Appello per la cultura
Un piccolo appello, partendo da lontano...
Vi sono alcuni paesi, molte città, grandi e piccole, in Europa e non solo, che con la cultura hanno cambiato completamente pelle. Avendo perso, per le più svariate ragioni, l'industria che per secoli ne aveva sostenuto l'economia, si sono inventate musei, centri per mostre e culturali, nuovi spazi vivibili, vaste aree pedonali. Hanno sostituito una fonte di reddito obsoleta con una nuova, più pulita, più rispettosa del territorio e dell'ambiente. Ma anche più "labour intensive", riducendo drasticamente la disoccupazione: "l'industria" culturale, infatti, sulla quale si innesta quasi automaticamente il turismo domestico ed internazionale, richiede un numero di addetti decisamente superiore a quello mediamente utilizzato dalle industrie tradizionali, specialmente dopo le trasformazioni "tecnologiche". Questo è avvenuto soprattutto in altri paesi, non accade invece normalmente in Italia, che ha il vantaggio di avere un patrimonio naturale ed artistico (anche se lentamente ma inesorabilmente in riduzione) e storico-culturale superiore a qualsiasi altra nazione. Ma, in Italia, abbiamo avuto anche un importante ministro che ha detto "con la cultura non si mangia" o qualcosa di simile. Altri si sono meno esposti in affermazioni azzardate, ma hanno fatto né più né meno del citato ministro. Tutti considerano gli interventi sul capitolo cultura un "costo", una "spesa", non invece, come é, un investimento che ha ritorni –come ormai riconosciuto da tutti gli esperti a livello internazionale e come risulta dai fatti – comunque elevati e quando molto bene gestiti nettamente superiori alla media Questa mentalità scende dal centro alla periferia, per cui i tagli che arrivano per primi sono quelli sulla "cultura" anche a livello degli organismi periferici: certamente di questi tempi sono i meno responsabili con le continue riduzioni di finanziamenti statali a fronte di compiti aumentati. Peraltro, occorre sottolineare, lo stesso atteggiamento è tenuto da operatori economici privati restii ad investire in questo tipo di "business" (forse i "puristi"della cultura saranno scandalizzati da questo linguaggio). Un esempio di quanto andiamo dicendo, anche se piccolo, ma molto vicino a noi è il Museo Etrusco di Murlo. La sua apertura e quanto è stato fatto intorno al Museo per un certo periodo negli anni successivi fino verso gli anni novanta è stato un vero investimento in seguito al quale Murlo ha cambiato faccia. Basta paragonare i dati riferiti al reddito prodotto nel nostro territorio del periodo precedente all'apertura a quello degli anni successivi, considerare il flusso turistico dei due periodi, le attività lavorative generate sul territorio, la capacità di accoglienza sia quantitativa che qualitativa e potremmo continuare....Da oltre dieci anni, non si investe più e conosciamo i risultati, che si riflettono anche sul turismo locale e quindi sul reddito prodotto. Ma veniamo al piccolo appello. La nostra associazione, insieme con la Pro Loco, organizza da anni la "SETTIMANA DELLA MUSICA": è un piccolo-grande evento culturale che ha finora ottenuto un successo, per i turisti che hanno sempre partecipato numerosi e per i locali amanti della musica classica.
Ha potuto continuare per tanti anni grazie alla collaborazione degli artisti che suonano gratuitamente e al sostegno economico dell'Amministrazione Comunale e delle due stesse Associazioni. Riducendosi sensibilmente gli aiuti pubblici, per le ragioni a tutti note, ci siamo trovati di fronte alla necessità di reperire fondi per pagare tutti gli altri costi per la sua realizzazione (permessi, SIAE, noleggio strumenti e la parca cene dopo il concerto per gli artisti). La soluzione più semplice sarebbe stata quella di rinunciare: ma sono tredici anni che la "SETTIMANA DELLA MUSICA" si svolge ed è diventata un momento tradizionale dell'estate non solo murlese.
Abbiamo deciso di andare avanti certi di poter contare sui vecchi amici e sperando di trovarne di nuovi, con l'introduzione, per la prima volta, di un biglietto d'ingresso di modesta entità per poter coprire almeno in parte le spese.
Sostenete la SETTIMANA DELLA MUSICA, sostenete la cultura.