La
riduzione dei gas serra è ormai un impegno a cui tutti, e in
particolar modo le istituzioni, devono dedicarsi.
A tale scopo la
Provincia di Siena ha attivato il progetto Siena Carbon Free 2015 con
lo scopo di arrivare ad essere nel 2015 la prima vasta area ad
emissioni zero. Tale progetto comprende il calcolo annuale e la
certificazione ISO 14064/1 del bilancio delle emissioni e dei
riassorbimenti di CO2 e tutta una serie di azioni come
l'erogazione di incentivi per l'efficientamento energetico e
l'approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili, l'informazione
in materia ecc. Per il raggiungimento del traguardo dell'azzeramento
delle emissioni di CO2 nel 2015 devono essere coinvolti
amministratori locali, imprese, associazioni e cittadini perché
ciascuno con le proprie azioni quotidiane deve sentirsi responsabile.
La cottura dei cibi con forni solari che, con l'amico Simone
Bazzotti, divulghiamo da alcuni anni nel nostro territorio è
senz'altro un ottimo metodo che va in questa direzione ed è utile
per promuovere la sensibilizzazione verso la problematica dei gas
serra. Questi strumenti di cottura, infatti, funzionando con i soli
raggi solari, permettono un risparmio totale di energia elettrica e
di gas e, di conseguenza, la produzione di CO2 per il loro
funzionamento è nulla. L'unico inconveniente di questi forni deriva
dalla necessità di avere giornate limpide, mentre non risulta
indispensabile un'alta temperatura esterna, caratteristica che ne
permette l'impiego anche in stagioni più fredde. Esistono varie
tipologie di forni solari; noi ne abbiamo realizzate principalmente
tre: con forma a scatola, a paraboloide e parabola. I materiali
utilizzati sono principalmente cartone o compensato, colla e
pellicola riflettente. La loro costruzione può quindi essere
eseguita da chiunque ed è economica e di alto valore didattico. Le
temperature che si possono ottenere vanno dai 160°C ai 250°C, a
seconda dei modelli e materiali utilizzati. Non esistono pericoli di
combustione in quanto il cartone si incendia ad oltre 230°C ed i
modelli di cartone non raggiungono queste temperature. I forni solari
sono una tecnologia a basso costo che sfrutta la risorsa energetica
gratuita più diffusa: il Sole. Il loro uso si sta diffondendo,
grazie ad agenzie di cooperazione allo sviluppo, soprattutto in paesi
dove è difficile e dispendioso reperire i combustibili per la
cottura dei cibi da parte delle popolazioni locali. Nei paesi
occidentali sono ancora poco conosciuti ma suscitano ogni volta un
enorme interesse e stupore in coloro che partecipano alle
sperimentazioni, segno dell'importante aspetto educativo di questi
strumenti. Il contributo alla riduzione di CO2 si può
pensare che non sia significativo, soprattutto in virtù del fatto
che l'uso dei forni solari è legato alle ore centrali della
giornata, che deve essere serena, ma è anche vero che i tutti i
progressi si ottengono partendo da piccoli passi.
Ma
quanto è, insomma, questo risparmio di CO2 con la cottura
solare? Per i più curiosi, facciamo un po' di conti.
Calcolo
della riduzione delle emissioni di CO2
La
stima della riduzione di emissioni di CO2, grazie
all'utilizzo di forni solari, non è immediata ma può essere fatta,
in linea di massima, valutando la quantità di gas e di corrente
elettrica risparmiati per la cottura delle pietanze. Ovviamente, la
cottura con i forni solari non emette nessuna quantità di CO2.
Supponiamo, come esempio, di cuocere della pasta, dei fagioli e del
pollo. Poiché un grosso fornello consuma circa 0,3 mc di metano
all'ora, possiamo valutare in 0,125 mc la quantità di metano
necessaria per cuocere la pasta al fornello a gas in 25 minuti (0,3
mc · 25 min/60 min = 0,125 mc), e 0,2
mc per lessare i fagioli in 40 min (0,3 mc · 40 min / 60 min = 0,2
mc). Stimando in 1,5 ore la cottura del pollo in un forno elettrico
di 2 kW, possiamo concludere che, per questo pasto, sono stati
necessari (0,125 mc + 0,2 mc = ) 0,325 mc di metano e (1,5 h · 2 kW
= ) 3
kWh di energia elettrica.
Poiché
la combustione di 1 mc di metano produce circa 2 kg di CO2
[1] e, in Italia, 1 kWh corrisponde a circa 0,65 kg di CO2
emessa in atmosfera [2], possiamo concludere che l'uso di forni
solari per la cottura di un pasto di questo tipo permette di evitare
l'immissione in atmosfera di (0,325 mc · 2 kg/mc) + (3 kWh · 0,65
kg/kWh) = 0,65 kg + 1,95 kg = 2,6 kg di CO2.
Supponendo
di utilizzare questi strumenti ogni giorno e solo per il pranzo, la
riduzione di CO2 sarebbe di circa 80 kg al mese,
considerando pasti come nell'esempio precedente. Poiché dai dati
dell'eliofania abbiamo, in Toscana, 3 mesi soleggiati ogni anno [3],
possiamo valutare in 80 kg/mese · 3 mesi = 240 kg la riduzione di
CO2 annua.
Va
ricordato che l’esempio si riferisce alla cottura di cibo per un
pasto di massimo 4 persone. L’utilizzo di forni solari su larga
scala permetterebbe una riduzione di CO2 proporzionale al
numero di strumenti utilizzato. Ovviamente, l'uso dei forni solari è
soggetto alle condizioni climatiche ed al tipo di pietanze da
cuocere, quindi i calcoli precedenti hanno solo un valore indicativo.
Note
[1]
CH4 + 2O2 > CO2
+ 2H2O dove una mole di CH4 (peso 16 g) produce
1 mole di CO2 (peso 44 g). Essendo la densità del metano
= 0,71 kg/mc, la combustione di un metro cubo di CH4 (0,71
kg) produce 0,71 kg • 44 g/16 g = 1.95 kg di CO2
[2]
Fonte EALP - Agenzia Energetica Provincia di Livorno
http://www.ealp.it
[3]
Dai dati sull'eliofania (Wikipedia e riferimenti interni alla voce)
stimiamo circa 2200 ore annue (~90 giorni) di
illuminazione solare in Toscana, senza l'interposizione di nuvole.
Quindi i giorni soleggiati sono circa uno su 4, cioè 3 mesi l'anno.