MURLOCULTURA
n. 4/2008 |
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La felice scelta di un Comune deciso a farsi meglio conoscere con una storia raccontata in fumetto
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Procura
sempre una certa emozione lo scoprire che vicino a noi, nell’ambito del
piccolo comune di Murlo, esistono giovani dei quali non si sospettava
il talento. Accade spesso così ; li abbiamo sott’occhio tutti i giorni
e li pensiamo ancora ragazzi allorché ne subivamo gli schiamazzi
e le birbonate senza accorgerci che sono cresciuti e con essi le loro
qualità. Mi riferisco a Filippo Cenni che ebbi modo di conoscere sotto
tutt’altra veste da quella con la quale oggi si presenta. Lo
ricordo come un promettente universitario che dedicava il proprio tempo
ad effettuare prospezioni nel territorio di Buonconvento, finalizzate a
realizzarne la carta archeologica. Poi, con sorpresa, la
rivelazione della sua attuale attività avvenuta in fine serata nella
stupenda cucina di Ambretta a Tinoni. Parlammo molto di fumetto
riuscendo a fare tardi, ma l’argomento era talmente interessante che il
tempo passava veloce riservando immediate sorprese e facendone
immaginare altrettante future. Decidemmo di incontrarci di nuovo
e così è stato allorché si è presentato a casa mia tenendo in mano il
risultato di un anno e mezzo di lavoro, un fumetto dalla veste
dignitosa e dal titolo accattivante: “Il Falco di Radicofani”. Si
tratta della storia rivisitata di Ghino di Tacco altalenante tra realtà
e leggenda ove, per rivisitata non deve intendersi una storia riscritta
di sana pianta riadattata a quanto vorremmo fosse accaduto anziché di
quanto realmente successo, ma piuttosto il concentrato delle emozioni
che una storia così lontana nel tempo è capace di suscitare. Luoghi,
paesaggi e personaggi vengono ricostruiti con cura e dovizia di
dettagli che fanno sottintendere una ricerca accurata per trascinare il
lettore all’interno delle vicende narrate al fine di coinvolgerlo
attivamente e farlo partecipe delle emozioni che eventi succedutisi con
rapidità sono capaci di suscitare. Quanto di realtà e di fantasia
possa essere contenuto nel quaderno, non è dato di capire ed anche se
vi riuscissimo ci accorgeremmo che si tratta di un dettaglio del tutto
ininfluente. La vicenda che accompagna le gesta di questo personaggio
affonda le sue radici nella leggenda e molto di quanto si ritiene vero,
si è costruito nel tempo, nelle lunghe serate invernali a veglia
allorché i diseredati del momento vedevano nel coraggioso fuorilegge
una sorta di eroe che facesse per loro giustizia dei quotidiani torti
subiti. A mio avviso l’accostamento felice del titolo ai
comportamenti di un autentico falco, quasi fosse esso stesso il
narrante e sotto i cui occhi scorressero le scene dalla vicenda, la
dice lunga su questo giovane autore e sulle sue capacità di esprimere
emozioni particolari attraverso una invenzione sulla cui efficacia non
esistono dubbi. La scelta di raccontare la vicenda senza
ricorrere al colore ma affidandosi al bianco e nero con le
limitazioni che tale tecnica comporta, mette in risalto il ricorso a
raffinati espedienti per dare profondità alle scene evidenziando una
maturità che fa presagire interessanti evoluzioni stilistiche capaci di
traghettarlo verso più ambiziosi traguardi. Vorrei, appunto che sguardi attenti si appuntassero sulle potenzialità di questo giovane artista, le cui capacità non sono sfuggite a "quelli di falco"
degli amministratori del comune di Radicofani. Anche nel passato
di Murlo ci sono tante storie da raccontare che potrebbero essere
illustrate con perizia e divenire nel contempo un formidabile veicolo
di conoscenza verso i più giovani oltre che gli appassionati dell’arte
fumettistica. |
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