MURLOCULTURA n. 5/2005
Rassegna di Capolavori provenienti dal nostro territorio

Testimonianze duccesche a Murlo

di Maria Paola Angelini
Associazione Culturale di Murlo
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La mostra “Duccio - alle origini della pittura senese”, guida il visitatore lungo un sentiero che attraversa l’arte del due-trecento dagli albori, con la scoperta di pittori preducceschi documentati nelle tavole di Biccherna, fino agli allievi, o presunti tali del grande maestro. Tutto questo passando attraverso le opere di Duccio di Buoninsegna, il quale, proprio grazie al “filo rosso” che in questa mostra unisce pittura, scultura e oreficeria, si rivela ai nostri occhi una personalità artistica sicuramente più complessa, originale e innovatrice rispetto a ciò che possiamo ricavare da un qualsiasi manuale di storia dell’arte. Appare così al nostro sguardo una delle tavole di Duccio, la “Madonna di Crevole”, forse tra le più belle e significative, simbolo di innovazione e rielaborazione dei modelli, soprattutto se confrontata con la coeva “Madonna di Castelfiorentino” di Cimabue. L’opera proviene dalla chiesa di S. Cecilia a Crevole, che però non costituisce la collocazione originale, poiché le fonti attestano che nel 1687 l’arcivescovo Marsili fece trasferire i monaci leccetani di Montespecchio a Crevole dove, appunto, la tavola fu trasportata insieme ad altri dipinti, tra i quali un antichissimo dossale attribuito a Guido da Siena. La stessa sorte deve aver accompagnato il cosiddetto “Polittico di Montespecchio”, attribuito al Maestro di Città di Castello, pittore duccesco della prima generazione. L’opera che rappresenta Agostino, S.Paolo, S.Pietro, S.Antonio Abate, con al centro la Vergine col Bambino, desta la sorpresa dell’osservatore, forse perché poco nota, o forse perché nessuno è in grado di immaginare una tale bellezza tra le mura di quell’eremo che adesso langue tra le rovine. Eppure Montespecchio appariva al visitatore una costruzione possente, dalle alte e spesse mura costituite da fasce bicrome di pietre rosa e nero-verde, queste ultime provenienti dalle cave di Vallerano, che i documenti attestano essere state usate anche per il Duomo di Siena. Del monastero sappiamo con certezza che fu fondato nel 1189 e che fu consacrato da Papa Alessandro IV, come ci dimostra un’attenta analisi del “Polittico”.Sul retro della tavola centrale, infatti, è riportata una iscrizione parzialmente leggibile che indica che l’opera era destinata alla ”chiesa di Santa Maria di Monte Speculo…16 Aprile… Santo Padre Alisandro…”. Altro elemento che ne assicura la provenienza è la presenza di S.Antonio, contitolare dell’eremo. In seguito il polittico fu smembrato e le tavole laterali trovarono diversa collocazione, mentre la Madonna col Bambino rimase nella chiesa di S.Cecilia. Osservando l’opera adesso, però, possiamo riconoscere la cifra stilistica del Maestro di Città di Castello, che dipinge all’inizio dell’ultimo decennio del Duecento. L’influenza di Duccio si manifesta nel disegno delle figure, nei grafismi bizantini del manto della Vergine, nel muoversi del Bambino che si aggrappa a un lembo della veste della Madre. Quello che ci colpisce veramente è però qualcosa di più; basta osservare gli sguardi solenni e intensi dei santi, rivolti al Bambino e in contemplazione del Mistero di cui è simbolo, per notare il tono quasi drammatico della Rappresentazione, così evidente nella “Crocefissione” di Manchester, altra importantissima opera del Maestro. Basta soffermarsi sui volti delle figure e riconoscere una volumetria innovativa che ricorda Giotto e che ci stupisce ritrovare nel solco della tradizione. Il fondo dorato si staglia e risalta in modo stupefacente contro la parete della sala all’interno della mostra duccesca, allo stesso modo in cui doveva risplendere all’interno dell’eremo tra i boschi di Montespecchio.

Polittico di Crevole - Maestro di Città di Castello

Il Polittico di Crevole, attribuito all Maestro di Città di Castello, completo della Madonna col bambino al centro.

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