MURLOCULTURA n. 5/2009 | ||
---|---|---|
Un'antica
ceramica murale e il nome del suo committente, Baldassarre Bellacchi,
vissuto a Murlo di Giorgio Botarelli Terza e ultima
parte
|
||
|
A far
luce sulla presenza a Murlo della targa
donata nel 1796 da Baldassarre Bellacchi priore, è il rinvenimento di
un carteggio dell’epoca che contempla il decreto dell’arcivescovo di
Siena Anton Felice Zondadari, datato 13 febbraio 1796 (2), con cui
viene ripristinata presso la pieve di Murlo la compagnia di Santa Maria
delle Nevi detta dei Bianchi, soppressa nel 1785 con tutte le altre
confraternite dal granduca di Toscana Pietro Leopoldo. Il decreto
arcivescovile si chiude con la nomina di Baldassarre Bellacchi a priore
della compagnia:gli inizi Come
visto in precedenza, Baldassarre Bellacchi visse in parte a San Giusto
ma principalmente all’Antica, dov’era nato, nel fabbricato che si
affaccia sulla vecchia Piazza del Mercato (oggi Piazza Umberto) e che
rimane sulla destra quando si entra da Via Pizzicheria. Con la famiglia
non abitò mai a Murlo, tantomeno nella casa sulla cui facciata è murata
la targa dell’Assunta con il suo nome. Oltretutto, come constatato dai
documenti, nel 1796 non rivestì la carica di priore della Comunità di
Murlo (1).
Decreto della ripristinazione della compagnia
di Murlo, 13 febbraio 1796 Il ripristino della soppressa compagnia di
Santa Maria delle Nevi era stato, in principio, vivamente caldeggiato
dal pievano di Murlo, Giovanni Sardelli, il quale, su pressione dei
popolani, scontenti per la mancanza
dei servizi una volta offerti dalle compagnie laicali, come ad esempio
il trasporto e la sepoltura dei defunti, il 3 agosto 1795 si era
rivolto al vicario generale (3):
Illustrissimo e reverendissimo monsignore vicario generale I miei popolani si son determinati di ripristinare la compagnia della Madonna delle Nevi per i continui scontenti che nascono nel trasporto dei defunti a questa pieve, come ancora per altri cristiani riflessi. Questa determinazione posso assicurare a vostra signoria illustrissima e reverendissima esser fondata per parte dei miei popolani in una certezza, mentre ho documenti in mano non solo capaci di rilevarne la certezza ma anche la stabilità della medesima. Dunque altro non resta che vostra signoria illustrissima e reverendissima mi additi un metodo col quale mi possa regolare su tal particolare, giacchio su questo mi trovo allo scuro e quali misure possa prendere. Perdoni se io mi avanzo a incomodarla di questo ma trattandosi di un bene spirituale per il mio popolo spero che mi vorrà compatire e si darà ogni premura per fomentarlo. Attendendo qualche avviso per mia regola, passo con ogni rispetto ed obbedienza a dirmi qual sono, di vostra signoria illustrissima e reverendissima, devotissimo sacerdote Giovanni Sardelli, Murlo 3 agosto 1795. In assenza di documentazione specifica si può supporre che il vicario arcivescovile abbia istruito il pievano di preparare una supplica per il granduca e di inoltrarla per il tramite della stessa curia, poichè il governo granducale, con apprezzabile sollecitudine, acconsente alla nuova erezione della compagnia nella chiesa pievana di Murlo facendone comunicazione all’arcivescovo di Siena il 15 dicembre 1795 (4): Illustrissimo e reverendissimo signore padrone colendissimoIn sequela delle preci poste al real trono dal parroco di San Fortunato a Murlo, prete Giovanni Sardelli, e delle favorevoli informazioni di cotesto monsignor vicario generale ecclesiastico del 24 settembre prossimo passato, resta dal governo permessa la richiesta grazia dell’erezione in detta chiesa pievana della compagnia sotto il titolo della Santissima Vergine delle Nevi, con che nella medesima pieve e suo circondario non esista di presente, ne debba esistere in futuro, verun’altra compagnia o congrega; siano osservate le leggi e ordini veglianti in materia ed i capitoli generali approvati da questa segreteria nel 18 maggio 1791 per le altre compagnie di cotesta diocesi. Tanto ho l’onore di partecipare a vostra signoria illustrissima per di lei governo e perché si degni farne rendere inteso il parroco supplicante per regola. E mi confermo col maggior rispetto e venerazione, di vostra signoria illustrissima e reverendissima, devotissimo sacerdote Giovan Battista Cellesi, dalla segreteria del regio diritto, 15 dicembre 1795. Il
pievano Sardelli, quindi, ottenuto il permesso dal governo granducale,
si rivolge all’arcivescovo Zondadari per chiedere il ripristino
ufficiale della compagnia (5): Con
il decreto del 13 febbraio 1796 citato in precedenza, l’arcivescovo
ripristina la compagnia e contemporaneamente ne approva, oltre alle cariche componenti la sedia,
anche i fratelli, elencati nella nota (6)
che il pievano Sardelli aveva fornito assieme alla precedente supplica:
Il
ripristino effettivo nella chiesa di San Fortunato a Murlo avviene il
17 aprile 1796 e,
nell’occasione, il pievano Sardelli affida alla compagnia per i suoi
usi, alcuni oggetti (7),
della cui consegna il priore Baldassarre Bellacchi rilascia ricevuta:
Nota dei mobili dati alla compagnia sotto il
titolo della Madonna Santissima delle Nevi detta dei Bianchi eretta in
Murlo in occasione di sua ripristinazione seguita il dì 17 aprile 1796
e ricevuti questi medesimi dall’onorando priore come appare dalla sua
ricevuta:
In conclusione, fu il ripristino della compagnia di Santa Maria delle Nevi presso la pieve di Murlo nel 1796, l’evento che indusse Baldassarre Bellacchi, priore neo-eletto, a commissionare e far poi murare nel paese la targa dell’Assunta. La targa venne collocata sulla facciata di una casa sulla via in prossimità della chiesa di San Fortunato, casa che con molta probabilità era stata utilizzata dalla stessa compagnia dei Bianchi. Quest’ultima infatti, in quella via, che era denominata allora proprio Strada della Compagnia (10) (oggi Via Tonda), possedeva prima della soppressione del 1785 un caseggiato con numerose stanze adibite ad oratorio, refettorio, magazzino, granaio, stalla e celliere (11). D’altra parte, un antico affresco raffigurante la Madonna delle Nevi con i fratelli in cappa bianca che pregano inginocchiati ai suoi piedi è presente su di una parete all’interno della casa adiacente a quella su cui si trova l’Assunta. E’ facile che un tempo le due case facessero parte di quell’unico e grande fabbricato posseduto dalla compagnia. L’ennesimo caso, questo della targa dell’Assunta, a testimoniare come brani della memoria storica di un territorio siano spesso recuperabili dalle sue mura: sta a noi muoversi “ad occhi aperti” per poterli leggere fino in fondo. NOTE 1)
In quell’anno è gonfaloniere Pietro Ricci e sono priori Franco Cioli,
Salvadore Sforazzini, Geremia Pescatori e Giovanni Petrini. Vedi: ACM, Atti magistrali ed altro dal 1790 a tutto
ottobre 1798, n.71. 2) AAS, Nuove acquisizioni, parrocchie, n.80. 3)
AAS, Compagnie e congregazioni ripristinate col
R.D. 30 giugno 1790: lettere e ordini della segreteria del regio
diritto; capitoli delle compagnie; petizioni e suppliche,
n.4030. 4)
Ibidem. 5)
Ibidem. La lettera è scritta su carta celestina. 6)
AAS, Nuove acquisizioni, parrocchie,
n.80. La nota è scritta sulla stessa carta celestina. 8)
I capi 8 e 9 sono stati aggiunti posteriormente da mano diversa. 9)
La ricevuta non è firmata né dal Bellacchi né dallo Sforazzini. 10)
ACM, Stato della Comune di Murlo, comunelli annessi,
poderi additti alla suddetta, colla distinzione dei nomi delle strade,
borghi, piazze, vicoli, e case che la compongono
(1812), n.132. 11)
Vedi: Il territorio di Murlo e le sue chiese
di M.Filippone, 1994, pag.115. |
|
Torna su |