MURLOCULTURA
n. 5/2005 |
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Ricerche storiche sull'arte locale meno conosciuta
La Miracolosa Vergine della Pieve a Carli in Vescovado (seconda parte) di Giorgio Botarelli |
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L’immagine
di Maria SS.ma della Pieve a Carli - come in precedenza ricordato -
venne portata in processione a Siena la Domenica in Albis 1769,
precisamente il 2 di aprile (1);
si occupò del trasporto da Murlo alla città e ritorno la
locale Compagnia del SSmo Rosario, eretta presso la Pieve di
S.Fortunato, correttore della quale era il pievano don Carlo Niccoli.
Documenti d’archivio, di recente reperiti, hanno permesso
l’acquisizione di ulteriori dettagli e informazioni su tale
evento, consentendoci di meglio definirne i contorni e lo
svolgimento (2). Le quattro compagnie laicali, estratte a sorte a Siena nel gennaio di quell’anno e incaricate dell’organizzazione di tutta la cerimonia e della scelta della sacra immagine o reliquia da portare in processione ed esporre in Duomo, erano: la Compagnia di S.Bernardino di Siena (3), Priora (4), la Compagnia dei SS.Gherardo e Lodovico di Siena (5), Camarlenga, la Compagnia di S.Ansano a Dofana, prima Consigliera e la Compagnia di S.Carlo Borromeo di Siena (6), seconda Consigliera. Le compagnie erano rappresentate da due Deputati ciascuna, eletti per l’occasione: il conte Ricciardo Cervini e Giovan Battista Cinughi per quella di S.Bernardino, il reverendo Vincenzo Torricelli e il signor Marco Antonio Zoccoli per quella dei SS.Gherardo e Lodovico, il rettore cavalier Antonio Bargagli e il signor Antonio Ristori per quella di S.Ansano, il provveditore signor Belisario Bulgarini e il signor Michelangelo Marzi per quella di S.Carlo Borromeo. Nel febbraio successivo, con lettera redatta dal reverendo Vincenzo Torricelli, i Deputati delle quattro compagnie comunicano, all’allora arcivescovo di Siena, Alessandro Cervini, dal quale devono ottenere il consenso, che per implorare l’aiuto di Dio coll’intercessione di Maria SSma e dei Santi, per le comuni necessità, avrebbero determinato d’esporre alla pubblica venerazione nella Metropolitana per tutto l’Ottavario della Domenica in Albis e per la solenne procissione solita farsi, la Sacra Imagine di Maria SSma detta la Madonna della Pieve a Carli nel Vescovado Foraneo colle Sacre Reliquie dei Santi Apostoli Pietro e Pavolo che si venerano nella Pieve di Buonconvento (7), di S.Celso Martire che si venera nella Chiesa della Compagnia di S.Gherardo e [quella] di S.Carlo Borromeo che si venera nella Chiesa della Compagnia sotto il detto Titolo di questa Città (8). L’Arcivescovo approva la decisione dei Deputati rispondendo il 18 febbraio 1769. Meno di un mese dopo, viene stampato, affisso e distribuito a Siena un manifestino col quale si avverte la popolazione che il 15 marzo i Deputati delle quattro compagnie faranno la pubblicazione dell’immagine scelta e in tale occasione si invita a suonare le campane di tutta la città in segno di festa: Mercoledì
15 del corrente Mese all’ore 3 della sera dai Deputati delle
quattro Compagnie per la Processione da farsi nella Domenica in Albis
si farà la pubblicazione della Sacra Immagine della Madonna che
si conserva nella Chiesa della Pieve a Carli in Vescovado. Pertanto
d’ordine dell’Illustrissimo e Reverendissimo Monsignore
Arcivescovo al segno, che darà la Campana di Piazza, son pregate
tutte le Chiese delle Parrocchie, Monasteri, e Confraternite a
concorrere col suono delle loro Campane in rimostranza di tanto
giubbilo.
L’immagine si rendeva pubblica tramite la diffusione di una o più incisioni a stampa, diverse fra di loro, che la rappresentavano. Ogni anno, infatti, per quella festa, venivano realizzate in città delle stampe che raffiguravano l’immagine o la reliquia scelta per la cerimonia e che avevano l’intento di promuoverne o amplificarne il culto. A queste opere, eseguite da incisori senesi e non, più o meno abili o famosi, andava spesso ad aggiungersi la stampa di libriccini od opuscoli contenenti appropriati poemetti, storie e leggende o anche solo inni da cantare durante la solenne processione. L’incisione con la Vergine della Pieve a Carli, appositamente realizzata per la Domenica in Albis del 1769, è opera eseguita a bulino, di incisore anonimo e di non eccelsa qualità (9). Riproduce abbastanza fedelmente il pannello centrale del polittico di Andrea di Niccolò che all’epoca evidentemente doveva essere già stato smembrato. A differenza del dipinto originale, nella stampa le due figure sono incoronate e portano al collo, il Bambino una collana a due fili di perle mentre la Madonna ne porta una di tre fili con croce e due pendenti. La tavola centinata è incorniciata e circondata da motivi a fogliami e girali che in basso racchiudono un ampio cartiglio con la scritta: Immagine della S.S.Vergine nella Pieve a Carli portata in/Processione nella Domenica in Albis del 1769/colle Reliquie de S.S.Ap.li Pietro, e Pavolo, e S.S.Celso, e Carlo Borr.eo/All’Ill.mo, e R.mo Monsig.re Alessandro Cervini Arcivescovo di Siena/in Segno d’Umilissimo Ossequio/Gl’Abitanti del Vesc.do Foraneo. Ai lati del cartiglio stanno: sulla sinistra l’arme Cervini, sulla destra lo stemma del Vescovado (10). Al momento dell’affidamento della tavola e delle reliquie nelle mani dei Deputati delle quattro compagnie, viene redatto un verbale di consegna in comodato col quale quest’ultime si impegnano a custodirle diligentemente per tutto l’ottavario e a restituirle alla fine di esso ai rispettivi proprietari. A questo documento viene allegata la dettagliata descrizione dell’immagine e delle altre tre reliquie, confermandoci così che le figure della Madonna e del Bambino, come risultano nell’incisione, erano allora “abbellite” da corone d’argento cesellato con pietre incastonate e collane di perle con pendenti, aggiunte e fissate sulla tavola (11): Descrizione della Sacra Imagine di Maria SSma/Un quadro d’altezza circa B.a due e 1/3 d’altezza un B.o e 1/6 di larghezza terminante dalla cima ad arco, esprimente in tavola la B.ma Vergine Maria assisa al naturale vestita con veste color rosso, e paludam.o celeste con il Fanciullo Gesù in collo nella mano destra. Nel capo della Madonna, e del Gesù vi è la corona d’argento cisellato piana fissa alla tavola con pietre di diverso colore. Al collo della M.a e del Gesù vi sono i vezzi di perle a più fila, e pende al petto della Madonna una crocetta d’oro con pietre e un paro pendenti simili/ La cornice d’orata circonda il d. quadro, ed è racchiuso entro un cristallo di due pezzi. Segue la descrizione delle reliquie dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, di quella di S.Celso e compagni martiri e di quella di S.Carlo Borromeo. Il 9 aprile, quando avviene la restituzione dei quattro simulacri, è il pievano don Carlo Niccoli di Murlo che ritira personalmente la Madonna della Pieve a Carli (12). In quel giorno, in calce alla descrizione sopraddetta, viene riportata l’annotazione: Si trovarono appesi alla Macchina n. quarantatre Voti d’argento di diversa grandezza, e figura, donati dalla popolazione durante quella settimana e ulteriore attestazione della fama di “Madonna miracolosa” di cui godeva quella antica immagine. Si segnala un’altra incisione, raffigurante la Vergine della Pieve a Carli, presente in Biblioteca Comunale a Siena (13): anche questa di incisore anonimo e di modesta realizzazione, differisce dalla precedente per una imponente struttura architettonica a volute che incornicia le figure, con festoni di frutta ai lati ed un piccolo cartiglio in alto, racchiudente una A ed una M che si intersecano (Ave Maria) ed un altro più grande in basso, riportante la scritta: Immagine di Maria SSma nella Pieve a Carli/portata in process:e per Siena nella Domen:a in Albis/colle Reliquie dei SS Ap:i Pietro e Pav:o e SS Celso e Carlo Borr:o/l’anno 1769. Inoltre, Madonna e Bambino non hanno la corona mentre portano le stesse collane. Non sappiamo se questa incisione sia stata eseguita contemporaneamente all’altra per quella Domenica in Albis, dato che, come abbiamo già accennato, della medesima immagine venivano stampati esemplari diversi nei particolari e nel formato. Fatto sta che quella venerata Madonna dai boschi del Vescovado ebbe il suo giorno di gloria in Siena nella Domenica in Albis del 1769 e questo grazie alla profonda devozione di un semplice pievano di campagna: don Carlo Niccoli. (continua nei prossimi numeri)
NOTE 1 Vedi Giornale Sanese (1715-1794) di G.A. e P.Pecci, a cura di E.Innocenti e G.Mazzoni, Monteriggioni 2000, pag.230. 2 Tutte le notizie riportate, sono tratte da carte presenti in: Archivio Arcivescovile di Siena (AAS), Cause Civili, n.5068 (465). 3 La Compagnia di S.Bernardino aveva sede presso la chiesa di S.Francesco. 4 La qualifica di Priora, Camarlenga o Consigliera era determinata dall’ordine di estrazione. 5 La Compagnia dei SS.Gherardo e Lodovico era posta presso la chiesa e convento di S.Francesco (“sotto le volte di .Francesco”). 6 La Compagnia di S.Carlo Borromeo risiedeva presso un oratorio di S.Carlo fuori Porta S.Marco: era la compagnia degli “esecutori di giustizia”. 7 La reliquia degli Apostoli Pietro e Paolo apparteneva alla pieve di Buonconvento - come si vede dal documento originale - e non alla Metropolitana di Siena, come abbiamo riportato nella prima parte sulle orme del Bassi e del Merlotti. 8 L’accordo sull’immagine da portare in processione non era cosa sempre facile: i contrasti sorti fra le compagnie per tale scelta portarono addirittura alla sospensione della cerimonia dal 1660 al 1680. 9 L’incisione è anch’essa presente in AAS, Cause Civili, n.5068 (465). Vedi l'immagine 10 Quelli raffigurati nello stemma sembrano leoni rampanti, dettaglio iconograficamente interessante perchè nel medesimo stemma si trovano, in epoche diverse, oltre ai leoni anche i topi fino agli odierni lupi. 11 Durante il XVII e XVIII sec. usava “abbellire” le antiche tavole fissandovi sopra corone, cuori d’argento e collane di perle false. 12 La reliquia degli Apostoli Pietro e Paolo fu ritirata dal rev. Angelo Forlani delegato dal pievano di Buonconvento Bernardino Salvucci mentre le altre due reliquie furono riprese dai rispettivi Deputati delle due compagnie a cui appartenevano. 13 Biblioteca Comunale di Siena, Raccolta ciaccheriana. Stampe senesi, Fbis I 4, c.125 r b. Vedi l'immagine |
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