Revival su Poggio al Vento
A riflettere bene ci si accorge come l'avanzare dell' età non contribuisca solo a mutare l'aspetto fisico degli esseri umani, ma agisca soprattutto sulla loro sensibilità fino a convincerli che le esperienze personali e la storia dei luoghi in cui vivono sia no strettamente legate all' interno di un più ampio disegno. Da qui l'impressione di aver vissute altre vite in altre epoche ma nei medesimi luoghi e di conserva re nel proprio DNA le emozioni di quei tempi lontani. Accade spesso che la frequentazione di un sito le riproponga ancora con intensità fino a farle considerare co me parte integrante del paesaggio e delle storie ad esso legate. Qualche mese fa nel trovarmi a passare da Poggio al Vento diretto verso la Casanova sentii il bisogno di sedermi su quella pietra da dove prende avvio il sentiero delle Chiuse per concedermi un attimo di riflessione. Mi parve di tornare indietro di almeno vent'anni all'epoca in cui restaurai una vecchia mappa della zona che mi dette lo spunto per una storia, non necessariamente accaduta, ma che nel mio immaginario è divenuta poi la storia di quel posto. Il documento, conservato presso la nostra Sede Comunale, menzionava "le vestigia di una casa diruta" sulla sommità del poggio dove oggi esiste il boschetto di lecci che si vede da lontano. Al suo interno si trovano ancora i re sti di tegole e mattoni e, all'intorno piccoli frammenti di cocci dipinti a testimonianza di una prolungata frequentazione del luogo. Queste presenze servirono a mettere in fermento la fantasia già stimolata dall'ecce zionalità del luogo spingendola ad interrogarsi sulla qualità di vita degli abitanti di quel poggio battuto dai venti laddove, in determinati momenti, le nubi gonfie di pioggia potevano lambire la casa al pari di un mare in tempesta. La via nei pressi aveva visto transitare l'esercito imperiale diretto all'assedi o di Crevole e in epoca recente quelli te desco ed alleato nel darsi battaglia proprio lassù dove ormai non passa più nessuno. Su quel percorso rinvenni la scheggi a di un proiettile rimasta al lato della strada per oltre sessant'anni e che conservo come reliquia di avvenimenti in cui, alcuni protagonisti venuti da lontano conclusero, proprio in quel posto, la loro vita.
Ma altri fatti più lieti mi legano al poggio ed hanno le voci innocenti dei bambini della Scuola Materna di Casciano condotti dalla maestra Anna e dalle sue colleghe a salutare la venuta dell'autunno con un girotondo multicolore attorno agli alberi posti in cima alla salita della Casanova. Ricordo che festeggiammo tutti insieme le stagioni dell'anno con storie inedite per sottolinearne le caratteristiche, senza dimenticare di gettare almeno un sassolino in quel fontone alla biforcazione del sentiero col desiderio di tornarvi ancora in un possibile futuro con altri intenti ed altre compagnie. Si stava facendo buio e forse gli amici della Casanova cominciavano a preoccuparsi per il mio ritardo cosicché, racco lte le poche cose e ricollocati i pensieri al loro posto, diressi con lena i miei passi verso l'accogliente casa di Mario e Julie.