La Compagnie Francaise des Charbonnages de Pienza
Note storiche sulla compagnia mineraria francese che gestì le miniere di Murlo dal 1876 al 1885 (con un breve intervallo a cavallo tra il 1877 e il 1878)
Il 3 aprile 1877 il prefetto di Siena rilascia l’autorizzazione definitiva all’esercizio della ferrovia mineraria Murlo-Monte Antico, portata a termine con l’impiego di ingenti risorse finanziarie dalla Società della Miniera Carbonifera di Murlo, primo gestore della miniera di lignite (1). Il decreto perviene nelle mani del giovane ingegnere francese Léon Bidou, allora ventinovenne, direttore della miniera designato dalla Compagnie Francaise des Charbonnages de Pienza che, nei primi mesi del 1876, era subentrata alla precedente Società della Miniera Carbonifera di Murlo.
La compagnia, costituita a Parigi con capitali francesi nel gennaio 1876, era nata con l’intento di portare avanti lo sfruttamento di alcune miniere di lignite nei pressi di Pienza (2). Probabilmente, la relativa vicinanza con Murlo, indusse la compagnia francese, poco dopo la sua costituzione, a rivolgere i propri interessi anche in questa direzione, tanto più che la Società della Miniera Carbonifera di Murlo in quel momento non doveva versare in solide condizioni economiche, vista l’inattesa dilatazione dei costi per la realizzazione della ferrovia, la cui costruzione si era prolungata nel tempo ritardando, con la mancata vendita del minerale, il progressivo rientro dei capitali investiti. Tra l’altro, per far fronte al proseguimento del progetto, sia per quanto riguardava l’ultimazione della ferrovia, così come i lavori di preparazione agli scavi sistematici e la costruzione delle strutture accessorie (case per i minatori, magazzini, officina, ecc.), la compagnia di Murlo aveva provveduto nel giugno 1875 a reperire ulteriori fondi con l’emissione di obbligazioni per un valore complessivo di 1.500.000 di lire (3). Ma evidentemente anche questo non era stato sufficiente a correggere un percorso che si prospettava estremamente incerto. Gli investitori piemontesi che facevano capo alla società di Murlo, abbandonarono così l’impresa lasciando il passo nella gestione della miniera (non ne conosciamo i termini esatti) alla compagnia francese: quest’ultima, nel giugno 1876 è già subentrata alla società di Murlo, e di seguito, per poter affrontare il nuovo impegno oltre a quello di Pienza, il giorno 7 del mese decide un aumento del proprio capitale sociale e procede poi all’emissione di obbligazioni il primo luglio 1876 (nei certificati obbligazionari stampati nell’occasione compare infatti la dicitura CONCESSIONNAIRE DES MINES DE MURLO ET PROPRIETAIRE DU CHEMIN DE FER DE MURLO A MONTE-ANTICO, che non era presente nei titoli azionari emessi alla fondazione nel precedente gennaio).
C’è da pensare, probabilmente senza andare troppo lontano dal vero, ad un atto speculativo da parte dei francesi, subentrati, guarda caso, proprio nel momento in cui la ferrovia mineraria era stata ultimata, o poco ci mancava, a spese della compagnia di Murlo. A quel punto, la coltivazione della miniera era in corso da un anno e in quell’arco di tempo era stata estratta una quantità di lignite pari a circa duemila tonnellate, quantità ben lontana dalle rosee previsioni di cinque anni prima.
Dopo poco più di anno dal subentro, la compagnia francese si rende conto che l’andamento della lavorazione ha un riscontro ampiamente negativo, in quanto il costo di produzione della lignite estratta supera di quattro/cinque volte il prezzo di vendita. Molteplici sono le cause di tale risultato, riassumibili comunque in una conduzione dell’impresa che imponeva spese generali troppo elevate, nel gravoso onere degli interessi da pagare sui capitali impiegati nell’allestimento degli impianti, nella mancanza di una considerevole estrazione del minerale ma, sopra ogni cosa, nel suo limitato smercio. Nella seconda metà del 1877, la società francese intraprende allora la più facile via della cessione di esercizio della miniera: subentra così la Società Industriale Italiana, coll’intesa di ripartire con la compagnia francese l’utile netto ricavato dalla miniera. La nuova società ne affida la direzione all’ingegner Pompeo Moderniil qualeperò, dopo soli nove mesi di esercizio, dovrà proporre alla Società Industriale Italiana di sospendere la lavorazione, che non presentava più nessuna probabilità di divenire redditizia (5). Nel 1878 la gestione della miniera tornava così alla compagnia francese che la porterà avanti sino al 1885.
Un’obbligazione della Compagnie Francaise des Charbonnages de Pienza
Come sopra esposto, il primo luglio 1876, cinque mesi dopo la sua costituzione, la Compagnie Francaise des Charbonnages de Pienza emette 10.000 obbligazioni al portatore al valore nominale di 200 franchi l’una; vengono stampate a Parigi presso la tipografia Paul Dupont, in Via Jean Jacques Rousseau 41. Il certificato obbligazionario (Fig. 1) presenta nella prima metà verticale del foglio, al margine superiore, la ragione sociale sul taglio della matrice e sotto una cornice rettangolare a girali di foglie interrotta nella parte alta dallo stemma della città di Pienza, in basso da una vignetta con due treni fumanti e ai lati da due ovali raffiguranti dei macchinari non identificabili.
Fig. 1. Un’obbligazione emessa dalla Compagnie Francaise de Charbonnages de Pienza nel 1876, poco dopo essere divenuta concessionaria della miniera di lignite di Murlo e proprietaria della ferrovia mineraria Murlo-Monte Antico. (Collezione G. Botarelli)
Entro la cornice le scritte:
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Sotto, il numero dell’obbligazione, n.584, le firme di due amministratori, il luogo e la data di emissione, PARIS, LE 1er JUILLET 1876, la firma del segretario generale.
Nella metà inferiore del foglio e sul lato sinistro della cornice floreale sono stampate le cedole (quelle a sinistra non sono visibili nella figura), numerate da tredici a sessantaquattro, da staccare ognuna in occasione del pagamento degli interessi semestrali. Su ciascuna cedola è riportata la cifra stabilita, 4,50 franchi, e la data di pagamento sino all’ultima datata primo luglio 1908. La mancanza di dodici cedole sembra indicare l’avvenuto pagamento degli interessi per sei anni, fino a tutto il 1882. Sull’esemplare sono inoltre presenti due timbri che indicano società in liquidazione, pagati il primo e il secondo dividendo. Sul retro la tabella delle trenta estrazioni per i rimborsi previsti.
Fra il 1881 e il 1882 la direzione della miniera passa da Léon Bidou, ricordato in principio, all’ingegner Charles Opigez che, come il Bidou, aveva completato i suoi studi presso l’École Centrale di Parigi: nel 1870 quest’ultimo, nel 1867 l’Opigez.
Da un repertorio di allievi dell’École Centrale edito nel 1889 l’Opigez risulta già deceduto in quell’anno (6): morì a Siena (presumibilmente poco più che quarantenne) e venne sepolto nel camposanto della Misericordia, dove, di recente, abbiamo rinvenuto la sua pietra tombale (Fig. 2), che tuttavia non riporta nessuna data.
Fig. 2. La pietra tombale dell’ingegner Charles Opigez, recentemente rinvenuta presso il cimitero della Misericordia a Siena. La lapide recita: CHARLES OPIGEZ / INGÉNIEUR DIRECTEUR GENERAL / DES MINES ET CHEMINS DE / FER DE PIENZA ET MURLO / FILS ET MARI EXEMPLAIRE TU / AS LAISSE TES PARENTS ET TON / EPONSE DANS LA PLUS PROFONDE / DESOLATION / TA MALHEUREUSE FEMME MARIE.
Note
(1) Sulla costituzione della Società della Miniera Carbonifera di Murlo vedi: Murlo Cultura n. 5 (2006), pp 16-17.
(2) Si trattava di una società anonima per azioni al portatore fondata a Parigi il 29 gennaio 1876, con sede nella città in Rue de Hanovre 5 e capitale sociale stabilito in 700000 franchi.
(3) Il 29 aprile 1875 l’assemblea generale della Società della Miniera Carbonifera di Murlo delibera l’emissione di obbligazioni del valore nominale complessivo di 1.500.000 di lire. Il regio decreto numero MLXVI del 7 giugno 1875 autorizza l’emissione di 3.000 obbligazioni al valore nominale ciascuna di 500 lire, fruttanti ciascuna l’interesse annuale di 25 lire e rimborsabili in trenta anni a partire dal 1 gennaio 1878. Vedi: Raccolta ufficiale delle Leggi e dei Decreti del Regno d’Italia.
(4) Con deliberazione dell’assemblea generale del 7 giugno 1876 la compagnia francese decide un aumento del capitale sociale da 700.000 a 850.000 franchi. Inoltre in data 1 luglio 1876 emette 10.000 obbligazioni al portatore al valore nominale di 200 franchi l’una, fruttanti ciascuna un interesse di nove franchi all’anno, pagabili alla sede parigina ogni semestre (il primo gennaio e il primo luglio). Le obbligazioni erano rimborsabili in trent’anni a partire dal primo luglio 1879.
(5) Vedi la relazione di Pompeo Moderni in: bollettino La miniera italiana 1917 n.2939, pp.303-305.
(6) Vedi: Les anciens élèves de l’École Centrale 1832-1888 (Parigi 1889).