Antony
Tuck, professore della Massachussetts University Amherst, direttore
da diversi anni degli scavi di Poggio Civitate a Murlo e studioso di
fama della civiltà etrusca e delle popolazioni italiche precedenti è
estremamente soddisfatto della stagione di scavi a Murlo.
Ora
che il gruppo di sessanta studenti sta per ripartire da Murlo, è il
momento di fare i bilanci. Proprio alla vigilia della festa di saluto
organizzata dal Comune il 5 agosto, presso l’Albergo di Murlo,
intervistare il prof. Tuck è una bellissima esperienza.
Quali
sono stati i risultati più notevoli dell’estate di scavi 2010?
Ho
lavorato con un ottimo gruppo quest’anno ed abbiamo trovato cose
entusiasmanti. Ad esempio i tre fori rituali nella pietra del terreno
dove forse veniva versato vino come omaggio alle divinità. Il motivo
ci è ignoto. Vi abbiamo trovato semi che potrebbero essere di uva,
che presto analizzeremo. Inoltre, siamo partiti con l’intento di
scoprire il modo di vita della comunità di Poggio Civitate in
rapporto alle realtà nobili del centro, lavorando nel piano ovest. E
invece abbiamo scoperto le prove di una fase precedente
dell’insediamento. Per ora è difficile essere più precisi perché
ci ha colti del tutto di sorpresa, ma pubblicheremo presto i
risultati in un articolo scientifico. Abbiamo inoltre trovato i pozzi
di butto legati ad una fase precedente al VI secolo. Tutto ci
conferma che questo era un ricchissimo insediamento in termini di
architettura, come sappiamo, ma anche di risorse naturali, come i
minerali, lo stesso terreno fertile, le coltivazioni, e ovviamente
l’officina locale che produceva tutto quello che abbiamo ritrovato
in 40 anni di scavi.
Cosa
avete scoperto riguardo all’officina ed al workshop, realtà quasi
mai ritrovate nell’antichità?
In
effetti l’officina di Poggio Civitate è un rarissimo esempio di
fabbrica antica , l’unico altro esempio è una officina ad Olimpia.
Adesso sappiamo che qui si producevano cibi, tessuti, gioielli,
terrecotte, metallo, statue, tegole (quello del costruire edifici era
ritenuto un ruolo di grande importanza e nobiltà nelle civiltà
antiche).. Sappiamo anche molto adesso delle varie fasi di
lavorazione degli animali allevati: ad esempio, della pecora veniva
usata la lana per gli abiti, la carne salata e conservata, e le ossa
che venivano lavorate e trasformate in oggetti di uso quotidiano.
Una
particolarità di questo sito, a parte la sua importanza
architettonica?
Una
cosa interessantissima è che qui abbiamo ritrovato circa 50 mila
resti di ossa animali. Una cosa molto rara: una quantità che a volte
non si trova neppure in intere regioni. Vi sono ossa di mucca, capra,
pecora e molti gusci di tartaruga: mangiavano tante tartarughe,
sembra.
Interessante!
Altre novità?
Intanto
la conferma che Poggio Civitate era il centro amministrativo della
zona e le piccole comunità circostanti, come Lupompesi, Pompana,
Miniere (?) ne dipendevano. Inoltre, siamo riusciti a ritrovare in
diversi pozzi di butto la prova che le statue acroteriali, prima
della famosa partenza degli abitanti del primo insediamento del VI
secolo, vennero non solo distrutte ma anche separate. Stiamo
formulando varie ipotesi per questo comportamento, per questo
desiderio di proteggere forse le statue da mani nemiche, ma comunque
di nasconderle e seppellirle in buche distanti tra loro 70, 80 metri.
Ritrovare i pozzi di butto ci ha permesso di ricostruire altre statue
con pezzi che stavamo cercando da tempo.
Teorie
sull’origine di questo popolo, prof. Tuck? Se ne parla ancora
molto.
Quanto
alle origini della popolazione etrusca, siamo sempre più convinti
che gli etruschi non siano ‘arrivati’ da lontano ma che siano
sempre stati qui: l’origine autoctona secondo me è quella più
plausibile. Vorrei aggiungere che quest’ estate ha confermato la
grande collaborazione del Comune di Murlo con noi archeologi: siamo
molto grati all’amministrazione per il prezioso supporto, e per
aver favorito il lavoro con i ragazzi del posto: una bellissima
esperienza. *