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Alcuni
testi dei secoli scorsi dedicati alle sorgenti termominerali e al
loro valore terapeutico, citano ampiamente i Bagni di Macereto, con
tanto di analisi delle acque ed effetti sulle diverse patologie.
Riteniamo interessante riportarne alcuni stralci, dopo aver scritto
dei Bagni di Macereto nel numero scorso di Murlocultura. I
Bagni compaiono nelle Ricerche statistiche sul Granducato di
Toscana, curate da Attilio Zuccagni Orlandini e pubblicate nel 1852,
nella sezione intitolata Prospetto geologico-statistico
delle Acque Minerali del Granducato: Acqua di Macereto e di
Petriolo. Allorquando la Repubblica di Siena non era venuta al
possesso dei Bagni di S Casciano, erano tenute in gran pregio le
sorgenti di Macereto o del Doccio e quelle di Petriolo, che si
trovano ambedue nella Valle della Merse. Se per sostegno dell’antica
rinomanza del Bagno di Macereto fu mal fondata illazione che vi si
recasse l’imperatore Gordiano, sol perchè vi furono dissotterrate
delle medaglie colla di lui impronta, certo è che nel 1313 l’Imp.
Arrigo VII, prima di passare a Buonconvento ove perdé la vita, si
recò a far uso di quelle acque: se nonché presto furono
abbandonate, poiché riferisce il Tondi che nel 1334 si
frammischiavano con le acque dolci, per la poca cura che se ne aveva.
Ciò nondimeno il Mainero, Ugolino da Monte Catini, Mengo Faentino,
il Savonarola, Gentile da Foligno ed il Baccio, sono antichi
scrittori che trattarono di questo Bagno: nel secolo decorso ne fu
fatta menzione dal Gigli, e nel 1806 dal Prof. Santi. [...] Nel
libro vengono riportate anche le analisi delle acque, dalle quali
risulta una temperatura di 41,25° C. Un’altro
testo, intitolato Dizionario universale topografico storico
fisico-chimico terapeutico delle acque minerali e delle
precipue mofette [...], pubblicato nel 1870 da Antonio Perone,
medico napoletano che fu anche ispettore del Consiglio Superiore
della Sanità, censisce tutte le sorgenti di acque minerali di valore
terapeutico conosciute in Italia. Riguardo a Macereto il libro
riporta: Nel tenimento di Filetta, in vicinanza del villaggio di
Bagnaja, sul sinistro lato del torrente Merse, in mezzo a una
contrada piana, detta Macereto, o Ponte a Macereto, che ebbe questo
titolo da un ponte di pietra accavalcato al detto Merse, sulla regia
strada Grossetana, da un terreno vegetale, con sottostanti strati di
travertino, sorge l’Acqua minerale di Macereto, o del Bagno di
Macereto. Sullo stesso lato del predetto fiume, quasi accosto al
bagno, trovasi un albergo, presso al quale sta una fontana di
abbondevole acqua tartarosa, che si versa dentro una vaschetta di
pietra, per lo mezzo di un tubo di ferro, ivi denominato Doccio.
Questo ha dato il nome all’Osteria del doccio; nome, il quale per
la vicinanza viene dato or anche al bagno; che perciò si nomina
indistintamente Bagno di Macereto, o Bagno del Doccio. L’Acqua
minerale di Macereto è conosciuta fin da’ tempi del Romano Impero.
E, molto tempo dopo, i Bagni a Macereto, nel pian di Filetta, furono
rammentati dallo storico Giovanni Villani (Cron. Lib.IX.cap.52);
nella occasione che, in està del 1313, lo Imperatore Arrigo VII di
Lussemburgo adoperonne: ma eran gli ultimi giorni della vita sua.
Dalla Repubblica di Siena avevasi in gran conto il Bagno di Macereto.
Il Tondi nella sua relazione del 1334, sopra i bagni del Senese, nota
che “cinque miglia lontano da Petriolo, venendo verso Siena, vi è
il Bagno di Macereto; le acque del quale per poca cura si mischiano
con le dolci: e quello, che anticamente era profittevolissimo, ora
apporta poca utilità.” Ne fecero menzione ancora il Mainero,
Ugolino da Montecatini, Menco Faentino, Savonarola, Gentile da
Foligno, il Sacci, il Gigli, Giorgio Santi, ed altri. Ora vi si trova
uno stanzone, diviso in due parti, di cui uno contiene il bagno per
gli uomini; l’altro quello per le donne. La Osteria del doccio può
servire di ricovero a coloro, che si recano a fruire di quest’acqua.
Dessa è trasparente; ha odor solfureo; sapore leggermente salato. La
temperatura n’è di gradi 33 R. Incrosta i corpi, su pe quali
passa; ed anche lasciavi della Glarina. Viene fuori dalle fessure del
travertino, accompagnata da correnti di Gas; entro 50 volumi del
quale si trovarono di gas acido carbonico volumi 16, di gas
idrosolforico volumi 1, di azoto volumi 22, di ossigeno volumi 11.
Quando l'acqua rimane stagnante, vi galleggia una pellicola di
Carbonato di calce. Analizzatesi dal Giuli 25 once di Acqua minerale
di Macereto, ossia del Doccio, diedero in risultamento [....]. È
termale sulfurea: e si adopera da que conterranei per la cura de
reumatismi, delle artritidi, delle ischiadi, delle paralisi, delle
malattie cutanee, delle conseguenze croniche di malattie traumatiche
Però, siccome tal sorgente è prossima a Siena, renderebbesi un gran
servizio all'egra umanità, se mai vi si facessero le convenevoli
riparazioni e un fabbricato comodo per gli accorrenti. A
livello locale, Girolamo Gigli nel suo Diario Senese del 1723,
consultabile nella ristampa del 1854, cita i Bagni di Macereto negli
eventi del mese di giugno, al capitolo intitolato Dei bagni
salubri dello Stato Sanese che in tale stagione si usano. Già
allora i Bagni di Macereto risultano poco sfruttati per la inadeguata
raccolta delle acque termominerali, che andavano a perdersi nel
Merse: Tornando verso Siena cinque miglia da Petriuolo trovasi il
Bagno di Macereto poco a dì nostri praticato per la dispersione
delle sue acque, che per poca cura si mescolano colle dolci. L’acque
di questo Bagno benchè zulfuree, non arrivano però al grado di
quelle di Petriuolo, e una volta ebbero credito di sciogliere il
dolore dei nervi, e liberare le altre membra dalle rogne secche, ed
altre simili infermità. Credette il Benvoglienti nella sua origine
della Città di Siena, che i Bagni di Macereto fossero quelli, che
Cicerone chiamò Balnea Senia; ed il sopraccitato Baccio deduce
l’antichità, e dignità di questo dalle Medaglie di Gordiano
Augusto ritrovate a suo tempo nel medesimo.
Fonti
Ricerche
statistiche sul Granducato di Toscana raccolte e ordinate da Attilio
Zuccagni Orlandini segretario capo della sezione ministeriale dello
stato civile e della statistica generale.
Tomo terzo. Firenze, Tipografia Tofani, 1852.
Dizionario
universale topografico storico fisico-chimico terapeutico delle
acque minerali e delle precipue mofette e fumane di terreni
evaporanti, ed emettenti fango, fino ad ora conosciute in tutte le
province italiane”, Antonio
Perone Napoli, Tipografia di Angelo Trani, 1870.
- Diario
Senese, opera di Girolamo Gigli nel quale si veggono alla giornata
tutti gli avvenimenti più ragguardevoli spettanti sia allo spirituale si al temporale della città e stato di Siena.
Seconda edizione, Siena, Tipografia dell'Ancora di G. Landi e N.
Alessandri, 1854
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