MurloCultura 2022 - Nr. 1-2

Lungo il ritrovato percorso

di Luciano Scali

EDITORIALE

Se fino a qualche giorno fa avevo pensato di avere un rapporto speciale con il percorso della Ferrovia Carbonifera, recuperato grazie alla sensibilità delle Amministrazioni che si sono succedute nel nostro Comune, ne ho avuta conferma dopo l'ultimo sopralluogo. Era un po' di tempo che non vi tornavo, occupato a curare quegli acciacchi che da un paio d'anni a questa parte si sono manifestati con maggior frequenza che nel passato. Ci voleva proprio la visita di mia figlia a farmi decidere ed anche la crescente curiosità di appurare se quanto avevo sentito dire in giro, e dalle confidenze di Barbara circa la rinnovata didattica sul restaurato percorso, corrispondesse nella realtà. I lavori di manutenzione e messa in sicurezza del tracciato effettuati di recente, hanno ridonato quell'aura speciale ad un luogo che seppure profondamente mutato nell'aspetto ha conservato gran parte della primitiva essenza. I lavori di manutenzione del percorso, delimitato da opportuni sbarramenti agli accessi, lungi da mutarne l'aspetto ne sottolineano invece l'importanza facendogli fare un notevole balzo indietro col mettere in evidenza buona parte di quelle strutture sopravvissute all'ingiuria del tempo ed alle distruzioni dei pionieri tedeschi in ritirata. Più volte, lungo il rinnovato percorso ho avuta l'impressione di vede sbucare d'improvviso quella locomotiva usata il giorno del viaggio inaugurale della strada ferrata avvenuto circa centocinquant'anni fa. Il suo nome: "Speranza" appariva di buon auspicio a coronamento di un sogno durato troppo poco ma che ebbe il pregio d'introdurre nell'età moderna un territorio emarginato da sempre. La restituita agibilità del ponte sul torrente Crevolone permette oggi d'immaginare, se non riprovare, quelle emozioni avute nel percorrerlo per la prima volta allorché, privo delle protezioni tra i residui pilastrini laterali, si aveva l'impressione di trovarsi, come funamboli, sospesi tra la terra e il cielo. Purtroppo, lo sbarramento realizzato per impedire l'accesso alla galleria delle Verzure lascia a prima vista la bocca amara per non poterla attraversare, ma la frana ancora aperta al suo interno ne sconsiglia nel modo più assoluto il transito. Dal canto mio è ancora viva l'emozione di quando riuscii per la prima volta ad attraversarla e, con qualche deviazione a percorrere l'intero tratto abbandonato da tempo fino ad incontrare la strada per Botrello e San Giusto e proseguire poi sull'antico tracciato ferroviario fino ad incrociare quello attuale sul ponte di Fosso la Nave. La nuova didattica posta in atto in più punti del percorso, per sostituire quella ormai obsoleta, ha fatto un notevole salto di qualità su quanto eravamo riusciti a realizzare a suo tempo in vista dell'inaugurazione del primitivo percorso. Un'autentica sorpresa per il sottoscritto che, in un mondo sempre più litigioso e intollerante, riesce a rallegrarsi con chi si è dato da fare per realizzare le cose appena viste. Si tratta di un'impresa ancora possibile in questo angolo di Paradiso dove l'idea che tutto quanto possa andare perduto e dimenticato, non si è ancora affacciata alla mente.

 

Il Sentiero didattico della ferrovia delle Miniere di Murlo - disegno di Luciano Scali

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