Murlo Cultura 2020 - Nr. 2-3-4

Il Palazzone illuminato

di Luciano Scali

EDITORIALE

Sguardi - Museo di MurloLa storia della pandemia sta cambiando profondamente il nostro modo di vivere senza che lo si voglia davvero, poiché ad ogni cambiamento c'è sempre qualcuno dubbioso circa le conseguenze che potranno derivarne. Chi s'intende di cose di cervello, come dicevano i vecchi dei miei tempi, spiega tale atteggiamento come una specie di timore che ognuno di noi porta dentro di sè e che spesso prevale sulla curiosità di voler apprendere o di darsi ragionevoli spiegazioni su cose o fatti sconosciuti. Oggi la gente non ha più bisogno di andarsi a cercare le notizie perché sono proprio quest'ultime che vengono a trovarla pressandolo da ogni lato, in qualsiasi momento del giorno e della notte e frastornandola a tal punto da farle rimpiangere il tempo di quando arrivavano col contagocce, direttamente dalla strada con lo strillone munito di tromba o di tamburo. Murlo stesso, che per me equivale al centro del mondo, non è rimasto esente dalle conseguenze derivate dal mutare dei tempi tant'è che si riscontra nei più giovani la tendenza ad affrancarsi da questo luogo per cercare altrove risposte che sul posto non riesce a percepire.
Anche il sottoscritto, a cui il destino ha concesso la possibilità di visitare per ragioni di lavoro buona parte del mondo, si è trovato a riscoprire quei luoghi dov'era nato e che a suo tempo aveva attraversato ad occhi chiusi. Il capitare a Murlo con l'intento d'invecchiarci è stato come nascere di nuovo tanto da trovare esaltante la scoperta di cose presenti da sempre ma mai notate prima. Questa volta a servire da catalizzatore è stata un'idea nata dalla sensibilità di qualcuno che attraverso una istallazione originale e mai tentata prima, sta restituendo a Murlo Castello quell'aura di mistero percepita da chi, per la prima volta, ha la ventura di arrivarci. Farlo poi di notte, a luci spente, è un'emozione profonda impossibile da descrivere poiché le uniche cose visibili sono quelle figure spettrali sulle finestre di tutto il complesso museale entro le quali si stagliano i reperti più significativi provenienti da Poggio Civitate. Descrivere ciò che la vista suscita è un'idea da accantonare per consentire a chiunque lo desideri di viverla da solo, in piena intimità. Mi riferisco all'evento "Quelli sguardi dall'alto" promosso dal Museo nell'ambito delle Notti dell'Archeologia il 25 luglio scorso, quando per una notte, con un inedito e scenografico allestimento, dalle finestre del museo si sono "affacciati" i volti in terracotta degli antenati e dei mostri del palazzo etrusco di Poggio Civitate.
Purtroppo sono stati in pochi ad avere l'opportunità di osservare quanto cerco di descrivere sia per l'ora tarda in cui l'evento si manifesta e soprattutto per la difficoltà di comunicare proprio in un'era in cui i mezzi per farlo ce ne sono a iosa ed alla portata di tutti. Comunque sia si tratta di: "un evento da segnare sul lunario" che ha avuto il pregio di ricreare, attraverso quei frammenti posti sulle finestre del Palazzone, le immagini di personaggi che un tempo lontano, là sul Poggio delle Civitate ci vivevano davvero. Purtroppo quel luogo speciale è divenuto oggi di difficile accesso poiché l'attraversamento di una proprietà privata è stato recentemente interdetto da un cartello di divieto di transito. Un evento spiacevole ed improvviso che si auspica venga rapidamente rimosso nel pieno rispetto di entrambe le parti poiché il suo perdurare, vanificherebbe un progetto che le varie Amministrazioni succedutesi a Murlo hanno portando avanti da sempre allo scopo di favorire la conoscenza diretta del sito i cui reperti si trovano custoditi nel locale Museo facendo di esso un unicum difficilmente riscontrabile altrove.

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