MURLOCULTURA n. 5/2006


Associazione Culturale di Murlo
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La realizzazione di un'opera importante in corso a Murlo
Il Ponte sul torrente Crevole al Villaggio della Miniera

di Luciano Scali
Il nuovo anno che si apre con la consueta serie di critiche da parte nostra, annovera anche una notizia che piacerà a tutti. Allorché saranno completati i lavori da poco iniziati per la realizzazione del ponte sul Crevole, verrà cancellato un grave stato d’indigenza che penalizza gli abitanti del villaggio della Miniera, di Resi, dell’Olivello e di riflesso: Pieve a Carli, Vignali e Bufalaia. Un’opera meritoria e indispensabile della quale l’Amministrazione, assieme a coloro che l’hanno voluta e resa possibile debbono, a pieno titolo, andare fieri. La storia del ponte ebbe inizio con la realizzazione del villaggio minerario negli anni che vanno dalla fondazione della Società Carbonifera nel 1872 (vedi articolo in questo stesso numero a pagina 16) per arrivare ai giorni d’oggi. In origine il torrente Crevole, col solo mulino nei paraggi e senza villaggio, si attraversava a guado per prendere la Strada di Cerchia, mentre per recarsi a Resi ed all’Olivello, il guado si trovava più a sud, nei pressi del fosso di Peratti. La Società Carbonifera, per raggiungere il villaggio della Miniera anche con mezzi meccanizzati, fece costruire a proprie spese due ponti in legname: uno sul fosso Scanno e l’altro sul Crevole. Questi manufatti restarono di proprietà delle varie compagnie che si susseguirono nella gestione della miniera, e quando nel 1893 la Società Generale per l'Industria delle Ligniti Italiane cessò l’attività, i suoi beni vennero rilevati dall’Avv. Cesare Ferretti, ponti compresi. Interessante a tale proposito è la corrispondenza fra il nuovo proprietario e l’Amministrazione Comunale della quale vale la pena riportare il contenuto di una lettera.

Avv.Cesare Ferretti
Siena 7 gennaio 1898


Oggetto :- Ponticelli sullo Scanno e Crevole

On.le Sig.Sindaco di Murlo
   -So che il Sig.Paget che per conto della Ditta Bert e Comp. sorvegliava il disarmo della Ferrovia Murlo Monteantico, dichiarò che lasciava i due ponticelli, sul fosso Scanno e sul fosso Crevole, per uso degli abitanti del nostro Comune ai quali intendeva regalarli. Siccome dalla ditta Bert e Comp. io avevo acquistato, con tutto ciò che restava dopo il disarmo della linea dei beni già appartenenti alla fallita Società, i due detti ponticelli, la dichiarazione del Sig.Paget si risolveva nella semplice manifestazione della sua buona volontà ed io avrei potuto far disarmare e togliere i due ponti quando avessi voluto, come lo potrei quando lo volessi. 
Però siccome questi due ponti sono utili alla popolazione di Murlo così io con la presente propongo a V.S. che il nostro Comune assuma la manutenzione e dal canto mio mi obbligo a non disarmarli ed a lasciarli al loro posto finché per il sorgere di altri ponti in muratura non vengano ad essere resi inutili.
E allora essendo detti ponti di mia proprietà esclusiva provvederò al loro disarmo per disporre del materiale col quale sono costruiti nel modo che mi parrà migliore. Perciò mi riservo ogni diritto. Qualora poi il Comune volesse acquistarne la proprietà sono disposto a trattare. Se invece il Comune non intende di accollarsi neppure l'onere della manutenzione io vedrò se sia per me conveniente il disarmarli per vendere il materiale che altrimenti finirebbe per essere rubato.

Prego la S.V. di una sollecita risposta perché entro il corrente mese intendo aver sistemato questa pendenza, sia con la vendita, o coll'accollo del mantenimento al Comune (in questo caso con la riserva di che avanti) si col disarmo se mi parrà del caso. In attesa ho l'onore di dirmi di V.S.Ill.ma
        Devotissimo Avv. Cesare Ferretti.


Il contenuto della lettera conferma la natura dei ponti originali ed anche l’operato dell’Amministrazione che, dopo aver eseguite le più urgenti riparazioni, provvide  a realizzare qualcosa di più solido e duraturo senza però discostarsi di molto da strutture simili a quelle attuali.
Un disegno del villaggio eseguito da Dario Neri nell’anno 1921, si rivela oltremodo illuminante.
In definitiva: una storia a lieto fine, di buon auspicio per l’anno appena iniziato.
Rinnoviamo pertanto il plauso per l’opera in corso, con la convinzione che la sua utilità, la gioia delle persone liberate da un incubo permanente e la soddisfazione di noi tutti che ne beneficeremo, inducano ad indulgere nei confronti delle strutture in cemento armato del ponte, che, per loro natura, risulteranno tutt’altro che belle.

Il Villaggio delle Miniere dipinto da Dario Neri
Il Villaggio della Miniera dipinto da Dario Neri
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