MURLOCULTURA n. 4/2011 | ||||
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STORIA DI MURLO L'OSPEDALE DI SAN LEONARDO Un piccolo istituto benefico a Murlo nelle carte dei secoli XVII e XVIII di Giorgio Botarelli prima parte |
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Presso l’Archivio Storico del Comune di Murlo è conservato un malridotto registro contabile appartenuto allo Spedale di San Leonardo (fig. 1), minuscolo istituto benefico che operò per alcuni secoli e in varie forme nel borgo di Tinoni, Comunità di Murlo, dove aveva sede ed era sorto in età imprecisata.
Il
documento in questione venne compilato dal 1637 al 1692 ed è
denominato Libro B - Entrate e uscite dello Spedale
di San Leonardo, in quanto prosecuzione di un Libro A di
contabilità e antecedente ad un successivo Libro C, registri
ai quali rimandano diverse annotazioni e purtroppo ambedue perduti.
Al Libro B sono allegate alcune carte sciolte (conti, ricevute
ed altro) riguardanti sempre l’ospedale ma risalenti al XVIII
secolo. Presso lo stesso archivio sono conservati anche due fascicoli
di poche pagine che illustrano la modesta contabilità dell’ospedale
negli anni 1783/1784 (fig. 2) e altra documentazione
sei/settecentesca concernente l’amministrazione del Vescovado di
Murlo, dalla quale sono recuperabili sporadiche notizie
sull’istituto. Il Libro B fu redatto dai vicari vescovili
che si succedettero in carica all’epoca come rappresentanti in loco
dell’arcivescovo di Siena, signore e padrone del Vescovado di
Murlo. Al vicario, che vigilava sul governo del territorio, gli
amministratori dell’ospedale, detti spedalieri o santesi,
dovevano rendere conto del loro operato, per cui ogni movimento in
denaro che effettuavano veniva da lui registrato; il vicario poi,
alla fine di ogni mandato, verificava il bilancio dei santesi
uscenti e s’incaricava delle consegne ai nuovi eletti. Origini e prime notizie dell’ospedale di San Leonardo
Non
si conosce l’epoca di fondazione dell’ospedale di San Leonardo e
neppure chi l’abbia istituito, dato che nessuna memoria documentale
sembra esserci pervenuta a riguardo. Già nel 1774 il vicario del
Vescovado, Marcello Prosperini, in merito alla nascita dell’istituto
asserisce che nell’archivio di Murlo non se ne trova memoria, ma
credesi questa perita, come le altre, nella rovina della rocca di
Crevole (2). Quest'ultima, prestigiosa residenza vescovile e
primitiva sede dell'archivio del Vescovado, aveva subìto danni
ingenti in due occasioni: dapprima nel 1380, quando era andata
interamente distrutta con l'incendio appiccato da ghibellini senesi;
poi a metà Cinquecento, durante gli eventi bellici che l'avevano
coinvolta nel corso della Guerra di Siena e in seguito ai quali venne
definitivamente abbandonata. Se si suppone, quindi, una fondazione
dell'ospedale in epoca medievale o anche più tarda, ma antecedente
alla metà del XVI secolo, è pensabile che eventuali documenti siano
andati persi in uno dei due frangenti, come ipotizzava il vicario
Prosperini. Ubicazione e struttura Due sole stanze, nell’ambito di un fabbricato più ampio posseduto dal pio istituto, componevano lo spazio assistenziale vero e proprio dell’ospedale di San Leonardo. Il fabbricato intero, situato all’estremità sud del borgo di Tinoni, era costituito da sette stanze distribuite su due piani, con annessi due orticelli ed una piccola cappella, il cosiddetto Madonnino di Tinoni; inoltre, appresso, vi era un casalone adibito a fornace per la produzione di vasellame, il tutto proprietà dell'ospedale (fig. 3). Fig. 3 Pianta di Tinoni dal Catasto Leopoldino (1821): le particelle 234 e 235 (all'estrema sinistra della piantina) rappresentano l'agglomerato che era in precedenza proprietà dell'ospedale. La particella 234 era formata all'epoca da due case, una di 174 braccia quadre (1 bq = 0,3406 mq) l'altra di 166; la 235 da una piccola casa di 96 bq e un orto di 465. La particella 236 (con la Croce), individua la cappellina detta il Madonnino di Tinoni ed era suddivisa in due porzioni: una di 60 bq per la cappella e una di 42 adibita a stalla.
Le descrizioni dell'ubicazione e della composizione del caseggiato in cui si trovavano le due stanze destinate al ricovero ospitaliero, contenute nelle memorie sull'ospedale redatte dai vicari Pandini e Prosperini nella seconda metà del Settecento (6), consentono di identificare con certezza quella struttura nell'odierno agglomerato posto al margine meridionale di Tinoni, ma da questo nettamente staccato, nel punto in cui la strada proveniente da Buonconvento si suddivide, lambendolo ai lati, da una parte nella tangenziale del paese e dall'altra in Via Tinoni. Naturalmente il modesto complesso, pur essendosi mantenuto nel corso del tempo separato dal borgo, ha subìto ripetute trasformazioni murarie, sia con modifiche all'esterno, sia con variazioni nella suddivisione degli ambienti interni; lo stesso oratorio fu demolito a fine Ottocento e della fornace, già dismessa ad inizio Settecento, non vi è più alcuna traccia visibile. Per questo è oggi piuttosto difficile individuare in esso quella che era l’esatta localizzazione delle due stanze, anche se possiamo supporre che si trovassero a piano terra del casamento con affaccio su Via Tinoni, la strada che immette nel villaggio (figg. 4-5).
Fig. 4 Il
fabbricato all'estremità sud di Tinoni nel quale si trovava l'ospedale,
in una foto degli anni '70 prima della costruzione della tangenziale.
Fig. 5 Retro del fabbricato che era anticamente proprietà dell'ospedale, in una foto dei primi anni '70. (continua)
Note (1) A questo proposito si veda: Per una storia degli ospedali di contado nella Toscana fra XIV e XVI secolo. Strutture, arredi, personale, assistenza di D. Balestracci in: La società del bisogno. Povertà e assistenza nella Toscana medievale a cura di G. Pinto, Firenze 1989. (2) Il notaio Marcello Prosperini di Pienza fu vicario vescovile a Murlo dal 1759 al 1776. In una relazione sul Vescovado cominciata nel marzo 1774, tramanda alcune memorie sull'ospedale di San Leonardo. Vedi: Una Signoria nella Toscana moderna. Il Vescovado di Murlo (Siena) nelle carte del secolo XVIII di M. Filippone, Giovanni B. Guasconi e S. Pucci, Siena 1999, pp. 293-294. (3) Il consiglio ordinario della Comunità di Murlo era composto da trentatre consiglieri, undici in rappresentanza del castello di Murlo, undici per il villaggio di Tinoni ed altrettanti per quello dell'Antica. I consiglieri duravano in carica due anni e si riunivano per deliberare su questioni di interesse comune per la popolazione. C'era anche un consiglio generale, formato da uno per casa, che si adunava in particolari occasioni. Tutti i consigli erano presieduti dal vicario vescovile ed erano presenti i tre priori e il camarlingo della Comunità. (4) ACM: Libro de cose dal 1603 al 1630, n.1 c.1r. Il registro contiene i verbali dei consigli della Comunità di Murlo - molto radi peraltro - dal 14 settembre 1603 al 19 febbraio 1630. Il primo verbale riguarda proprio l’ospedale. (5) ACM: Libro de cose dal 1603 al 1630, n.1 c.10v. (6) Il notaio senese Bernardo Giuseppe Pandini fu vicario vescovile a Murlo dal 1744 al 1750. Finì la sua relazione sul Vescovado nel 1758. Vedi: Una Signoria nella Toscana moderna. Il Vescovado di Murlo (Siena) nelle carte del secolo XVIII di M. Filippone, Giovanni B. Guasconi e S. Pucci, Siena 1999, pp. 53-56. Del vicario Prosperini abbiamo già detto in nota 2.
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