Chi
si trova a transitare per Vescovado, non potrà fare a meno di
gettare un’occhiata dentro a quel portone grande aperto da poco,
posto quasi di fronte al circolo ARCI. Quando i suoi occhi si saranno
abituati alla penombra dell’interno avrà l’impressione di
trovarsi nella grotta delle fate dove una di queste lo accoglie con
un sorriso e con aria dolce e discreta. Il luogo ha un nome, ma per
me, entrato da curioso e uscito da primo cliente, sarà sempre “il
posto di Elisa”. Varcarne la soglia equivale a entrare in un mondo
colorato e ingenuo che fa tornare alla mente gli stupori per i
disegni generati dalla rifrazione dei frammenti di vetro rotolanti
all’interno di un caleidoscopio. Tutto è colore e, se per una
sorta di magia le decorazioni potessero esprimersi anche con il
suono, non occorrerebbe certo creare un sottofondo musicale adatto ad
un luogo del genere. L’armonia regna imperiosa e le decorazioni
multicolori catturano l’attenzione del riguardante dando
l’impressione di staccarsi dal proprio supporto per fluttuare
nell’aria al pari delle farfalle di ceramica che fanno mostra di sé
nel crivello sulla parete. “L’arte è un mezzo per comunicare e
condividere emozioni generate da un animo commosso” e proprio
questo è quanto si percepisce durante una seppur fugace visita al
laboratorio in via Roma. Chi vi entra è poi costretto ad uscirne a
malincuore anche se, nell’imbarazzo della scelta, se n’andrà con
una piccola cosa confortato però dalla certezza di portare con sé
un grande valore aggiunto: un po’ dell’atmosfera del mondo
colorato e fantastico di Elisa.