MurloCultura 2013 - Nr. 3

Alla ricerca del vecchio cimitero di Murlo

di Giulia Boscagli e Luciano Scali

[rubrica STORIA DI MURLO]

Il campo pressoché sodo di Casa Baccini non presenta traccia alcuna del cimitero che vi si trovava fino agli anni venti del secolo scorso. Una vecchia planimetria lo indica ma dalla stessa non è possibile dedurne sia le dimensioni che l'esatta ubicazione. L'attuale proprietario ritiene di averne localizzata l'area grazie ai frammenti di muratura della cinta muraria che vennero rimossi ma di cui se ne vedono tuttora alcuni pezzi ai bordi delle scarpata stradale. Si parla anche dell'esistenza di un "madonnino devozionale" oggi scomparso che stava alla biforcazione fra la strada per il cimitero e quella della Miniera e per i villaggi dell'Olivello e di Resi. Dalla zona sono così scomparsi quei "segni dell'uomo" che la caratterizzavano tranne il capanno dove Camillo ripone gli attrezzi per coltivare il suo oliveto. Resta però lo stupendo panorama visibile dal tratto in piano della strada che comprende la sequenza dei colli a partire da quello di Murlo per passare a Poggio Aguzzo delle Civitate, a Poggio Grulli con ampi scorci sulla Val d'Arbia e i Poggi Abbù, Farnese e Casalino. Il cimitero si trovava nel tratto pianeggiante del campo, abbastanza vicino all'abitato di Murlo e, per una singolarità del caso, proprio di fronte alla parte occidentale delle Civitate ove in tempi molto più antichi era ubicata la necropoli etrusca e forse quella villanoviana. Anche l'incombente Poggio Grulli, dal toponimo singolare d'incerta derivazione, dà l'impressione di mantenere ancora intatti i propri segreti. Ma li avrà davvero? Chissà. Il suo aspetto lo farebbe supporre: isolato e facilmente identificabile, dà l'impressione di aver avuto un ruolo di cui si sia però, smarrita la traccia. Non per niente, anche oggi il suo lato sud ospita resedi dalla diversa destinazione ben protette dai venti freddi invernali. La nostra ricognizione odierna non ha riservato le scoperte sperate ma solo un cospicuo campionario di chiodi e spezzoni di filo di ferro sparsi nell'area da chissà quanto tempo. La ricerca, però, non è stata del tutto infruttuosa poiché si sono rinvenute alcune schegge di proiettili d'artiglieria riferibili al passaggio delle truppe alleate durante l'ultimo conflitto mondiale. Il ritrovamento è stato collegato a quello di anni or sono all'interno di un tronco d'olivo durante la sua trasformazione in tavole da decorare. L'insieme: "tavola decorata e scheggia" venne donato, nell'ambito degli scambi culturali, alla Comunità di Giberville per sottolineare il ruolo delle truppe francesi del generale Monsabert nella liberazione di Murlo avvenuta il ventinove giugno millenovecentoquarantaquattro. Anche i frammenti ritrovati nella nostra escursione sono da riferirsi a quell'evento. Strano però come un ritrovamento casuale possa ricreare d'improvviso un'atmosfera d'altri tempi su chi ebbe la ventura di viverli seppure attraverso gli occhi di ragazzo e tutto questo malgrado che l'approccio all'area fosse avvenuto con intenti di tutt'altro genere. L'avvenimento però induce alla riflessione che sia sufficiente lo stralcio di una mappa a riesumare un frammento di storia dimenticato e a farne riaffiorare dettagli perduti. Sarà proprio cosi?

Forse in questo sta il fascino che la riscoperta delle proprie radici offre e, soprattutto, nella voglia di sperimentare un'attrezzatura che la tecnologia dei nostri tempi mette a disposizione di chi crede che le cose immaginate possano qualche volta manifestarsi davvero.

La carta del 1883 con riportato il cimitero di Casa Baccini.

 

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