MURLOCULTURA n. 5/2009

Nella vita semplice di un tempo
la saggezza per misurarsi con il futuro

riflessioni di Antonio Cozzitorto
Associazione Culturale di Murlo
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Non passa giorno che il pensiero non torni indietro nel tempo. Alle spalle di ognuno esiste un mondo che s’ingrandisce di ora in ora, un luogo ove in qualsiasi momento è possibile nascondersi, un rifugio ove isolarsi e ritrovare le cose e le persone scomparse o perdute. Una specie di Shangri-la, difficile da localizzare ma una volta trovato, seppur virtualmente, impossibile da lasciare. Laggiù sono conservate le esperienze della vita trascorsa e tra di loro è possibile trovare la chiave di lettura di quanto ci circonda e può accadere in futuro. La verità è dentro di noi, nelle esperienze acquisite, nei messaggi scritti sul DNA dai nostri avi fin dai tempi più remoti e può manifestarsi quando meno uno se l’aspetta sempre che riesca a riconoscerla per comprenderla davvero. Può trovarla anche nei pensieri di animi sensibili, nei concetti talvolta criptati e di difficile interpretazione oppure in una serie di note musicali sfuggite da una finestra aperta. Partecipare, condividere, confrontare ecco le vie maestre da percorrere per finalmente “comprendere”. Antonio lo fa a suo modo col linguaggio della poesia, rivolgendosi di frequente al passato, con nostalgia, quasi con rimpianto direi, verso una stagione irripetibile dai valori perduti o affievoliti pescandovi dentro a piene mani per condividere quanto nel suo profondo sente.



 
Trascrivo una mia poesia dal titolo Torino che mi riporta alla prima città visitata nel mio errabondare con annesso dipinto a olio dove ben chiaramente si possono distinguere due figure in cammino sulla strada della vita.

Un padre ed un figlio che si tengono per mano per andare verso il futuro non dimenticando il giorno passato.

 

TORINO
Torino,
la città,
l'amore verso i fratelli,
che la società dei moderni,
definisce ultimi.
Ci sono piaghe nascoste che nessuno vede,
la persona che soffre
soffre sola.
Quale diritto ha l'uomo di misurare il valore dell'altro?
Tutto è nulla.
I sentimenti dell'anima,
il desiderio, la nostalgia, la giustizia,
l'amore, la passione, la riconoscenza,
l'amicizia, il pensiero, la parola.
Nulla è tutto.
C'è stato il tempo delle chiusure e dei sostegni.
Il pane non è più sufficiente.
Un miracolo di vita: il Cottolengo.


Per una informazione più corretta, perchè non dare un'occhiata al passato? E' il sapere che segna il cammino di un popolo. Non mi addentro in grandi spiegazioni del perchè o del per come, ma affido al mio ricordo la condivisione di ciò che hai ben rappresentato, scritto, spiegato facendo ricorso a due poeti del nostro secolo.

Da Salvatore Quasimodo “Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole ed è subito sera” Da Giuseppe Ungaretti Siam come, d'autunno, sugli alberi le foglie".

Da Quasimodo, ancora:

 

UOMO DEL MIO TEMPO

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
Uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
Con le ali maligne, le meridiane di morte,
-T'ho visto-dentro il carro di fuoco, alle forche,
Alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
Con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
Senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
Come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
Gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo ai campi." E quell'eco fredda, tenace,
È giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
Le loro tombe affondano nella cenere,
Gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

 

Da Ungaretti, ancora:

 VEGLIA Cima Quattro il 23 dicembre 1915

Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita.

 

 


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