MurloCultura 2013 - Nr. 4

L'Ospedale di San Leonardo nel Vescovado di Murlo

di Giorgio Botarelli

Le opere di carità
La concessione della dote di San Leonardo, come abbiamo visto nell’ultima parte, si protrae fino a Novecento inoltrato, per poi scomparire definitivamente con l’avvento della Prima Guerra Mondiale. L’erogazione del beneficio, che andava avanti sin dagli anni trenta del Seicento, almeno per quanto documentato (ma esisteva già da prima), era sopravvissuta all’estinzione del pio istituto, avvenuta a fine Settecento/inizio Ottocento. Le doti avevano sempre rappresentato l’uscita annuale di maggiore entità fra quelle destinate alle opere di carità. Quest’ultime, invece, consistevano essenzialmente in elemosine in denaro, di importo variabile e non elevato, dirette a persone che si trovavano in una situazione di bisogno, per tamponare la quale, almeno momentaneamente, si rendeva necessario un supporto esterno: in questi casi l’ospedale interveniva e, assecondando la volontà dei suoi fondatori, assolveva alla sua funzione primaria di sostegno degli strati sociali più deboli ed esposti ai casi della vita. Chi riceveva denari dall’ospedale, come costantemente attestato nel Libro B di contabilità per gli anni che vanno dal 1637 al 1692 (1), erano persone ammalate o anziane, non in grado di lavorare e di procurarsi quindi il quotidiano sostentamento; erano infermi, ricoverati nelle stanzette dell’ospedale e talora assistiti fino alla morte; erano poveri cronici, i cosiddetti miserabili; ma erano anche carcerati bisognosi di cibo o solamente forestieri di passaggio.

 

Fig. 1. Libro B - Entrate e uscite dello Spedale di San Leonardo (Archivio Storico del Comune di Murlo).

 

Fig. 2. Alcune registrazioni sul Libro B (pp. 13v e 14r).

 

D’altra parte, numerose registrazioni attestano come l’istituto si accollasse anche le spese di trasporto all’ospedale di Siena di persone che evidentemente richiedevano vere e proprie cure mediche che la minuscola struttura di Vescovado non somministrava. Fra i molteplici casi ne citiamo alcuni: fra il 1637 e il 1642 (le annotazioni per la maggior parte non riportano la data precisa) vengono date in elemosina 2 lire a Giacomo Bonucci malato e a Bartolomeo Luci malato, 1 lira e 10 soldi a Febo Bocci povero vecchio, 15 lire a tale Giovanni malato, per ordine di monsignore illustrissimo (2); 10 lire vengono spese per il trasporto di due feriti all’ospedale di Siena (3) mentre 4 lire sono elargite a Bernardino Guanguari povero infermo (4). Fra il 1642 e il 1645 si spendono 7 lire per elemosina di condurre a Siena all’ospedale Giovan Battista Bianciardi e 6 lire per elemosina in più volte a maestro Donato cappellaio, povero infermo (5).
Un esborso è registrato fra il 1646 e il 1649 a favore di persone incarcerate: 21 lire per pane dato ai prigioni d’ordine del vicario, in più volte e in più tempo (6); 1 lira 6 soldi e 8 denari sono invece per elemosina ad un forastiero (7). Il 28 settembre 1653 Agnolo Borghi da Valiana prende 13 soldi e 4 denari per aver menato a Siena Margarita Borghi allo spedale; il successivo 8 ottobre si da 1 lira a Francesco Grazi per aver imprestato la cavalcatura a Bastiano per aver menato a Siena allo spedale il suo fratello (8). Il 6 giugno 1654 vengono dati 6 soldi e 8 denari per elemosina a un povero sacerdote forestiero ammalato (9). Nel 1658 sono dati per carità a Santi di Bernardo 13 soldi e 4 denari per aver portato una reda allo spedale della moglie di Michele Boschi; il 25 agosto dello stesso anno prende 1 lira Santi Gianfarini per aver portato una reda all’ospedale di Angniolo Zanchi; il primo ottobre 1 lira viene data a Margarita Borghi per carità per aver portato una reda allo spedale di Pietro Fabiani da Tinoni mentre 2 lire sono date ad Angiolo Guanguari per essere stato ammalato molti giorni (10).
Nel 1666 è documentata la morte nell’ospedale di Domenico Corbini che lascia le sue cosarelle al medesimo (e che vengono vendute): un paio di scarpe vecchie, staia due meno tre boccali di grano, una grattacacia vecchia, un succhiello, una cassetta vecchia di legname bianco (11). Fra il 1671 e il 1673 1 lira riceve un povero vecchio che poi muore nell’ospedale (12). Nel 1677 vengono elemosinati 1 lira e 18 soldi a Giovanni Galluzzi carcerato (13). Fra il 1679 e il 1680 sono annotate alcune spese per pane e vino elargiti ad un cieco, poi morto nell’ospedale, e un’altra uscita per vestirne poi il cadavere (14).
Concludiamo con questi appunti la ricognizione storica sull’ospedale di San Leonardo, elaborata in sette parti sulla scorta dei frammentari dati a disposizione. Altre vicende riguardanti sempre l’ospedale saranno oggetto di trattazione prossimamente su queste pagine.


Note
(1) Vedi: Archivio Storico del Comune di Murlo (ACM): Libro B - Entrate e uscite dello Spedale di San Leonardo, archivio preunitario 1538 - 1865, n. 123.
(2) Vedi: Libro B cit., c.4v.
(3) Vedi: Libro B cit., c.5r.
(4) Vedi: Libro B cit., c.6r.
(5) Vedi: Libro B cit., c.7r.
(6) Vedi: Libro B cit., c.14r..
(7) Vedi: Libro B cit., c.14v.
(8) Vedi: Libro B cit., c.19v.
(9) Vedi: Libro B cit., c.21r..
(10) Vedi: Libro B cit., c.27v. Molte sono le uscite per il trasporto di una reda all’ospedale di Siena; si tratta probabilmente di bambini o neonati, per i quali, in caso di malattia, si cercava ovviamente le migliori cure. Da TLIO (http://tlio.ovi.cnr.it/TLIO/ ): reda s.f./s.m. > erede s.m./s.f.
(11) Vedi: Libro B cit., c.45r.
(12) Vedi: Libro B cit., c.52v.
(13) Vedi: Libro B cit., c.56r. Su Giovanni Galluzzi vedi la terza parte (Murlo Cultura n.1 2012, p.11).
(14) Vedi: Libro B cit., c.60v.

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