La breve storia dell’ultimo Termine della Concessione Mineraria
Col cessare del primo conflitto mondiale, alcune importanti fabbriche che avevano prodotto materiale bellico spostarono la loro attenzione verso attività in campo civile. Una tra queste, la "S.A.I. Gio. Ansaldo & C." si dedicò anche alla ricerca nel campo dell'energia e delle materie prime, orientandosi verso le attività minerarie e rilevando la concessione di scavo della fallita miniera di Murlo. La planimetria dell'area data in concessione per ricerca e sfruttamento della lignite aveva l'aspetto di un poligono irregolare di sette lati i cui vertici erano indicati da termini di pietra contrassegnati in successione con numeri romani da I a VI. Il primo termine era posto nei pressi del fosso degli Orbachelli e i successivi in punti facilmente individuabili seguendo un andamento orario e servendosi di confini naturali rappresentati, oltre a quello già citato, dai fossi Crevolicchio, Serpentaio, Canapino e dal torrente Crevole. La relazione risalente al 1928, redatta da un funzionario del Distretto Minerario di Firenze della quale riportiamo uno stralcio, recita così:
"Verificata sul luogo dal sottoscritto la posizione dei vertici, fu disposto che venissero collocati in corrispondenza di questi, n°6 pilastrini in pietra di forma parallelepipeda, con base quadrata, di 15 centimetri di lato, sormontati da piramide, che portano incisi sulla faccia rivolta verso l'interno della concessione il numero romano corrispondente al vertice e sulla faccia opposta il noto segno dei martelli incrociati e le lettere C.M. (Concessione Murlo). La concessione in parola così delimitata misura ettari 128 ed are 65."
Il termine di nostro interesse, il V, era ubicato all'innesto della via delle Macchie con la via di Cerchia, a circa trecento metri dalla frazione dell'Olivello, e si trovava ancora in loco nel settembre del 2005. Oggi è scomparso trascinandosi dietro un frammento del passato e lasciando, come unica traccia, l'amarezza nel cuore di coloro che conosciutane l'importanza tentano ora di conservarne almeno la memoria affidandola a poche frasi, e ad una foto scattata per caso.