MURLOCULTURA n. 4/2008

Acqua: ricecerca di soluzioni

prima dell'emergenza


di Luciano Scali

Associazione Culturale di Murlo
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La Cascatina sul Crevole   La Cascatina sul Crevole

Nell’editoriale di numero Murlo Cultura 1/2007, ebbi l’opportunità di trattare l’argomento ACQUA in concomitanza con l’iniziativa promossa dall’Amministrazione Provinciale, attraverso il circuito dei suoi Musei.
Nel breve articolo cercai di attirare l’attenzione sull’importanza di questo elemento essenziale alla sopravvivenza di tutte le specie viventi, invitando a riflettere sull’uso incontrollato che se ne fa nel ritenere la sua fonte inesauribile. Coloro che per lavoro o per diletto hanno visitato i paesi del terzo mondo, e non solo quelli, si saranno accorti in quale considerazione vengano tenute le scarse sorgenti presenti in immensi territori assolati e a quali fatiche e disagi si sottopongano quelle genti per potersene assicurare la quantità giornaliera di sopravvivenza.
Il più delle volte si tratta di acque salmastre, oppure provenienti da fiumi contaminati da discariche di lavorazioni minerarie se non addirittura da pozze putrescenti. Le malattie derivate dalla carenza d’acqua o da fonti inquinate mietono ogni anno migliaia di vittime senza che ce ne rendiamo conto, forti della nostra convinzione di essere al di fuori della portata di tali calamità. Il progresso è una grande cosa e come tutte le cose accomuna in se pregi e difetti; se da una parte migliora la qualità di vita delle persone, contribuisce anche ad illuderle che tale processo non abbia fine. Molti
di noi la pensano così e, non valutando la gravità del pericolo latente che ci sovrasta, continuano a perseguire progetti personali o ritenuti utili alla comunità, senza valutare l’effetto devastante che un’improvvisa carenza d’acqua provocherebbe.
Nel comune di Murlo la popolazione sta crescendo e con essa il fabbisogno di servizi primari adeguati, e se da un lato le costruzioni e le ristrutturazioni si moltiplicano, non appare altrettanto evidente un progetto che preveda l’adeguamento degli attuali impianti alla costante crescita della domanda d’acqua. Non sarà impresa facile prevedere i tempi tecnici e quante risorse occorreranno per potenziare la rete idrica in previsione dello sviluppo che avverrà entro il prossimo ventennio, e nemmeno sapere se la quantità di acqua occorrente sarà disponibile presso l’attuale sorgente. Se proviamo a dare uno sguardo attorno nel nostro territorio, non riusciamo
a individuare fonti di rilievo nelle miriade di sorgenti che sprizzano un po’ ovunque, ma seppur povere, rappresentano sempre un’indubbia risorsa alla quale per secoli le persone che ci hanno preceduti hanno fatto ricorso. Esistono anche alcuni invasi, come il lago di Miniera o di Viamaggio che all’occorrenza potrebbero rivelarsi determinanti in alcune situazioni, e così pure le numerose cisterne presenti in ogni frazione ai cui depositi fare ricorso per particolari usi. In altri termini: cercare di ripristinare antiche usanze e modi di pensare che inducano a servirsi di acque di provenienza alternativa a quelle dell’acquedotto per servizi non strettamente personali.

Il lago dell'Acquabona   Il lago dell'Acquabona alle Miniere di Murlo

Il Lago di Viamaggio   Il Lago di Viamaggio

Alcuni operatori della zona, sia per bisogno ma anche per lungimiranza, hanno iniziato da tempo a creare accumuli di acqua piovana sotto forma di stagni o grossi fontoni per garantire la prosecuzione delle loro attività, per fronteggiare il perdurare della siccità e una possibile desertificazione delle nostre zone. Questi responsabili comportamenti, oltre a sottolineare il problema della carenza d’acqua già in essere, depongono favorevolmente nei confronti di quegli operatori decisi ad affrontarlo e risolverlo in anticipo senza attendere soluzioni di là da venire ed essere poi costretti a prendere in emergenza. Le misure da adottarsi e che di seguito ho elencate, sembrerebbero avere il sapore dell’ovvio ma a rifletterci sopra appaiono invece ragionevoli nella loro disarmante semplicità:

1) Limitare gli sprechi e l’uso improprio delle acque;

2) Ricorrere a fonti alternative all’acquedotto per innaffiare orti e giardini;

3) Creare piccoli depositi d’acqua piovana sulla falsariga di quelli del passato e ripristinare le cisterne ancora presenti nelle nostre frazioni;

4) Monitorare le sorgenti naturali rendendole accessibili e, possibilmente, crearvi  nei pressi accumuli da usarsi in caso di emergenza;

5) Rendersi conto, soprattutto, che di acqua ce n’è sempre meno e che sarà sempre più difficile procurarsene.

Per concludere, nella certezza che le mie riflessioni non passeranno inosservate, mi permetto un piccolo suggerimento alla nostra Amministrazione, affinché volga lo sguardo alla cisterna di piazza delle Carceri a Murlo ed al suo sistema di pompaggio che non funziona. Si tratta di un intelligente e raro marchingegno munito di braccio pompante con pomolo terminale, predisposto a muoversi da destra a manca, per sollevare l’acqua piovana dalla cisterna e farla fluire attraverso il bocchettone esterno artisticamente predisposto per sostenere l’apposito secchio di raccolta. Questo prezioso aggeggio costituisce una delle attrazioni più allettanti di Murlo e non passa turista che non provi l’irresistibile bisogno di sbatacchiarne avanti e indietro la maniglia, nella speranza di vedere uscire almeno una goccia d’acqua dal bocchettone. Nel passato l’intera struttura minacciava di franare proprio a causa dei colpi che visitatori, ignari dell’inesistenza di un fine corsa, assestavano con la maniglia all’intera struttura.

La Cisterna di Murlo La Cisterna di Murlo

L’Amministrazione Comunale di allora, consapevole del pericolo, intervenne in merito. Correva l’anno 2001 (vedi articolo di Murlo Cultura 4/2001, pag. 3), la struttura venne riparata ma la pompa no. Mancava la guarnizione del pistone affinché funzionasse cosicché Alberto Cresti si offrì di eseguire il lavoro, ma era già debilitato ed in breve il male se lo portò via. Sono trascorsi ormai più di otto anni, e mentre a Murlo si è provveduto a realizzare importanti lavori per renderlo più bello, è sfuggita la sostituzione di una guarnizione alla pompa del pozzo dove più di cento metri cubi di acqua se ne stanno inutilizzati. I turisti, intanto, continuano a farsi i muscoli col batacchio della pompa e i rari murlesi a ricorrere all’acquedotto per innaffiare i gerani e le ortensie. Ripristinare l’uso della cisterna di Murlo con questo piccolo intervento, non potrebbe apparire come un primo segno di buona volontà per dare l’avvio ad un cammino più difficile, atto a risolvere il problema dell’acqua che si presenterà puntuale in un futuro ormai abbastanza prossimo?

 


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