MurloCultura 2014 - Nr. 1

LETTERE AL DIRETTORE

di a cura della Redazione

Gentile Direttore,

mii sono domandato cosa possono avere pensato quanti hanno letto su questo giornale l’ultimo articolo sul radicale cambiamento che doveva verificarsi con l’inizio del nuovo anno, con la trasformazione del nostro Comune in una vera Unione di Comuni… Si diceva che a fine anno tutte le più importanti funzioni amministrative venivano trasferite da Murlo alla Unione dei Comuni della Val di Merse.
Niente di tutto ciò è successo. Non perché quanto scritto non corrispondeva alla realtà, semplicemente perché è stato deciso -non è una novità in Italia- un rinvio dell’entrata in vigore della legge regionale. Rinvio che potrebbe essere reiterato, nella nostra Regione, vista la quantità di comuni coinvolti nel rinnovo dei Consigli Comunali.
Forse questo rinvio è giunto opportuno, capita ogni tanto. Si sta definendo, in modo ormai sembrerebbe irreversibile, la sorte delle Province, con l’abolizione, prima delle loro competenze e modo di essere, in attesa di essere anche giuridicamente cancellate. Abbiamo sempre sostenuto che il processo di unione/fusione dei piccoli comuni doveva andare almeno di pari passo alla trasformazione dell’organizzazione territoriale provinciale. L’eliminazione delle Province comporta il trasferimento delle loro competenze alla Regione e ai Comuni. Comuni troppo piccoli, Unioni di comuni troppo piccole, già gravati di eccessive competenze, non sarebbero in grado di ricevere ulteriori compiti. E’ necessario un comune più organizzato e strutturato per affrontare bene la nuova situazione: la sola soluzione che vediamo, come sempre sostenuto, è la fusione dei piccoli comuni in un comune più grande, con il superamento dell’Unione. Non sappiamo come potrebbe funzionare l’Unione dei Comuni della Val di Merse, con compiti aggiuntivi, anche alla fine del processo di integrazione, perché lo stesso è appena partito. Tra l’altro, forse finora -azzardiamo un’ipotesi- in questa situazione non completata, i costi potrebbero essere stati superiori ai benefici o almeno in pareggio grazie ai maggiori contributi regionali e statali. Parlo delle voci di bilancio, perché per i cittadini vi sono stati soprattutto costi.
Nel frattempo si è verificato un altro fatto interessante: il Comune di Radicondoli ha lasciato l’Unione dei Comuni della Val di Merse. Sicuramente per i cittadini di quel comune è stata una buona scelta. Sin dai tempi della Comunità Montana della Val di Merse abbiamo sostenuto che la presenza di Casole d’Elsa e di Radicondoli in quella organizzazione territoriale non aveva senso: con la costituzione dell’Unione, Casole lasciò la coabitazione, mentre Radicondoli venne “trattenuto” per ragioni e calcoli spiccioli. Ora la forza della logica e della ragione ha finito per prevalere. Nel breve, ma non sarà questo l’aspetto più rilevante da affrontare, facciamo parte di un’Unione che ha la sua sede in un comune che non fa più parte della stessa.
Invece, questo avvenimento è importante perché ci dice che per stare insieme, creando un’unione o ancor meglio una fusione, un gruppo di comuni devono costituire un territorio omogeneo, logico, coerente, facendo riferimento a centri di attrazione economica, sanitaria, scolastica, alla viabilità e mezzi di comunicazione. Tutto questo ci riporta al sempre discusso, ma mai affrontato problema del territorio del Comune di Murlo, che gravita su due opposti versanti (Val d’Arbia e Val di Merse), che fanno parte di due “mondi” completamente diversi e che percorrono “strade” diverse. Pensiamo che sia giunto il momento di affrontarlo, utilizzando i mezzi consentiti dalle leggi, per dare luogo ad una struttura territoriale (fusione del nostro Comune) in una realtà più ampia, realmente governabile nell’interesse dei cittadini, efficiente per costi ed efficace nella risposta ai bisogni della popolazione. Facciamo nostro lo slogan dell’Associazione dei Comuni della Toscana: “ 1 + 1 = 3 Il COMUNE UNICO costa di meno e serve di più” ( www.ancitoscana.it ).
Questo è un aspetto ineludibile che dovrà essere affrontato per arrivare ad una ottimale gestione del territorio. Il fondamentale punto programmatico del nuovo sindaco e della prossima amministrazione potrebbe essere -anzi dovrebbe essere- quello dell’impegno di “dissolvere” il Comune di Murlo aggregando il territorio di Vescovado al Comune “Arbia” e quello di Casciano al Comune “Merse”: nel più breve tempo possibile o al massimo entro il termine della legislatura.
Sotto il profilo politico questo programma potrebbe sembrare un paradosso ai fini del consenso: chiedere voti per l’eliminazione del Comune e del proprio incarico. In realtà rappresenterebbe un grande salto di qualità nella capacità di amministrare un territorio nell’interesse dello stesso e dei suoi cittadini. Soprattutto se collegato ad altri due punti, quali lo stop al consumo del territorio (in linea con leggi europee, italiane ed anche toscane, già approvate o sulla strada di esserlo) e alla rimessa al centro dello sviluppo della cultura e del turismo, facendo leva sul territorio -mantenuto, gestito ed attrezzato- e sul nostro Museo, che aspetta ansiosamente di ritornare alla ribalta mondiale.

 Camillo Zangrandi

 

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