La campana dell'oratorio di Santa Maria Assunta alla Befa
Santa Maria Assunta alla Befa è un Oratorio nato sotto la giurisdizione della Cura di Montepertuso ma di cui non è conosciuta la data di fondazione. Fino al 1785 vi ebbe sede la Compagnia dell’Assunzione di Maria Vergine detta dei Celesti, quivi trasferita dalla chiesa di San Michele Arcangelo a Montepertuso. Si tratta di una costruzione semplice ma non per questo meno interessante che nel corso della sua esistenza ha conosciuto modifiche di una certa rilevanza capaci di mutarne l’originario aspetto. L’attuale orientamento rivolto verso il villaggio, risale alla prima metà del XIX secolo, allorché venne raddoppiata la volumetria della cappella e chiuso l’antico ingresso rivolto a oriente, verso la via per Bibbiano. In seguito anche il suo interno mutò d’aspetto per essere “a questa miglior forma ridotto dal par(r)oco Luigi Biondi” così come recita una delle due lapidi murate sulle pareti interne e da come si può ancora oggi vedere dopo i lavori di consolidamento della volta avvenuto due lustri fa.
La chiesa, ridotta allo stato secolare, sta per divenire la sede ufficiale della nostra Associazione Culturale, la quale intende restituirle nuova dignità destinandola ad eventi culturali da condividere con coloro che hanno a cuore la storia del nostro territorio e la valorizzazione di quanto ancora conserva. Nel frattempo non è venuto meno l’interesse a saperne di più su questo edificio e sui suoi annessi, tant’è che nell’eseguire la potatura del gelso ubicato sul retro della chiesa, abbiamo avuta l’opportunità di osservare da vicino la campana ancora in loco sull’elegante veletta e di venire a conoscenza di alcuni piccoli segreti che ancora custodisce. La superficie esterna della campana è caratterizzata da due fasce orizzontali di cui la superiore che reca all’interno la data MDCCCLX probabilmente riferita all’anno della sua fabbricazione, curiosamente preceduta da una manina con l’indice teso. Al di sotto e tutto attorno alla campana una serie di rose a cinque petali sovrapposte ad una foglia dal bordo seghettato, appunto come quello delle rose. Nella parte più ampia della campana, delimitata in basso da un’altra fascia che porta dalle parti diametralmente opposte due foglie di rosa accoppiate, si trovano due medaglioni, anch’essi da opposti lati di cui uno ancora leggibile con l’immagine della Madonna di Loreto affiancato da una frase di cui si riesce a leggere “… di Loreto”, mentre l’altro non siamo riusciti a rilevarlo. Appena possibile colmeremo tale lacuna. La campana termina in basso con tre bande lineari tutto all’intorno. E’ supportata da un ceppo di querce tinto di minio rosso i cui perni, contrariamente a quanto di solito accade, non sono inseriti su mensole di pietra murate nel fornice, ma sono sostenuti da un telaio di piattina di ferro fissato a piombo sulla base della piccola cella campanaria. Soluzione davvero intelligente che evita alla campana di trasmettere durante il suono, sollecitazioni altalenanti, e quindi pericolose, alla muratura piuttosto esile della veletta.
Il medaglione con l’immagine della Madonna di Loreto a decorazione della campana. |