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Con le feste di fine anno è arrivato un grosso dono per la sparuta comunità del castello di Murlo:
un parcheggio sotterraneo con annesso magazzino per reperti
archeologici, servizi igienici, illuminazione adeguata, quindi una
imponente rotonda capace d’incanalare un futuro intenso traffico
e consentire al capiente autobus di servizio di poter fare inversione
di marcia senza troppe manovre come accadeva prima. Ma quello che
avrebbe dovuto costituire il tradizionale Panforte natalizio, si
è rivelato invece un bell’uovo di Pasqua con annessa
sorpresa non molto gradita da chi si attendeva almeno la metà di quanto era stato descritto e prospettato.
Per il sottoscritto criticare un lavoro costato impegno, fatica e soldi
è sempre stato penoso, poiché da uomo di cantiere,
conosco piuttosto bene cosa significhi sentirsi fare “le bucce
addosso” da chi, tutto sommato, se n’è stato solo a
guardare. Tra l’altro saranno in molti a pensare che “la solita gallina si è messa a cantare quando l’uovo era già stato fatto” ed in questo caso forse, anche la frittata, senza avere
troppi titoli per operare critiche su opere più grandi di lui.
Questo è vero, lo scrivente non è né ingegnere,
né architetto né tanto meno urbanista ma si da il caso
che abiti a Murlo, abbia gli occhi e conosca meglio di coloro che hanno
voluto realizzare l’opera quali siano le reali esigenze della
comunità residente. Perplessità sull’utilità
del progetto vennero avanzate fin dai primi contatti e, col passare del
tempo divennero aperta avversione. La carenza d’informazioni,
anche per scarso interessamento della piccola comunità, furono
probabilmente le cause che consentirono
agli argomenti primitivi di avere il sopravvento sui dubbi delle
persone, cosicché le cose sono andate avanti fino alla
conclusione attuale. Le opere destinate a produrre decisi mutamenti in
realtà ambientali consolidatesi nei secoli, non è detto
che siano da ritenersi tabù ma, pur restando in linea con i
tempi, necessiterebbero di approcci seri prima di divenire operanti,
ovverosia essere studiate nei dettagli per porsi a riparo da ogni
brutta sorpresa e dal dovervi porre rimedio.
Non sarò certo io a fare l’elenco delle cose che vanno
bene oppure no, ma l’opera rimane sotto gli occhi di tutti, anche
di coloro che i titoli per poter criticare ce l’hanno davvero.
Resta comunque incomprensibile il motivo di doversi arrampicare fin
sotto l’attuale parcheggio per ridiscendere con forte pendenza in
sotterraneo quando l’accesso sarebbe potuto agevolmente avvenire
dal basso consentendo poi l’uscita in discesa, facilitando il
deflusso delle acque e risparmiando la rotonda.
Forse, sarebbe ancora meglio riuscire a capire l’utilità
dell’intera opera che, un adeguato parcheggio esterno, un pulmino
di ridotte capacità ed un magazzino per reperti reperito in
qualsiasi ambito del territorio comunale, avrebbero potuto più
realisticamente sostituire.
>>>ooo<<<
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