Tango!
e la struggente musica argentina
dà il via alla cena della Festa dei Popoli insieme alle “empanadas
de carne”, prima portata di una serata, piacevole, indovinata ed
importante per la nostra comunità. Festa dei Popoli: con questo nome
abbiamo voluto chiamare un incontro tra alcune famiglie provenienti
da altri paesi e i cittadini di Murlo. E’ un progetto che avevamo
in mente da diversi anni, ma per varie ragioni non si era mai
riusciti a realizzarlo nella sua interezza. Il compromesso delle
ultime edizioni di preparare una cena con qualche cibo esotico, vuoi
da noi stessi oppure preparato da un ristoratore, non aveva mai
soddisfatto e non rappresentava completamente il nostro obiettivo,
che prevedeva un reale coinvolgimento di cittadini stranieri, che
abitano nel nostro comune lavorando in diversi settori produttivi e
attività. L’edizione del 2011 ha voluto essere un ritorno all’idea
originale, cioè una festa con la reale partecipazione delle comunità
straniere presenti sul territorio, da coinvolgere sia nella
preparazione dei cibi sia nell’intrattenimento. Hanno partecipato
all’evento cittadini e famiglie provenienti dall’Argentina, dalla
Colombia, dal Senegal, dalla Tunisia e dal Kossovo. Alcuni di loro
sono a Murlo da molti anni, altri da meno tempo; tutti danno il loro
contributo alle attività e necessità del nostro territorio.
Dire
che è stato facile organizzare questo evento sarebbe non
corrispondente al vero. Il parlarne, il cercare di trovarsi, la
programmazione, lo studiare quali piatti preparare, cercando di
coordinarli in una sequenza con un senso culinario, avendo a
disposizione cibi completamente diversi da quelli nostri usuali, è
stato stimolante anche se talvolta faticoso, insieme al bilanciamento
delle diverse sensibilità. Per tornare alla cena, dopo l’inizio
argentino, si è passati ad un “risotto de quinoa”, piatto della
Colombia. Dobbiamo spendere qualche parola per questa portata per due
ragioni. La prima che per farlo è stato necessario coinvolgere
l’ambasciata colombiana a Roma per fare arrivare il prodotto
direttamente dalla Colombia. La seconda riguarda il prodotto stesso:
la “quinoa” è testimone di biodiversità, già venerata dagli
Inca come pianta sacra, viene coltivata da oltre 5000 anni sugli
altipiani pietrosi delle Ande ad altitudini comprese tra 3800 e 4200
metri. Gli Inca chiamano la quinoa chisiya mama che nella loro
lingua vuol dire “madre di tutti i semi”. A seguire un “couscous
con verdure”, speciale anche questo perché la materia prima
proveniva direttamente dalla Tunisia, come la cuoca di questo piatto.
Sempre dalla Tunisia, fatto da un’altra famiglia, il pane. Il
Senegal ha presentato la “iasa”, un piatto tipico di carne di
pollo con verdure e con una speciale salsa. Dessert del Kossovo, la
torta “baklavà”, della Colombia ancora, la “quinua con latte y
miel” e dei biscotti al cocco, sui quali si sono cimentate due
cuoche locali. Sono stati sorprendenti le capacità di tutti, non
professionisti, di preparare ottimi piatti che hanno raccolto il
plauso dei convenuti alla cena. La cucina, peraltro, è stata solo un
aspetto di questo incontro di migliore e più approfondita conoscenza
di culture, usanze e tradizioni diverse dalle nostre. Ogni comunità
ha presentato, con molta semplicità come ci proponevamo, oggetti
provenienti dai diversi paesi, cose di tutti i giorni tipiche,
testimonianze delle tradizioni artigianali e non solo. Tutto questo
insieme alle musiche dei vari paesi, che hanno fatto da sottofondo
alle varie portate; purtroppo solo il Kossovo ha potuto presentare
musica dal vivo. Di ogni nazione partecipante è stata preparata e
messa a disposizione dei presenti un’ampia monografia dedicata alla
conoscenza della sua geografia, della sua storia e tradizioni, dalle
prime notizie che si perdono nella notte dei tempi fino ai giorni
nostri. Per ogni nazione è stato individuato e messo in evidenza un
aspetto culturale caratterizzante il paese, monumenti e/o tradizioni
inseriti dall’Unesco nell’elenco del “Patrimonio dell’Umanità”.
Questo lavoro è stato particolarmente utile per migliorare la nostra
conoscenza di questi paesi, che -tutti- hanno un passato ed una
storia che spesso non conosciamo e non riusciamo ad immaginare. Anche
un piccolo bagno di umiltà per noi che frequentemente ci sentiamo
gli unici depositari della storia dell’umanità.
Tutto
questo insieme, come dicevamo all’inizio, ha contribuito a creare
un importante momento di conoscenza reciproca, favorendo l’incontro
tra culture diverse per costruire una comunità solidale ed
accogliente nel rispetto delle diversità e della legalità. Una
serata insieme per scoprirsi tutti portatori del medesimo sogno:
quello di vivere in un comune dove culture diverse non vivono solo
una accanto all’ altra ma si incontrano e si riconoscono fratelli.