha messo in risalto le singole capacità dei protagonisti facendo intravedere buone possibilità di crescita del gruppo in ambito teatrale, purché venga concessa loro la necessaria opportunità di proseguire in tale direzione.
E’ mia intenzione ringraziare personalmente
Leonardo Sani, Sara Rubegni, Noemi Pescini, Michela Attanasio, Giulia Ragno e Sofia Parigi per il regalo che mi hanno fatto nel riscoprirli in altra veste; Tiziano Mammarella nel rivelarsi efficace caratterista; Martina Anselmi in un personaggio così insolito se rapportato alla riservatezza del suo carattere e infine Filippo Lambardi
che ha recitato con efficacia i vari ruoli nel corso della vicenda culminati nel personaggio del brillante investigatore e del deciso maresciallo dei Carabinieri. Tornando verso casa con Camillo, abbiamo commentato favorevolmente l’evento e, appena “scollettato” Bibbiano, nell’osservare il cielo rosato del tramonto siamo stati concordi nel convenire che forse in questo sabato di giugno il futuro del gruppo teatrale vescovino si stava annunciando anch’esso pieno di rosee promesse. 

 

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