L'ospedale di San Leonardo nel Vescovado di Murlo
[rubrica STORIA DI MURLO]
Un piccolo istituto benefico a Murlo nelle carte dei secoli XVII e XVIII
(Quinta parte)
Le doti nell'Ottocento
Durante l'Ottocento a Murlo continua ad essere erogata la dote dell'ospedale di San Leonardo. Un quaderno compilato dai parroci di San Fortunato, Casimiro Fineschi prima (rettore dal 1820 al 1849) e Niccolò Legaluppi poi (parroco dal 1849 al 1902), attesta la concessione del beneficio negli anni che vanno dal 1820 sino al 1896, mentre carte diverse testimoniano il rilascio di doti anche nei primi due decenni del secolo (1). La tabella nella pagina accanto evidenzia i nomi delle beneficiarie tratti dal suddetto quaderno. Bisogna ricordare che la dote, concessa annualmente e di importo pari a 40 lire, veniva pagata direttamente dalla famiglia Magnoni, alla quale erano stati concessi a linea i poderi Tinoni e Poggetto, proprietà dell'ospedale, dall'arcivescovo Marsili fin dal 1689, dietro la corresponsione appunto di un canone annuo di 40 lire e 10 soldi (2). Nell'Ottocento l'ospedale di San Leonardo, come istituzione, ha cessato di esistere, probabilmente in seguito agli eventi determinati dalle riforme granducali dell'ultimo quindicennio del Settecento o a causa delle successive soppressioni operate dal governo francese (3). D'altra parte, l'istituto dell'erogazione della dote annuale, che nelle carte dell'epoca viene appunto denominata dote dello Spedale di San Leonardo o dote Magnoni, sopravvive e si tramanda nei contratti di compra/vendita, facendo ricadere l'obbligo del pagamento sui successivi proprietari dei beni Magnoni: la famiglia Gabrielli dal 1823 e la nobile famiglia Landi dal 1831 che pagherà la dote sino a poco dopo il primo decennio del Novecento (4).
Quaderno di doti a murlo dal 1820 al 1896. |
La concessione della dote, naturalmente, non poteva non creare talora dei dissidi sulla scelta della sposa beneficiaria, tanto che nel 1840 l'arcivescovo Mancini dovette intervenire con un decreto ad hoc per ovviare alle controversie che si dovevano essere accentuate e fatte sempre più frequenti. Da quell'anno viene così sancita per estrazione a sorte la designazione della beneficiaria (5):
Nel nome Santissimo di Dio
L'illustrissimo e reverendissimo monsignor Giuseppe Mancini arcivescovo di Siena, venuto in cognizione di vari sconcerti che accadono nell'occasione di conferire alle ragazze del popolo di San Fortunato a Murlo la dote detta dello Spedale di San Leonardo, a nomina di sua signoria illustrisssima e reverendissima e pagabile dalla nobil casa Landi, e tramando che la collazione venga fatta con regolarità e giustizia e con la maggior quiete del parroco, ordinò e decretò che in avvenire la suddetta dote dello Spedale di San Leonardo si conferisca il dì primo di ciascun anno a quella ragazza che la prima sarà estratta a sorte, dovendo seguire tale estrazione nella chiesa del rammentato popolo di San Fortunato dopo la messa parrocchiale ed a condizione che le giovani da imborsarsi abbiano non meno di diciotto anni ne più di venticinque e siano di buoni costumi.
Dato in Siena dal palazzo arcivescovile lì 4 dicembre 1840.
Giuseppe arcivescovo di Siena
Tabella 1 - Doti a Murlo dal 1820 al 1896. |
(continua)
Note
1) Archivio Arcivescovile di Siena (AAS), Archivi delle parrocchie: Murlo, sussidi dotali e documenti vari, n. 59.
2) Vedi: Murlo Cultura, Gennaio-Febbraio-Marzo 2012, pag. 10. La notizia che le proprietà corrispondevano ai poderi Tinoni e Poggetto è tratta da AAS, Archivi delle parrocchie: Murlo, sussidi dotali e documenti vari, n. 59.
3) Nessuna documentazione è al momento nota sulla fine del pio istituto. L'ultima attestazione sull'esistenza dell'ospedale è data da due registri contabili degli anni 1783/1784, ai quali abbiamo accennato nella prima e terza parte (vedi: Murlo Cultura, Luglio-Agosto-Settembre 2011 pag. 4 e Gennaio-Febbraio-Marzo 2012, pag. 10).
4) Notizie sui passaggi di proprietà dei beni Magnoni e sul rilascio di doti nei primi anni del Novecento in: AAS, Archivi delle parrocchie: Murlo, sussidi dotali e documenti vari, n. 59.
5) AAS, Cause civili 5153 n.53.