MURLOCULTURA n. 3/2011

Unità d'Italia a Murlo

Il Viale della Rimembranza

Saggio della classe quinta elementare della scuola “Dario Neri” di Vescovado di Murlo

di Luciano Scali


Associazione Culturale di Murlo
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Non si può dire che la ricorrenza del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, sia trascorsa in sottotono presso le scuole del nostro comune poiché numerose sono state le iniziative per commemorarla. I giovani si sono sentiti coinvolti in prima persona da tale evento con risultati davvero insperati. Anche i docenti che hanno dato vita ai progetti relativi si sono resi conto come gli avvenimenti che portarono all’unità della nostra nazione siano partiti “da lontano” coinvolgendo il popolo tutto e che i valori di quel tempo riaffiorino spontanei nelle coscienze dei più giovani al solo ricordo delle gesta eroiche riportate dai libri di testo e dai mass-media. Ma il successo delle iniziative ha trovato il massimo interesse allorquando i ragazzi si sono resi conto che un piccolo comune come il nostro aveva contribuito in maniera sensibile alla creazione di uno stato unito attraverso il sacrificio di personaggi semplici che più nessuno ricorda ma ai quali va la gratitudine incondizionata di tutti. La scoperta di alcuni resti di quello che fu il viale della memoria, nato appunto dal desiderio che il sacrificio di tanti concittadini non venisse dimenticato, ha avuto nei giovani un effetto incredibile, capace di spingerli ad esternare quelle emozioni che la conoscenza di avvenimenti inediti erano stati capaci di suscitare. All’interesse per la ricerca che approfondisse quanto erano venuti a conoscere, hanno fatto seguito iniziative attraverso le quali riscoprire un paese nuovo dall’aspetto sconosciuto seppure appartenuto alla nostra storia recente. Un breve ma interessante video ha fissato le immagini riportate anche in un pannello realizzato in classe, senza tante pretese ma scaturito dal cuore. Un modo semplice per osservare con occhi diversi e maggiore cognizione aspetti del nostro territorio legati a eventi eccezionali di cui fino ad oggi si ignorava perfino l’esistenza.


Quando il 4 novembre 1918 ebbe termine la prima guerra mondiale, ben circa seicentomila di coloro che vi avevano partecipato non fecero ritorno a casa. Molti di questi furono riconosciuti e sepolti in grandi cimiteri da dove i loro resti mortali vennero poi trasferiti in imponenti sacrari ove tuttora riposano. Altri addirittura scomparvero polverizzati dalle bombe o distrutti dai lanciafiamme o nei numerosi campi di prigionia. Di questi restarono solo i nomi negli elenchi presso i Distretti Militari o nei comuni di provenienza ma, soprattutto, nel ricordo delle loro famiglie che per anni coltivarono la speranza di vederli tornare. Con la pace e la sopravvenuta rassegnazione, si fece strada in ogni paese il desiderio che almeno il ricordo del loro sacrificio non andasse perduto. Nacquero ovunque “i luoghi della Memoria” rappresentati da simboli duraturi capaci di conservarla nel tempo. Anche la Comunità di Murlo, duramente provata, volle ricordare i propri figli con una chiesa e con un viale a doppia fila di cipressi ognuno dei quali dedicato ad un caduto. Sulla facciata della chiesa, edificata laddove un tempo si trovavano alcuni magazzini, fu posta una lapide con i nomi dei martiri proprio accanto all’ingresso. All’interno una grande pala d’altare dipinta dal concittadino Dario Neri evidenziava il sacrificio dei caduti mentre la Madre di Dio e i suoi angeli sovrastavano i campi di battaglia pronti ad accogliere le loro anime. Ma il tempo, se da un lato riesce a lenire ogni male, dall’altro sopisce i ricordi e fa cadere nell’oblio ogni buona intenzione. Uno dopo l’altro i cipressi dedicati ai morti sono stati soppiantati da costruzioni destinate ai vivi e dopo il collasso della chiesa avvenuto mezzo secolo fa, della “Via delle Rimembranze” è rimasto solo il nome nelle targhe e, in qualche caso, scritto male. Si deve alla sensibilità dello scomparso don Mauro Taccetti se la lapide originale è pervenuta ai giorni d’oggi ricollocata sulla parete della nuova chiesa. Come ognuno sa, i simboli sono utili poiché servono a far ricordare, ma è forse più importante quanto ognuno dovrebbe custodire dentro di sé a imperitura riconoscenza del sacrificio dei caduti di tutte le guerre grazie al quale è possibile vivere in pace la vita dei nostri giorni.

Scarica la presentazione realizzata dalla classe V°  "Il percorso della memoria" (PDF 2,7 Mb)



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