MurloCultura 2021 - Nr 3-4

Riflessioni

di Luciano Scali

EDITORIALE

Non so se a qualcuno sarà capitato di fare il punto della propria situazione esistenziale.
A me succede spesso col procedere dell'età pur vivendo in un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Si tratta di un'impressione simile a quella che si prova nell'aprire gli occhi su di un paesaggio conosciuto al quale l'orizzonte abituale si sia improvvisamente ristretto ridimensionando il tutto in ogni dettaglio. La sensazione che ne deriva non si discosta molto da quella provata allorquando il sentiero ripido su cui ci muoviamo scende con decisione verso il basso dando l'impressione che le colline circostanti ti si chiudano addosso come se ti trovassi sul fondo di un pozzo. Talvolta un disagio del genere può tramutarsi in angoscia inducendo alla riflessione e instillando un certo senso di paura.
Poi comincia a farsi strada l'idea che assieme al trascorrere del tempo si acuisca la certezza di come si siano ridotti gli spazi necessari per concludere quanto già iniziato. Si tratta di una sensazione strana, quasi la premonizione dell'esaurirsi di una lunga e irripetibile esperienza la cui conclusione si rivela d'improvviso più vicina del previsto. Quanto appena premesso può rendere l'idea di come in questi anni, siano potuti avvenire radicali cambiamenti nel mio modo di essere tali da costringermi a riflettere su comportamenti che in passato non sarei riuscito nemmeno a immaginare, ovvero:
"Su quanto potevo fare e non ho fatto; su quanto potevo dire e non ho detto e soprattutto nel lasciar logorare situazioni che avrei potuto risolvere senza dovermi attivare in seguito per porvi rimedio."
Proprio in questo ultimo scorcio di vita si sono spesso riaffacciate alla mente con maggior frequenza considerazioni simili senza indicare quali fossero i comportamenti più adatti per poterle soddisfare. Resta quindi un solo suggerimento per chiunque abbia interesse ad accoglierlo:


"Fare tesoro del proprio tempo"


ovvero: di ogni attimo che si sta vivendo, richiamando in uso un antico detto, ripetuto fino alla noia dai saggi della mia giovinezza che recitava pressappoco così:


"I soldi li puoi perde' e anco rifare,
ma non il tempo, che non può tornare!"

 

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