MURLOCULTURA n. 3/2011 | ||
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Unità d'Italia a Murlo Il Viale della Rimembranza Saggio della classe quinta elementare della scuola “Dario Neri” di Vescovado di Murlo di Luciano Scali |
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Quando il 4 novembre 1918 ebbe termine la prima guerra mondiale, ben circa seicentomila di coloro che vi avevano partecipato non fecero ritorno a casa. Molti di questi furono riconosciuti e sepolti in grandi cimiteri da dove i loro resti mortali vennero poi trasferiti in imponenti sacrari ove tuttora riposano. Altri addirittura scomparvero polverizzati dalle bombe o distrutti dai lanciafiamme o nei numerosi campi di prigionia. Di questi restarono solo i nomi negli elenchi presso i Distretti Militari o nei comuni di provenienza ma, soprattutto, nel ricordo delle loro famiglie che per anni coltivarono la speranza di vederli tornare. Con la pace e la sopravvenuta rassegnazione, si fece strada in ogni paese il desiderio che almeno il ricordo del loro sacrificio non andasse perduto. Nacquero ovunque “i luoghi della Memoria” rappresentati da simboli duraturi capaci di conservarla nel tempo. Anche la Comunità di Murlo, duramente provata, volle ricordare i propri figli con una chiesa e con un viale a doppia fila di cipressi ognuno dei quali dedicato ad un caduto. Sulla facciata della chiesa, edificata laddove un tempo si trovavano alcuni magazzini, fu posta una lapide con i nomi dei martiri proprio accanto all’ingresso. All’interno una grande pala d’altare dipinta dal concittadino Dario Neri evidenziava il sacrificio dei caduti mentre la Madre di Dio e i suoi angeli sovrastavano i campi di battaglia pronti ad accogliere le loro anime. Ma il tempo, se da un lato riesce a lenire ogni male, dall’altro sopisce i ricordi e fa cadere nell’oblio ogni buona intenzione. Uno dopo l’altro i cipressi dedicati ai morti sono stati soppiantati da costruzioni destinate ai vivi e dopo il collasso della chiesa avvenuto mezzo secolo fa, della “Via delle Rimembranze” è rimasto solo il nome nelle targhe e, in qualche caso, scritto male. Si deve alla sensibilità dello scomparso don Mauro Taccetti se la lapide originale è pervenuta ai giorni d’oggi ricollocata sulla parete della nuova chiesa. Come ognuno sa, i simboli sono utili poiché servono a far ricordare, ma è forse più importante quanto ognuno dovrebbe custodire dentro di sé a imperitura riconoscenza del sacrificio dei caduti di tutte le guerre grazie al quale è possibile vivere in pace la vita dei nostri giorni. Scarica la presentazione realizzata dalla classe V° "Il percorso della memoria" (PDF 2,7 Mb)
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