MURLOCULTURA n. 4/2007


Castello di Murlo e dintorni
A.D. 1689


di Giorgio Botarelli
Associazione Culturale di Murlo
Torna all'indice


Stato d'AnimePrima dell’istituzione dello Stato Civile in Toscana, avvenuta nel dicembre 1808 durante il periodo dell’occupazione francese, era tradizionale compito dei parroci occuparsi della registrazione, sancita peraltro come obbligo dal concilio di Trento, di nascite, morti e matrimoni in appositi libri; accanto a questi, i sacerdoti stilavano anche periodici Stati d’Anime del territorio sotto la loro cura, veri e propri, sebbene rudimentali, censimenti della popolazione.
Gli Stati d’Anime rappresentano per noi, oggi, quando disponibili, preziosa fonte di molteplici e qualche volta curiose informazioni sui nostri avi, dai celebri ai più umili, e si rivelano sempre e per molti versi documento di estrema utilità per chiunque voglia intraprendere studi sulla popolazione locale e sull’andamento demografico, ricostruire interi alberi genealogici o definire vicende connesse alla vita di personaggi storici e non, di intere famiglie o anche di centri abitati, e più in generale sono essenziali per chiunque voglia indagare a fondo la storia del territorio.
Usualmente sono suddivisi per nucleo familiare con i nomi dei rispettivi componenti, il loro rapporto di parentela, l’età e spesso l’occupazione di ognuno di essi. Vi si possono trovare notizie sul luogo di residenza e talvolta sulla proprietà dell’abitazione. Da sottolineare, semmai, che soprattutto i dati concernenti l’età delle persone sono sempre da prendere con cautela, in quanto il conteggio degli anni era di regola aleatorio, per cui è facile riscontrare, specialmente sulle età avanzate, errori anche di svariati anni. Inoltre la trascrizione dei nomi dal testo originale può occasionalmente generare inesattezze, perché spesso abbreviati o la grafia di difficile interpretazione. C’è poi da supporre che i rilevamenti effettuati in antico dai parroci possano talora non rivestire quei caratteri di completezza e puntualità richiesti invece da un moderno lavoro di censimento. Alcuni Stati d’Anime relativi al comprensorio della pieve di Murlo e risalenti ad anni compresi negli ultimi tre decenni del Seicento, furono compilati da Giovanni Domenico Panicali, pievano di San Fortunato dal 14 settembre 1668 al 25 ottobre 1717, anno della sua morte.
In un piccolo registro da lui manoscritto nel 1689 e titolato Libro dello Stato dell’Anime della Chiesa di S. Fortunato di Murlo nel presente anno 1689 (1), sono annotati gli Stati d’Anime di Murlo castello, di Tinoni, dell’Antica, di Lupompesi e dei poderi sotto la cura di quella pieve che abbracciava all’epoca le comunità di Murlo e di Lupompesi, due delle sette in cui era suddiviso il Vescovado. “Signore e padrone” del territorio, era l’allora arcivescovo di Siena, Leonardo Marsilij (1682-1713), rappresentato in loco dal vicario Fabio Agostino Buzzi (1686-1690) che in quello Stato d’Anime risulta infatti residente in Murlo castello con la moglie Girolama e i due figli piccoli Camillo e Pietro Domenico. Il vicario, abitando sul posto, amministrava direttamente il Vescovado per conto dell’arcivescovo e aveva residenza nel fabbricato prospicente Piazza delle Carceri e ubicato poco dopo l’odierna Pizzeria dell’Arco.
Questo prima che all’interno di Murlo venisse costruita la “Palazzina”, fatta erigere in seguito dall’arcivescovo Alessandro Chigi-Zondadari (1715-1745) per servire da nuova residenza del vicario, da “Palazzo di giustizia”, da cancelleria, archivio e anche da carcere. Risiede inoltre in Murlo un famiglio (Lorenzo Viti), ossia persona di fiducia al servizio del vicario con compiti anche di messo. Lo stesso arcivescovo possiede dentro il castello una sua residenza, il cosiddetto “Palazzone”, ma di rado e brevemente vi soggiorna perché di poco comodo pel medesimo e sua famiglia (2).
Solo in occasione del loro insediamento, di cacce o di visite pastorali, gli arcivescovi senesi giungono e si trattengono nel Vescovado.
Lo Stato d’Anime di Murlo castello per l’anno 1689 redatto dal Panicali, consiste di diciassette nuclei familiari per un totale di cinquantasei residenti (circa tre volte gli attuali). Di questi diciassette nuclei, a parte il pievano che abita da solo nella canonica di S. Fortunato e quelli del vicario e del famiglio che abitano in edifici appartenenti alla Comunità, solamente quattro occupano una casa di loro proprietà (i Galeotti, i Turchi, gli Sforazzini e i Bianchi). Tutti gli altri sono a pigione e fra questi ci sono due vedove. L’età media è di 27 anni mentre fra gli abitanti risultano un solo ultrasessantenne (il famiglio Viti) e dodici bambini sotto i 12 anni che, a differenza di tutti gli adulti, non appaiono né cresimati né comunicati. Purtroppo nello Stato d’Anime non sono indicati i mestieri per cui non abbiamo informazioni specifiche sull’occupazione degli abitanti che dobbiamo comunque immaginare principalmente impegnati in attività agricole e boschive, preminenti risorse di tutti i residenti nel Vescovado. Nella trascrizione che segue l’età delle persone è riportata fra parentesi:

1.    In casa della pieve: Giovanni Domenico Panicali, pievano (50).
2.    In casa della Comunità: il signor Fabio Agostino Buzzi, vicario (29), la  signora                              Girolama, consorte (31), i figli Camillo (6) e Pietro Domenico (1).
3.    In casa Urbani: Giovan Pietro Pancanti (27), la moglie Angela (26), la sorella Caterina         (22), i nipoti Antonio (13) e Margarita (12).
4.    In casa Franchi: Francesco Gabbalini (39), la moglie Orsola (31),  Giuseppe (18),                     Lorenzo (15), Marta (11) e Domenica (2) (di quest’ultimi  non è specificato il rapporto di             parentela).
5.    In casa della Comunità: Lorenzo Viti, famiglio (61), la moglie Margarita  (56), le figlie                 Maddalena (20) e Maria (16).
6.    In casa Donzellini: Giovan Battista Bernardinelli (56), la moglie Iacinta (31), il figlio             Francesco (5).
7.    In casa Marchi: Giovanni Gori (52) e la moglie Domenica (52).
8.    In casa Donzellini: Giovanni Petrucci (42), la moglie Verginia (42), i figli Agostino (11) e         Elisabetta (14).
9.    In casa Bezani: Girolamo di Marco (42), la moglie Caterina (40), il figlio Giuseppe (11).
10.  In casa propria: Simone Galeotti (22) e la moglie Domenica (22).
11.   In casa propria: Domenico Turchi (42), la moglie Orsola (32), i figli  Giuseppe (5) e                    Verginia (3).
12.   In casa propria: Michele Sforazzini (42), la moglie Caterina (31), i figli Giuseppe  (17) e          Angelo (14).
13.   In casa Martini: Elisabetta, vedova (37) e Caterina (40) (non è riportata la parentela).
14.   In casa propria: Domenico Bianchi (42), la moglie Niccola (37), le figlie  Margarita  (20)            e Anna (2).
15.   In casa Pancanti: Francesco Buratti (40), la moglie Maddalena (30), la figlia Caterina           (7).
16.   In casa Donnini: Caterina, vedova (59) e la figlia Giuditta (21).
17.   In casa Di Pietro: Antonio Armini (35), la moglie Margarita (30), la figlia Cicilia (3).

In seguito si tratterà degli altri Stati d’Anime relativi a Tinoni, all’Antica, a Lupompesi e ai poderi, mentre al momento forniamo il solo elenco dei poderi menzionati, per i quali, risultando tutti abitati a differenza di oggi, è così attestata la piena vitalità in quello scorcio di fine Seicento: Beccano, Colombaio, Casabaccini Ercolani, Casanuova, Casino Roselli, Teschio Roselli, Montorgiali, Montorgialino, Bagnuolo, Chiostro, Pietre, Pian di Rotella, Jello, Ravina, Costa, Valiana di Sotto, Valiana di Sopra, Preci, Busca, Castellina (per ora non identificato con alcun toponimo odierno), Pianelli, Casalino, Farnese, Bufalaie di Sopra, Bufalaie di Sotto, Pieve a Carli, Vignali, Mulinaccio, Poggetto, Moscona, Casino Casalino.


Note
(1)  Archivio Arcivescovile di Siena, Stati d’Anime Diocesani 1685-1689, n.2818.
(2) Vedi Una Signoria nella Toscana moderna di M. Filippone, G.B. Guasconi, S. Pucci, Siena 1999, p.47.



Torna su